E’
una pianta che ha accompagnato l’umanità per migliaia di anni. Nel corso
dei secoli si è diffusa ovunque, superando ogni tipo di avversità
ambientale.
In molti non lo sanno, ma l’Italia fino agli anni ’30 era il secondo produttore mondiale per quantità (dietro la Russia) e il primo per qualità. Poi il proibizionismo ha spazzato via tutto.
In molti non lo sanno, ma l’Italia fino agli anni ’30 era il secondo produttore mondiale per quantità (dietro la Russia) e il primo per qualità. Poi il proibizionismo ha spazzato via tutto.
beppegrillo.it Matteo Gracis
Ora è giunto il momento di riconsiderarla: non farlo, sarebbe del tutto insensato e molto poco intelligente.
Era il 2011 quando la Global Commission
guidata dall’ex segretario dell’Onu Kofi Annan decretava senza mezzi
termini che il proibizionismo era fallito «con conseguenze devastanti
per gli individui e le società di tutto il mondo» e raccomandava ai
governi di sperimentare nuove vie attraverso la depenalizzazione e la
legalizzazione. Da allora il mondo si è messo in moto.
L’Uruguay ha dato il via alla
rivoluzione verde, mettendo in vendita la cannabis nelle farmacie del
paese ad appena un euro al grammo e autorizzando ogni adulto a
coltivarla per il proprio consumo.
Nella stessa patria della guerra alla
droga globale, gli Stati Uniti, 9 stati su 50 hanno legalizzato la
cannabis per ogni utilizzo ed altri 29 a fini terapeutici.
A tutte le latitudini, dalla Colombia
fino allo Zambia e al Sudafrica, passando per buona parte di Europa e
America Latina si sono approvate leggi che depenalizzano il consumo
mentre il Canada è diventato da pochi mesi il primo stato membro del G7 a dichiarare la marijuana legale in tutto il suo territorio.
Perché lo fanno? I risultati che
provengono dai due stati americani che per primi hanno intrapreso la
strada della legalizzazione, Colorado e Washington, dovrebbero bastare
per togliere ogni dubbio: diminuzione dei consumi di droghe pesanti,
nessun aumento degli incidenti stradali, calo drastico dello spaccio
illegale e della microcriminalità, svuotamento delle carceri dalle
migliaia di consumatori detenuti con conseguente sgravio di lavoro per
magistrati e forze di polizia, che finalmente possono destinare uomini e
mezzi alla persecuzione dei veri reati. Anche il numero di minorenni
che fumano marijuana diminuisce una volta che l’erba perde il fascino
dell’illegalità mentre l’economia si rilancia. Oggi negli Usa 165mila
persone lavorano nel settore della cannabis legale, mentre i governi
hanno nuove e cospicue entrate fiscali per finanziare il welfare.
Parallelamente scienziati, università e
centri di ricerca stanno riscoprendo le potenzialità di questa pianta in
medicina. Mettendo al centro degli studi il cannabidiolo (CBD), ovvero una molecola della cannabis che non genera “sballo” ma possiede evidenti proprietà mediche.
La scienza è concorde nel riconoscere il valore della cannabis nel trattamento di diverse patologie anche gravi: come
sostitutivo degli oppioidi nelle terapia del dolore; per alleviare
nausee, disturbi del sonno e inappetenza nelle persone colpite dal
cancro; nel trattamento degli stati di depressione; per migliorare la
qualità di vita degli affetti dal morbo di Parkinson; nella cura di
alcune forme di epilessia intrattabile; per contrastare l’avanzata della
demenza generata dall’Alzheimer negli anziani. Per tutte
queste patologie, in molti stati del mondo, oggi ci si può liberamente
curare con la cannabis dietro semplice ricetta medica. Ed è solo
l’inizio, visto che ogni giorno nuove ricerche scientifiche vengono
pubblicate sulle maggiori riviste di settore.
Per non parlare degli utilizzi
industriali: la canapa si sta rivelando una risorsa incredibile nella
bio-edilizia (con pannelli e mattoni in calce e canapa naturalmente
ignifughi e con proprietà sbalorditive dal punto di vista di isolamento,
sostenibilità ed efficienza); nella bio-plastica (con stampe 3d di
filamenti di canapa totalmente biodegradabili e ciò nonostante
estremamente resistenti); nell’abbigliamento (con capi traspiranti,
sani, antibatterici e duraturi); nell’alimentazione (con semi e oli che
hanno proprietà nutrizionali preziose); nella cosmetica (con prodotti,
anche qui totalmente naturali, dalle evidenti proprietà benefiche);
all’energia (con bio-carburante, pellet, combustibili liquidi e gas).
Giusto per citare solo alcuni esempi, che avremo modo eventualmente di
approfondire in futuri articoli più specifici.
La canapa é questo e molto, molto altro. Ma soprattutto non é pericolosa
(di certo non come tantissime sostanze ad oggi perfettamente legali e
mortali) né tanto meno nostra nemica, come ci é stato raccontato e
ripetuto da coloro che avevano interessi a boicottarla.
Il resto del mondo l’ha capito e sta tornando ad utilizzarla al meglio, valorizzandola e regolamentandola.
Noi, cosa stiamo aspettando?!
L’AUTORE
Matteo Gracis – Direttore editoriale di Dolce Vita magazine. Editore e giornalista
indipendente. Si occupa di stili di vita alternativi e cultura della
canapa da oltre 15 anni. Viaggiatore seriale.
Nessun commento:
Posta un commento