martedì 25 settembre 2018

Classe Operaia. Roma, per la "pasionaria Atac" arriva la lettera di licenziamento.

La decisione dell'azienda del trasporto pubblico romano dopo 128 giorni sospensione per una sua intervista rilasciata a Le Iene. La sindacalista-autista da anni denunciava i guasti del servizio cittadino e le cause delle decine di vetture andate a fuoco mentre sono in servizio.






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Risultati immagini per micaela quintavalleDopo 128 giorni di sospensione è arrivata la lettera di licenziamento. Con un video pubblicato sul proprio profilo Facebook, Micaela Quintavalle, la sindacalista dell'Atac, l'azienda del trasporto pubblico romano, finita nell'occhio del ciclone dopo la sua intervista alle Iene pessime condizioni delle vetture Atac e sui casi dei tanti autobus andati a fuoco a Roma, ha raccontato di aver ricevuto ufficialmente la lettera di licenziamento da parte dell'azienda.


"E' appena arrivata la lettera - dice cercando di trattenere le lacrime -. Comunque nel male si è usciti dal limbo, dall'empasse. In questo modo, dopo 128 giorni di sospensione nei quali non ho potuto lavorare e dove ho potuto vivere grazie alle vostre donazioni, posso riprendere in mano la mia vita. Ovviamente fa male, non ho idea di quello che accadrà adesso. Impugnerò questo licenziamento. Paradossalmente ho sempre amato questa azienda e mi sono sempre mossa a difesa. E' tutto assurdo. Oggi sono solo lacrime, domani tornerò acciaio".

Era dal 2012 che Micaela Quintavalle, autista Atac ma anche studentessa di Medicina col sogno di diventare psichiatra era diventata un punto di riferimento dei dipendenti Atac, lei stessa a capo di un suo sindacato e sempre in prima linea per difendere i colleghi autisti ma anche i cittadini penalizzati dalla carenza del servizio  fornito dall'azienda.

Secondo i colleghi, la causa scatenante della sospensione dal servizio, poi sfociata nel licenziamento odierno, è stata una sua intevista rilasciata a Le Iene lo scorso 10 maggio in cui spiegava che sui bus romani  "non c'è manutenzione, non ci sono i pezzi di ricambio", mostrando foto e video di mezzi danneggiati che sarebbero stati messi comunque in circolazione. E da qui l'esplosione letterale delle vetture, quei roghi che scoppiavano (e si accendono tuttora) nei motori delle vetture in servizio. Non solo. Denunciava anche che ai colleghi che sui documenti ufficiali della corsa scrivono "vettura guasta" vengono inseriti in una specie di black list, a loro "vengono fatti dispetti, ad esempio vengono tolti dagli straordinari".


Otto giorni dopo, il 18 maggio, l'azienda le notifica un provvedimento di sospensione contestandole di aver rilasciato un'intervista in cui "ledeva l'immagine e la reputazione dell'azienda". E di averlo fatto, tra l'altro, "indossando la divisa aziendale", durante l'orario lavorativo. Dall'inizio dell'anno i mezzi Atac andati a fuoco sono stati una ventina e ai primi di settembre i periti della Procura di Roma hanno confermato che la colpa dei bus andati a fuoco era l'impiego di mezzi di ricambio non compatibili e non "sabotaggi interni" come l'azienda aveva cercato di accreditare.

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