In un'intervista a "Io Donna", il cantautore si confessa: "Borges parlava della "iena nazista e lo sciacallo fascista”. Io l’ho riadattato: la iena leghista e lo sciacallo del Movimento 5 Stelle".
Umberto Eco lo chiamava "il più colto dei nostri cantautori. E in effetti, Francesco Guccini, come dimostra il nuovo libro "Canzoni" (Bompiani),
appena arrivato in libreria, ha inserito nel suo repertorio citazioni
che vanno da T.S Eliot a Seneca, da Nietzsche a Montale: rimandi che la
filologa Gabriella Fenocchio analizza nel testo. Ma lui, Guccini,
intervistato da "Io Donna" non si definisce un poeta bensì "un burattinaio di parole".
"Cresciuto fra i saggi ignoranti di montagna che sapevano Dante a memoria", come recita una sua canzone, molto di quello che è oggi lo deve al suo passato. Un passato fatto di semplicità che non esiste più.
"Cresciuto fra i saggi ignoranti di montagna che sapevano Dante a memoria", come recita una sua canzone, molto di quello che è oggi lo deve al suo passato. Un passato fatto di semplicità che non esiste più.
"Sono nato a Modena il 14 giugno 1940, quattro giorni dopo l'entrata in guerra dell'Italia: mia madre mi ha portato subito qua. La nonna era depositaria di un grande patrimonio di canti popolari: fino agli anni '60 continuava a esistere la civiltà contadina, la 'cultura parallela' come la definiva Gramsci. Non era inferiore, era diversa. Oggi è stata distrutta".Quel tipo di cultura è oggi andato perduto. Sostituito dall'ignoranza e dalla maleducazione.
"Drammatico. Si dà spesso la colpa alla tv... Mah, non sono un sociologo. Ricordo mia nonna invitarmi: 'Prudenza!'. Che non era: stai lontano dai pericoli. Era: rispetta il prossimo. Ecco, non c'è più prudenza. Non c'è gentilezza. E non si coltiva il dubbio".Il cantautore, che da tempo ha lasciato Bologna per Pavana, ora conduce un'esistenza tranquilla, la quale gli permette di vedere ancora meglio le contraddizioni del nostro tempo. E quello che manca alla nostra epoca. Per spiegare questa "mancanza", Guccini fa un esempio:
"D'estate a Pàvana venivano i villeggianti: si accontentavano del fresco, di riposarsi. Adesso si inseguono vacanze faticosissime invece di rilassarsi. La corsa incessante è uno dei difetti del mondo contemporaneo. Assieme all'uso immoderato dei telefonini".Nonostante questo, Guccini si dice ottimista: "Io incontro persone di buona volontà, dalla visione lucida, non miope. Sono fiducioso, malgrado la mia natura pessimista". Anche se il mondo di oggi continua ad essere dominato dalla rabbia.
"C'è ancora tanta rabbia in giro, purtroppo ha cambiato segno. Quando sono andato dal Papa, sui social mi hanno insultato: 'Sei impazzito? Incoerente!'. La rete permette di esprimere l'odio, l'invidia di classe, l'insoddisfazione. Ti viene presentato un mondo perfetto (questi divi belli e ricchi) a te precluso, così ti sfoghi anonimamente con cattiveria".Poi il Papa e la politica:
Perché è andato dal Papa? Anche lei – come una schiera di "insospettabili", da Wim Wenders a Patti Smith – ritiene sia l'unico rimasto a sostenere battaglie di sinistra?
Mi hanno invitato. Ero pure imbarazzato: come esordire? Allora ho declamato la prima strofa del poema nazionale argentino. E Bergoglio: "Perché conosci il Martín Fierro?".
Già, perché?
Mi piace molto quella cultura. Io e Raffa siamo stati persino a lezione di tango per un annetto.
Funzionava? Le coppie in genere litigano: le donne contemporanee sono troppo autonome per quel tipo di ballo.
Ah davvero? (ribatte sornione, guardando Raffaella). Sul tango c'è una grande poesia di Borges, un autore che adoro in toto: parlando del nazismo e del fascismo, usava l'immagine "la iena nazista e lo sciacallo fascista". Io l'ho riadattato: la iena leghista e lo sciacallo del Movimento 5 Stelle.
La sinistra che fine ha fatto?
Ci sono voci che si levano, il problema è che gli altri sono maestri nella propaganda. C'è la speranza che, a forza di apparire, stanchino la gente. Ma questo è un lungo discorso...
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