Dall’accordo di partenariato al nuovo PSR 2014-2020: temi e progettazione a misura di territorio.
Presente, oltre ai Sindaci e agli amministratori dei
Comuni coinvolti e all’Area decentrata di Viterbo, i Deputati Dem
Alessandra Terrosi e Alessandro Mazzoli.
“L’accordo di partenariato che il nostro Paese ha
presentato a Bruxelles e che rappresenta lo strumento nel quale si
definiscono le modalità di utilizzo dei vari fondi europei, contiene in
sé molte delle tematiche che costituiscono il filo conduttore di questa
PIT. Mi riferisco in particolare alla salvaguardia dei luoghi e dei
territori rurali e alla valorizzazione e interconnessione tra diverse
attività che insistono in una stessa area. L’esperienza della PIT”
analizza nel suo intervento Alessandra Terrosi “nella sua fase iniziale,
non ha saputo rispondere alle aspettative di coloro, pubbliche
amministrazioni e privati, che avevano progettato una idea di
territorio. Successivamente, e più ancora nell’ultimo periodo, la
Regione ha saputo opportunamente introdurre elementi preziosi di
semplificazione che hanno portato rapidamente alla conclusione dei
progetti”.
La PIT 166 ha portato sul territorio circa 820 mila
euro di spesa già erogata e circa 400 mila euro di spesa richiesta,
risorse che sono servite per la sistemazione di manufatti e cammini,
sentieri di pellegrinaggio e luoghi in cui il paesaggio è stato forgiato
dal lavoro dell’uomo.
Luoghi mai abbandonati dagli abitanti di Nepi, Castel
Sant’Elia, Civitacastellana, Calcata, Gallese, Monterosi, Nazzano
Romano e Campagnano Romano e che adesso, grazie al lavoro svolto e alla
apertura del Punto turistico informativo presso il Museo di Nepi,
diventano più fruibili e conosciuti anche ai non residenti.
“La PIT è stata una sperimentazione preziosa
del fare rete e della gestione di risorse finalizzata ad un obiettivo
comune, ed è necessario che queste esperienze, quattro nella provincia
di Viterbo, non vengano disperse e vanificate. Come noto”
continua la Deputata “la programmazione europea per il settennio che è
già iniziato ci invita ad un uso coordinato delle risorse comunitarie,
utilizzando strumenti di progettazione territoriale che riprendano le
esperienze già fatte e che esprimano anche innovazione. Voglio ricordare
l’esperienza del Biodistretto della via Amerina e delle Forre che
insiste nello stesso territorio, che pone l’accento sulla volontà di
basare il proprio sviluppo sulla sostenibilità, sia delle aziende
agricole sia delle altre attività produttive.”
“La proposta per il futuro” conclude Alessandra Terrosi, “non
può che continuare ad andare nella direzione del recupero, della
rigenerazione, di una conoscenza sempre più approfondita della cultura e
delle tradizioni dei luoghi, tramandati opportunamente perché
rappresentino la base solida del futuro delle nuove generazioni per le
quali un diverso modello di sviluppo deve diventare opportunità di vita
in territori a volte difficili. Come farlo? Credo che un buon inizio sia
stato il rifacimento di 30 km di sentieristica e la rigenerazione di
manufatti senza nuova cementificazione: sappiamo che il consumo di
suolo, la sua sottrazione alle attività agricole, la sua
impermeabilizzazione sono all’origine dei tanti problemi di natura
idrogeologica che si sono manifestati negli ultimi anni e che chiedono
l’attivazione di pratiche alternative a quelle adottate sino ad ora.”
Ufficio Stampa Alessandra Terrosi
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