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Nell’estate del 2018 parecchi editorialisti stanno a congetturare sui
possibili modi in cui, probabilmente, per abbattere il governo
sovranista e rimetterne su uno europeista e immigrazionista, nel
prossimo autunno, in tempo di legge di bilancio, verrà orchestrato un
colpo di Stato dai soliti “mercati”, dal duo franco-tedesco, assieme
alla Bce, ai “sorosiani”, ai magistrati “progressisti”. Già i mass media
pre-legittimano tale colpo di Stato, come lo pre-legittimavano nel
2011, ripetendo a josa il concetto che il pericolo è il sovranismo e
l’euroscetticismo, che lo scopo è come vincerli salvando l’integrazione
europea, e tacendo completamente sui meccanismi e gli squilibri europei
che danneggiano l’Italia a vantaggio di Germania e Francia soprattutto.
Si comportano come sicuri che il golpe si farà. Anche grazie a tali,
ricorrenti campagne propagandistiche, l’idea del colpo di Stato degli
interessi stranieri col tradimento del Quirinale in loro favore è oramai
sentita come qualcosa di rientrante nell’ordine delle cose, di non
sorprendente né, in fondo, scandaloso.
In particolare, è chiaro che il Quirinale (la cui cooperazione è
indispensabile a un golpe politico, avendo esso la funzione di
delegittimare il governo legittimo e legittimare quello illegittimo) è
una sorta di rappresentante degli interessi e della volontà delle potenze straniere dominanti sull’Italia; e che la sua forza politica,
la sua temibilità e la sua inattaccabilità derivano dal rappresentare
esse, non certo dalle caratteristiche personali dei suoi inquilini. Il
Quirinale è stato concepito e costruito, nella Costituzione italiana del
1948, al fine di far passare come alto giudizio e indirizzo della più
alta autorità nazionale quelle che invece sono imposizioni di interessi
stranieri. Dico “il Quirinale” e non “il Presidente della Repubblica”
perché intendo proprio il Palazzo, come istituzione e ruolo nei rapporti
gerarchici tra gli Stati, e non la persona fisica che lo occupa volta
dopo volta. L’Italia è uscita dalla Seconda Guerra Mondiale non solo
sconfitta, ma con una resa incondizionata agli Alleati, e ha così
accettato un ruolo subordinato agli interessi dei vincenti,
incominciando dalla politica estera, per continuare con quella monetaria e bancaria.
Il Quirinale è, costituzionalmente e storicamente, l’organo che ha
assicurato la sua obbedienza e il suo allineamento nei molti cambiamenti
di governi e maggioranze. Certo, rispetto al golpe del 2011, la
situazione oggi è diversa, per diverse ragioni: perché allora la
maggioranza degli italiani voleva cacciare Berlusconi e credeva che
cacciarlo avrebbe apportato legalità e progresso, mentre l’attuale
governo gode del gradimento di un’ampia maggioranza della popolazione,
sicché per rovesciarlo servirebbe molta più violenza di quella bastata
nel 2011, oppure bisognerebbe dividere la maggioranza; perché da allora
la gente ha capito qualcosa dall’esperienza dei governi napolitanici;
perché Berlusconi non aveva gli appoggi di Washington e Mosca, né un
piano-B per il caso di rottura con l’Ue; perché rispetto al 2011
l’eurocrazia ha perso credibilità e forza; perché essa
teme le vicine elezioni europee e non può permettersi nuovi soprusi.
Come agire per prevenire un nuovo golpe, dopo tali premesse?
Suggerisco di spiegare alla popolazione il suddescritto ruolo storico
e costituzionale del Quirinale, il suo ruolo di garante obbligato di
interessi di potenze straniere vincitrici e sopraordinate, spesso in
danno agli italiani. Un ruolo non colpevole proprio perché obbligato, ma
che in ogni caso priva il Quirinale della qualità di rappresentante
degli italiani e della autorevolezza, della quasi-sacralità che questa
qualità gli conferirebbe. Il Quirinale è piuttosto una controparte
dell’Italia. Già il far entrare questa consapevolezza e questi concetti
nella mente e nel dialogo dell’opinione pubblica può indebolire quel potere
improprio e nocivo del Quirinale che gli consente di delegittimare i
legittimi rappresentanti del popolo, sebbene esso non sia eletto dal
popolo ma dalla partitocrazia, e di legittimare la loro illegittima
sostituzione; quindi può aiutare la prevenzione di nuovi colpi di
palazzo. Nel tempo, si potrà pensare anche a una riforma nel senso del
cancellierato, che dia più potere
sul governo al premier, contenendo i poteri politici del capo dello
Stato e il fondo annuo di oltre un miliardo che egli gestisce – più
della regina Elisabetta; nonché a convertire il palazzo del Quirinale in
un museo, trasferendo la sede della presidenza della Repubblica in un
luogo dall’aria meno dominante e adatta alle nuove e ridotte competenze.
(Marco Della Luna, “Come prevenire un nuovo euro-golpe. Perché il
Quirinale non può contenere il Presidente degli italiani”, dal blog di Della Luna del 29 agosto 2018).
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lunedì 3 settembre 2018
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