venerdì 7 settembre 2018

Flat tax: l’hanno già messa da molto, in silenzio.

Nel 1974 c’erano 32 aliquote IRPEF, a partire dal 10% al 72%, con una notevole progressività (con una differenza di 62 punti percentuali fra l’ultima e la prima aliquota)
Oggi ci sono cinque scaglioni (con una differenza di 20 punti percentuali fra l’ultima e la prima aliquota).




IRPEF: gli scaglioni 2018
L’IRPEF si calcola applicando delle aliquote a diversi scaglioni IRPEF 2018 di reddito:
  • il 23% per reddito tra 0 e 15mila euro (per la parte eccedente la cosiddetta “no tax area”, ossia un reddito imponibile non tassato);
  • il 27% per lo scaglione di reddito compreso tra i 15mila e i 28mila euro;
  • il 38% per lo scaglione di reddito compreso tra i 28mila e i 55mila euro;
  • il 41% per lo scaglione di reddito compreso tra i 55mila e i 75mila euro;
  • il 43% per la parte di reddito che eccede i 75mila euro.

Praticamente la Flat Tax esiste già, da molto, con una progressività minima, per non essere dichiarata anticostituzionale (se notate 23-27% è l’aliquota minima, da 38 a 43% non cambia molto, come se fosse una sola aliquota, ma spalmata in tre, per opportunità)
Siccome “uno vale uno”, ci raccontano, siamo tutti uguali e tutti pagheremo la stessa aliquota o magari solo due, 25% e 40% (con una serie di aggiustamenti che ci vorrà un esercito di commercialisti, se bastano, per spiegarli).
Intanto quelli che avrebbero pagato le imposte con aliquote fino al 72% danno la traduzione di quel “uno vale uno” qui, e ringraziano la Lega (senza aggiunte) e Il Movimento 5 Stelle, per quello che faranno (e tanti altri, per quello che hanno già fatto).

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