martedì 25 settembre 2018

Macron fa col bilancio quel che vuole, ed in Italia gara a dire “Non si può”…

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Ieri Macron ha annunciato…. che se ne fregherà abbastanza dei vincoli di bilancio  per cui concederà sgravi fiscali per 24,8 miliardi di euro ad aziende e famiglie. Per la precisione 18,8 miliardi di sgravi alle aziende e 6 miliardi circa di sgravi alle famiglie. Mentre in Italia si discute fra 1,6% e 2,5%, un Francia il presidente non ha avuto problemi a passare dal 2,6% al 2,8% del deficit, sfiorando dolcemente il 3%.
Ora naturalmente in Italia c’è stata una divertente corsa a dire “Ma noi non possiamo fare così” per il debito, perchè non abbiamo un presidente figo come quello francese, è perchè siamo corrotti e zozzi, eh ma sono francesi etc etc. Io vorrei far notare alcune cose. Prima di tutto, Macron ha assicurato che con questo nuovo deficit potrà ridurre ugualmente il rapportodebito/pil, ma a me sembra piuttosto improbabile, perchè si tratta del metodo meno efficace per creare PIL. Per dare un esempio vi propongo i moltiplicatori calcolati da Moodys nel 2009:



Questi calcoli sono stati fatti per gli USA, ma sono applicabili anche alla Francia. Lo stimolo che in assoluto ha meno effetto sul PIL è la riduzione delle imposte (0,29) e  delle tasse alle aziende (0,3 ) . Mentre il primo era legato ai tagli di Bush, meno chiari nel sistema francese, il secondo è valido anche per Parigi, oltre ad essere facilmente comprensibile: l’effetto moltiplicatore è ridotto dal risparmio che nel caso della riduzione delle imposte alle aziende è duplice, prima da parte delle aziende, quindi da parte di chi percepisce i maggiori utili. Quindi l’effetto è minore e tra l’altro molto più distribuito nel tempo. Tra l’altro la Francia ha un leggero problema di partite correnti che rischia di peggiorare.

Inoltre Parigi ha un leggero problema di debito complessivo, con un 333% del PIL contro un 294 % del PIL. La ricaduta del taglio delle imposte sarà ancora minore, vista l’esposizione debitoria del settore privato.

Ho sentito prendere in giro Di Maio perchè vorrebbe fare lo stesso deficit per dare il “Reddito di cittadinanza”, sostanzialmente un contributo di disoccupazione, ma il moltiplicatore per un’operazione del genere sarebbe molto superiore a quello della mossa proposta da Macron. Come economista dilettante l’incolto Di Maio è più efficace del colto Macron, ma dietro queste scelte c’è una questione di carattere politico, con Macron che deve cercare di recuperare un po’ di popolarità.

Se non ci sarà un cambio di rotta le elezioni europee rischiano di essere un disastro colossale per Macron , con il presidente che si avvia ad essere il meno popolare della storia, battendo il record del già non amato Hollande. Insomma non è altro che demagogia, ma quella italiaan è più efficace di quella francese. Ci divertiremo nel 2019.

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