Undici attacchi razzisti in 40 giorni – dall’esordio della strategia
dei pallini ad aria compressa l’11 giugno a Caserta, via via con episodi
analoghi ripetuti a Napoli, Forlì, Latina scalo, San Cipriano d’Aversa e
un crescendo di gravità (la bambina rom di pochi mesi centrata a Roma
Centocelle il 17 luglio, l’operaio capoverdiano scambiato per un
piccione” a Vicenza il 26 luglio, il cameriere senegalese pestato da
sette energumeni per motivi apertamente
razziali a Partinico il 28 luglio, il marocchino “giustiziato” da una
ronda notturna ad Aprilia il 29 e infine (per ora) l’attacco mirato da
un metro alla primatista italiana di lancio del disco Daisy Osakue ieri a
Moncalieri. In quest’ultimo caso il contrasto fra il personaggio (anche
mediatico) e la motivazione legata esclusivamente al colore della pelle
ha suscitato, per disgrazia dei teppisti, un’esecrazione più diffusa e
sentita.
I poveri erano così tanto poveri
che presero la loro fame
e la misero in bottiglia e se la andarono a vendere.
Se la comprarono i ricchi,
i ricchi che nella vita avevano mangiato di tutto,
dal caviale ripieno all’ossobuco di culo di cane allo spiedo.
Però la fame dei poveri in bocca non l’avevano assaggiata mai,
così i ricchi se la comprarono.
La pagarono bene e i poveri furono contenti
e per un po’… per un po’ tirarono avanti.
Poi i poveri tornarono ad essere poveri,
così allora i poveri presero la loro sete
e la misero in bottiglia e se la andarono a vendere.
Se la comprarono i ricchi,
che presero la loro fame
e la misero in bottiglia e se la andarono a vendere.
Se la comprarono i ricchi,
i ricchi che nella vita avevano mangiato di tutto,
dal caviale ripieno all’ossobuco di culo di cane allo spiedo.
Però la fame dei poveri in bocca non l’avevano assaggiata mai,
così i ricchi se la comprarono.
La pagarono bene e i poveri furono contenti
e per un po’… per un po’ tirarono avanti.
Poi i poveri tornarono ad essere poveri,
così allora i poveri presero la loro sete
e la misero in bottiglia e se la andarono a vendere.
Se la comprarono i ricchi,