In carcere e ai domiciliari amministratori e dipendenti comunali. Gli indagati sono accusati, tra l'altro, di corruzione e associazione a delinquere.
È questo il motivo principale per cui la Guardia di Finanza ha notificato nella mattinata di oggi, 7 settembre, un'ordinanza di misura cautelare a nove persone.
Sono amministratori pubblici pro-tempore e dipendenti del Comune di Lecce coinvolti nelle indagini sulle assegnazioni degli alloggi popolari. Due di loro sono finiti in carcere, cinque agli arresti domiciliari e due con obblighi di dimora.
I reati per cui sono accusati, a vario titolo, sono associazione a delinquere, peculato, corruzione, corruzione elettorale, abuso d'ufficio, falso, occupazione abusiva, violenza privata e lesioni.
Le indagini hanno riguardato, nello specifico, l'assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica a soggetti che, stando alla graduatoria, non ne avevano diritto, l'occupazione abusiva di appartamenti che si erano resi disponibili al fine di accedere, illegittimamente, a forme di sanatoria. Il tutto per ottenere i voti di chi riusciva in questo modo ad ottenere la casa.
L'ordinanza è stata emessa dal gip del Tribunale di Lecce, Giovanni Gallo, su richiesta della Procura. Ai domiciliari sono finiti l'ex assessore e attuale consigliere comunale Attilio Monosi, il consigliere comunale Antonio Torricelli, l'ex assessore della giunta guidata dal sindaco Paolo Perrone, Luca Pasqualini, il dirigente comunale Lillino Gorgoni e il 27enne Andrea Santoro. La misura interdittiva è stata disposta, invece, per dirigenti e funzionari dell'ufficio casa, Piera Perulli, Giovanni Puce, Paolo Rollo e Luisa Fracasso, mentre in carcere sono stati rinchiusi Umberto Nicoletti e Nicola Pinto, di 31 e 41 anni, entrambi di Lecce, che occupano alloggi popolari in edifici del quartiere 'Stadio' di Lecce. I finanzieri hanno notificato anche altri 34 avvisi di garanzia.
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