giovedì 1 ottobre 2015

Poesia. Pietro Ingrao per Gaza "Piombo fuso".

 Piombo fuso

Pietro Ingrao 

Guarda:
vedi come osti­nate
tor­nano dal cielo le bombe fio­renti, e furenti
calano sulle strade, spez­zano corpi,
ardono case, testarde inse­guono
gli stu­piti fan­ciulli,
gri­dano
can­tano l’inno alla morte
senza stan­carsi mai…

Chi siete,
per­ché illu­mi­nate le notti,
insan­gui­nate le vie:
per­ché siete in ansia
per­ché vi serve la strage degli inno­centi
e forse dispe­rate sull’esistere
tor­nare a can­tare la glo­ria
dell’uccidere di massa,
affi­date la pace alla morte… Voi
così senza spe­ranza
se sol­tanto
l’assassinio di massa può assi­cu­rarvi la vita
e solo le male­di­zioni e le lacrime
pos­sono difen­dervi.
E non vedete, non spe­rate
altra sal­vezza
per l’uomo e per il figlio dell’uomo
che la morte corale.
Voi che venite da un cam­mino di lagrime
e ora senza lume di tre­gua
semi­nate nuovo pianto inno­cente.
Da lon­tano
vi scru­tiamo impo­tenti:
e null’altro sap­piamo
che invo­care da voi l’elemosina della pace.
Noi che veniamo da lotte di secoli
con­dotte per tutte le terre infi­nite di que­sto globo rotondo
in cui dato a noi
fu di vivere,
e sem­briamo ora
solo capaci
di edu­carci all’indifferenza.
O scru­tare allibiti.

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