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Note per uno studio di settore sull'attività bancaria
di Marco Saba*
(documento per l'Ordine dei Commercialisti)
16 maggio 2014
A seguito del mio intervento durante il convegno a Napoli del 7 maggio
2014 (1), è emerso che le banche svolgono attività d'intermediazione
finanziaria solo marginalmente, mentre l'attività principale consiste
nella creazione di denaro ex novo che - ad oggi - non risulta
contabilizzata a bilancio. Al momento non si dispone di uno studio di
settore dedicato all'attività bancaria (2), in particolare per i codici
ATECO 64.11.00 (Attività della Banca Centrale) e 64.19.10
(Intermediazione monetaria di istituti monetari diverse dalle Banche
centrali). la Commissione degli esperti dell'Agenzia delle Entrate (3)
interpellata in proposito informalmente, fa sapere che tale studio non è
nemmeno in agenda per il futuro. Questo fatto rappresenta un'anomalia
da correggere specialmente tenendo conto del rilevante fatturato del
settore e del fatto che i bilanci presentati dalle banche, ancorché
certificati da una delle quattro società internazionali di
certificazione (4), presentano regolarmente l'omissione della
dichiarazione del denaro creato durante l'attività. Occorre ricordare
che il denaro è l'assetto più importante per una banca da registrare a
bilancio e che ne rappresenta in assoluto, come reddito monetario o
signoraggio, la voce più significativa. Ometterne l'indicazione sarebbe
come se una pizzeria non dichiarasse e contabilizzasse quante pizze
produce annualmente (5). Quello che emerge dallo studio approfondito dei
bilanci bancari è che essi sembrano predisposti ad arte per occultare
la creazione di denaro e sottrarre all'erario ingenti imposte.
Infatti, se la creazione di denaro senza contropartita, come funzione
centrale dell'attività bancaria, emergesse contabilmente, sarebbe
evidente che il bilancio bancario non potrebbe MAI essere in perdita.
Tale funzione creatrice di denaro (creditizio o cartaceo, nel caso delle
banconote della banca centrale) imporrebbe la ridefinizione dellle
banche da semplici "intermediari finanziari" a "istituti di creazione
monetaria e intermediazione", con riflessi significativi in campo del
diritto e dell'economia del paese ove esercitano l'attività. Per
sottolineare questo aspetto rilevante ho partecipato recentemente alle
assemblee degli azionisti di tre istituti di credito (6) dove ho fatto
rilevare che i bilanci presentati per l'esercizio 2013 erano palesemente
falsi per omissione e che non potevano essere in perdita una volta
segnalato in bilancio l'aggregato monetario prodotto durante l'esercizio
in questione. Nel caso di INTESA e UNICREDIT ho anche evidenziato come
uno dei soci principali dei due istituti, la società BLACKROCK, ne
ricevesse un danno ingente perdendo l'opportunità di incassare dividendi
per almeno complessivi 28 miliardi di euro. Eppure, straordinariamente,
i bilanci in perdita sono stati votati ed approvati come niente fosse.
Questo fatto eclatante fa riflettere e pone seri interrogativi. Ma
torniamo alle considerazioni contabili. Facendo riferimento al fatto
acclarato che le banche per tutti gli impieghi creano ad hoc nuovo
denaro senza alcuna necessità di previa raccolta, come indicato
recentemente dalla Banca di Francia e dalla Banca d'Inghilterra,
possiamo ridefinire il profitto dell'attività bancaria come: totale
annuale del denaro creato meno spese di gestione dell'istituto. Il
totale del denaro creato si può ricavare in seconda battuta dalla voce
70 "CREDITI VERSO CLIENTELA" dello stato patrimoniale sommandovi la
quantità di denaro creato all'atto del ricevimento dei versamenti in
contanti e del cambio valuta (7). Il risultato della sommatoria degli
impieghi e della clonazione attraverso operazioni diverse va quindi
segnalato alla voce "liquidità generata" del Rendiconto finanziario
d'esercizio
e quindi aggiunta a quanto dichiarato alla voce 280 del conto economico,
ovvero "Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle
imposte". Il rapporto di redditività dell'impresa, tenendo conto del
reddito monetario al 100% sul denaro elettronico, diventa quindi
deducibile dal rapporto tra liquidità totale creata e spese d'esercizio
tenendo presente che tuttte le voci che parlano di "riserva" nel
bilancio diventano superflue e servono di fatto solo a mascherare degli
utili. Infatti, di che riserve avrà mai bisogno un'attività che crea
denaro dal nulla secondo la bisogna? Suggeriamo quindi l'approntamento
di uno studio di settore che tenga conto delle verità emerse dato che
l'attività annuale di creazione di denaro del settore bancario in
Italia, esclusa la banca centrale, è dell'ordine di mille miliardi di
euro e che, a seguito di una imposizione fiscale attuale al 27,5%
(IRES), porterebbe nelle casse dello stato 275 miliardi netti all'anno
permettendo di eliminare la maggior parte delle imposte vessatorie oggi
in essere. E' da notare tuttavia che l'affidamento dell'esazione della
tassa da signoraggio a società private al 100%, a loro esclusivo
vantaggio, rappresenta un vulnus letale della sovranità della repubblica
in rapporto alla nota LEX MONETAE, motivo principale per cui poi lo
stato è costretto ad indebitarsi con privati per provvedere alle sue
esigenze economiche, e poi successivamente ad imporre una fiscalità
farraginosa e devastante per l'economia aggregata dell'intera società
civile. Nota finale: è opportuno infatti notare come il reddito vada
meglio definito come "novella ricchezza", una cosa ben diversa da quanto
la stragrande maggioranza degli italiani attualmente percepisce come
compenso per l'attività lavorativa, ovvero un compenso per tempo di vita
persa e non già una "novella ricchezza" come invece ottengono le banche
creando denaro dal nulla e, per giunta, "in nero".
Note:
*Marco Saba, già membro dell'Osservatorio sulla Criminalità Organizzata
di Ginevra, è direttore della ricerca presso il Centro Studi Monetari. http://studimonetari.org
1 - Convegno PROPOSTE PER SOTTRARRE L’ECONOMIA REALE ALLA MORSA DELLA
FINANZA, organizzato da IMPEGNO CIVILE e dalla Fondazione ODCEC
http://fr.scribd.com/doc/220344523/PROPOSTE-PER-SOTTRARRE-L%E2%80%99ECONOMIA-REALE-ALLA-MORSA-DELLA-FINANZA
2 - http://www1.agenziaentrate.it/settore/studiapprovati/servizi_2014.htm
3 - http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/content/Nsilib/Nsi/Home/CosaDeviFare/Dichiarare/StudiSettoreParametri/StudiSettore/CommEspStudiSett/
4 - KPMG, Ernst&Young, PWC e DELOITTE.
5 - Esempio suggeritomi dal Dott. Salvatore Tamburro.
6 - CARIGE, INTESA SANPAOLO e UNICREDIT
7 - Quando la banca riceve contanti, crea sui conti correnti denaro
elettronico equivalente al contante ricevuto, clonando quindi il valore
di tale contante che, se propriamente dematerializzato, dovrebbe essee
annullato o distrutto.
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venerdì 7 settembre 2018
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