venerdì 5 ottobre 2012

Sfruttamento, ricatti e azzeramento dei diritti nelle coop sociali. Alcune testimonianze da Pisa


Abbiamo raccolto alcune testimonianze tra le cooperative sociali, anzi tra le lavoratrici che operano negli ambiti socio sanitari alle dipendenze delle cooperative per servizi appaltati dalla Società della salute a Pisa. Per completezza abbiamo strutturato le testimonianze sotto forma di intervista. Cinque domande ad altrettante lavoratrici.

Autore: federico giusti
Le lavoratrici sociali sono lavoratrici sfruttate?
Sono una lavoratrice che ha girato più cooperative sociali, ho 50 anni e lavoro in questo settore da quasi 15. In questi anni ho portato a casa in media 1000 euro al mese con qualche straordinario e lavorando in orari disagiati. Spesso devo sobbarcarmi 40 minuti di viaggio tra una sede e l'altra e questo tempo per gli spostamenti non viene considerato tempo di lavoro, quindi è senza retribuzione, lo stesso discorso vale per la trasferta (non pagata ) e per i tempi morti tra un servizio domiciliare e l'altro che dovrebbero essere a carico della cooperativa e invece sono sulle nostre spalle. Fino ad oggi ho tirato avanti poi il mio compagno è stato messo a casa per la chiusura del cantiere edile dove lavorava. Con gli stessi soldi che percepisco alcune mie colleghe devono mandare avanti una intera famiglia con figli, mutui, spese sanitarie, spese scolastiche perchè ormai anche la scuola dell'obbligo è a pagamento. Nelle cooperative il ricatto della riduzione oraria con decisione unilalerale dell'azienda è la prassi quotidiana, a noi nessuno aveva spiegato che queste decisioni sono ingiuste ma anche impugnabili e contrarie al diritto del lavoro
Ma il sindacato non vi ha informate?

Ho 34 anni e non so neppure cosa sia il sindacato, non sono mai stata una sindacalista, anzi ho pensato che il sindacato fosse solo una perdita di tempo. Il sindacato non si vede nelle cooperative, anzi la Cgil (non parlo di cisl e uil che ormai sono "prone" ad aziende e padroni) si fa vedere solo una volta l'anno quando c'è da rinnovare le tessere e chiederci di partecipare a qualche sciopero. A queste riunioni vanno in poche, quasi sempre le stesse. Ho letto che il sindacato dovrebbe tutelare chi lavora ma a vedere cosa è successo negli ultimi mesi nutro seri dubbi, basti vedere l'aumento dell'età pensionabile senza una ora di sciopero. A mia figlia di 15 anni anni ho detto:ci pensi a fare questa vita ancora per 26\27 anni? e Chi ci arriva?" Il Sindacato non ci ha informate, di solito si va dal sindacalista e fa tutto lui, ora ho capito che questa prassi è solo perdente perchè se non capisci cosa succede non puoi neppure contestate le decisioni prese. E nelle cooperative la Cgil è sempre dalla parte di chi comanda , magari perchè sono nello stesso partito. Fino a poco tempo fa pensavo che questi discorsi fossero inutili, poi sulla mia pelle ho capito che senza conoscenza non c'è coscienza, senza coscienza non c'è rispetto dei diritti
E Cosa hai fatto per difendere i tuoi diritti?
Risponde Ida, 45 anni due figli, da quasi 20 anni nelle cooperative prima del multiservizi poi in quelle sociali
Io non mi sono data per vinta, ho deciso di capirci di più, ho incontrato dei ragazzi di un centro sociale che ci ha dato subito solidarietà, sono venuti a darci una mano e con loro poi sono arrivati i Cobas che senza chiedermi niente hanno messo a disposizione i loro legali, ci hanno dato copia del contratto nazionale spiegando che dovevo , anzi dovevamo , leggerlo per capire quali sono i nostri diritti. L'incontro con il sindcato di base è stato utile perchè prima ci hanno ascoltato e poi si sono messi a nostra disposizione
In questi anni le lavoratrici hanno subito un ricatto; iscriviti al sindacato e poi ti tutelo, ma la tutela non dovrebbe essere la prima cosa che fa il sindacato? E poi che me ne faccio di una tutela individuale quando tutti i miei diritti collettivi sono calpestati, quando si firmano accordi che ci fanno perdere salario?La prima cosa che ho fatto è quella di riunirmi con le colleghe, insieme abbiamo discusso, sacrificato le famiglie spiegando a compagni e figli\e che non andavamo a perdere tempo ma a difendere anche la nostra vita di famiglia. Insieme abbiamo acquisito consapevolezza e conoscenza e parlando con i Cobas e i legali ci siamo attrezzate per difenderci. Ora viene il difficile perchè le cooperative non vogliono riconoscerci come forza sindacale, fa comodo avere solo sindacati firmatari di contratto che poi firmano una cambiale in bianco. Non ci diamo per vinte e andiamo avanti
Quale insegnamento avete tratto dalla vostra esperienza di lotta nelle cooperative sociali?
Risponde Monica, la più giovane di soli 22 anni, un diploma e al suo primo impiego
Dopo avere letto il contratto, ho capito che i miei diritti sono pochi e quei pochi li hanno calpestati perchè nel passaggio di appalto le cooperative hanno fatto il bello e il cattivo tempo, hanno avuto mano libera a sottoporci contratti che non sono tali perchè ci riducono le ore e la busta paga
Io sono convinta che da questa situazione si esca se cominciamo ad organizzarci da sole, basta con i delegati sindacali che non lavorano e essendo fuori dalla produzione non vivono sulla loro pelle quello che subiamo ogni giorno. Per questa ragione alle colleghe dico: Non rassegnatevi, costituite Comitati di lotta, andate voi stesse ad incontrare la Società della Salute per denunciare quello che succede. Non arrendiamoci ai contratti al ribasso e alla logica che il pubblico non metta mai bocca sulle nostre condizioni di vita e di lavoro. Che senso ha parlare di beni comuni quando viene negato.
Cosa avete imparato dai cambi di appalto? Risposta collettiva
In Versilia la nuova coopertiva che si è aggiudicata gli appalti ha assunto (in verità neppure sappiamo se tutto o in parte), il personale tramite assorbimento delle lavoratrici delle cooperative preesistenti, ma non c'è traccia di questo passaggio, non esiste un accordo sindacale. E' possibile che questo possa accadere e soprattutto perchè la Cgil è sempre accondiscendente verso le cooperative e la società della salute?
Ma da quello che sappiamo alcune lavoratrici potrebbero anche non essere state licenziate e questo accade perchè le cooperative non vogliono pagare il TFR e quello che ci spetta per la fine rapporto; la cooperativa vincitrice dell'appalto ha assunto le lavoratrici delle varie cooperative uscenti alcune a tempo pieno, altre a tempo parziale e non si comprende in base a quale criterio.
Quanto alle riassunzioni non mancano i casi di chi pur avendo firmato i contratti e preso regolare servizio, non ha ancora liquidato il suo precedente contratto di lavoro e in questo caso non si sa cosa sia stato fatto dalle singole cooperative al centro per l'impiego dove licenziamenti e assunzioni dovrebbero essere tempestivamente comunicati e registrati.
Quanto ai contratti che la cooperativa pretenderebbe stipulati con orario di lavoro a tempo parziale,gli avvocati ci hanno spiegato che è stata violata la disciplina del part ime
Grave è che la Cgil abbia taciuto questa situazione irregolare quando avrebbe dovuto organizzare i lavoratori e le lavoratrici. Non averlo fatto è per me motivo di rabbia e delusione, per questo dico alle colleghe che bisogna organizzarci,muovere le cause se ci hanno preso in giro, diventare noi stesse sindacato
Qual'è l'insegnamento che avete tratto da questa vicenda che è tutt'altro che conclusa perchè ora si aprono contenziosi nuovi, la possibilità che la cooperativa non risconosca il sindacato di base perchè non firmatario di contratto?
Mi ricollego a quanto ho detto sopra. Bisogna stare attente a quello che ci fanno firmare, è vergognoso quello che è accaduto perchè firmare un contratto part time quando prima avevi il full time significa poi metterti dalla parte del torto non potendo rivendicare le condizioni originali, visto che tu hai messo una firma anche se questa ti è stata imposta senza che tu fossi informata delle leggi e dei tuoi diritti
Non possono e non devono cambiarci gli orari a loro piacimento, noi non ci arrendiamo e faremo valere i nostri diritti ma la società della salute che in toscana gestisce i servizi per conto dei Comuni deve fare la sua parte e non assecondare vuolazione sistematica di diritti
Le lavoratrici ora sanno che i contratti devono essere scritti con la durata della nostra prestazione e a firmare questi contratti io non ci voglio un sindacalista di facciata, magari lo stesso che per mesi ha taciuto. Una lezione l'abbiamo imparata, ossia che il sindacato quando sbaglia va messo in discussione e costruita una alternativa di lotta.

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