martedì 11 settembre 2018

In che Paese viviamo? Ottavia Piccolo bloccata al Lido di Venezia perché indossava un fazzoletto dell'Anpi.

A La Nuova Venezia l'attrice ha espresso tutta la sua indignazione: "In che Paese viviamo? In Italia c'è sempre meno apertura sociale".




La polizia l'ha bloccata alla Mostra del cinema di Venezia perché aveva il fazzoletto dell'Anpi

 Ottavia Piccolo, attrice di cinema e teatro, aveva annunciato la sua partecipazione al "presidio" organizzato dalla Sinistra davanti al palazzo del Cinema del Lido, per ricordare gli infortuni e la precarietà del lavoro in Italia. Ma le autorità l'hanno fermata: "Mi hanno fermata perché avevo al collo un fazzoletto dell'Anpi. Incredibile. Ma in che Paese viviamo?".
L'attrice, da tempo testimonial contro il passaggio delle grandi navi a San Marco e per la libertà di stampa, ha raccontato a La Nuova Venezia l'episodio e ha espresso indignazione per quanto subito.
"Avevamo annunciato questo presidio davanti al tappeto rosso, non era una manifestazione, ma una testimonianza. Una cosa leggera, senza dar fastidio a nessuno. La denuncia di una situazione che ogni giorno passa sotto silenzio. Quella degli infortuni sul lavoro e dello sfruttamento degli operai. Avevamo anche ottenuto il permesso dei vigili, tutto regolare".

Poi, però, le cose sono degenerate a causa di quel simbolo non ben accetto.
"Quando mi sono avvicinata alla barriera di sicurezza per entrare nell'area della Mostra del Cinema, in via Lorenzo Marcello, mi hanno subito fermato tre poliziotti. "Lei non può entrare con quel fazzoletto" mi hanno detto. " Perché mai?!? ho risposto, forse adesso è vietato in Italia girare con un fazzoletto dell'Anpi? Non è un segno di partito, ma il simbolo dei Partigiani italiani. Mi spiace, io entro".
L'attrice ha insistito e alla fine è entrato in gioco un funzionario, che l'ha riconosciuta, consentendole di passare. Ma per la Piccolo la gravità di quanto accaduto rimane. Ed è indice di un problema più grosso che colpisce la nostra società, sempre più lontana dalla "cultura della solidarietà e dell'apertura sociale". "Lo vediamo con la politica sui migranti, dall'intolleranza che si allarga in tutta Europa. Credo che dobbiamo recuperare tutti insieme le basi della nostra cultura democratica. Far sentire la nostra voce. Non è questione politica, ma culturale

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