Nel
1974 c’erano 32 aliquote IRPEF, a partire dal 10% al 72%, con una
notevole progressività (con una differenza di 62 punti percentuali fra
l’ultima e la prima aliquota)
Oggi ci sono cinque scaglioni (con una differenza di 20 punti percentuali fra l’ultima e la prima aliquota).
IRPEF: gli scaglioni 2018
L’IRPEF si calcola applicando delle aliquote a diversi scaglioni IRPEF 2018 di reddito:
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il 23% per reddito tra 0 e 15mila euro (per la parte eccedente la cosiddetta “no tax area”, ossia un reddito imponibile non tassato);
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il 27% per lo scaglione di reddito compreso tra i 15mila e i 28mila euro;
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il 38% per lo scaglione di reddito compreso tra i 28mila e i 55mila euro;
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il 41% per lo scaglione di reddito compreso tra i 55mila e i 75mila euro;
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il 43% per la parte di reddito che eccede i 75mila euro.
Praticamente
la Flat Tax esiste già, da molto, con una progressività minima, per non
essere dichiarata anticostituzionale (se notate 23-27% è l’aliquota
minima, da 38 a 43% non cambia molto, come se fosse una sola aliquota,
ma spalmata in tre, per opportunità)
Siccome
“uno vale uno”, ci raccontano, siamo tutti uguali e tutti pagheremo la
stessa aliquota o magari solo due, 25% e 40% (con una serie di
aggiustamenti che ci vorrà un esercito di commercialisti, se bastano,
per spiegarli).
Intanto quelli che avrebbero pagato le imposte con aliquote fino al 72% danno la traduzione di quel “uno vale uno” qui,
e ringraziano la Lega (senza aggiunte) e Il Movimento 5 Stelle, per
quello che faranno (e tanti altri, per quello che hanno già fatto).
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