giovedì 1 marzo 2018

Marocco/Ue, piccolo grande successo per il popolo Saharawi presso la Corte europea di Giustizia.

E’ un successo del Fronte Polisario e del popolo sahraui che rappresenta quanto avvenuto ieri presso la Corte europea di Giustizia.
Piccolo, ma pur sempre un passo avanti nella lotta per l’autodeterminazione di centinaia di migliaia di persone dimenticate dalla comunità internazionali. 
In considerazione del fatto che il territorio del Sahara occidentale non fa parte del territorio del Regno del Marocco, le acque adiecenti al territorio appunto del Sahara occidentale non rientrano nella zona di pesca marocchina di cui all’accordo di pesca che riguarda il Marocco da un lato e dall’altro l’Ue.

Insomma Rabat nelle acque diciamo così contese tra Rabat e il Polisario, legittimo rappresentante di uno Stato riconosciuto da decine di altri Stati non può pescare. Ma perché la Corte europea è arrivata ad occuparsi di questo problema? Tutto nasce dall’impegno della Western Sahara Campain (Wsc), organizzazione di volontariato che si batte per il riconoscimento appunto del diritto all’autodeterminazione di quel popolo. Questo associazione aveva sostenuto di fronte all’Alta Corte di Giustizia dell’Inghilterra e del Galles sulla sua sezione amministrativa che qull’accordo di pesca non era valido per quanto riguardava le acque del Sahara occidentale. A sua volta l’Alta Corte di Giustizia ha chiesto alla Corte se quell’accordo fosse valido o meno e quest’ultima si è ritenuta legittimata ad esprimersi in tal senso. Insomma l’inclusione del territorio del Sahara occidentale nell’ambito di applicazione dell’accordo di pesca violerebbe diverse norme di diritto internazionale applicabili nelle relazioni tra l’Ue e il Marocco, in particolare il principio di autodeterminazione. Da qui la decisione di non includere nella zona di pesca marocchina le acque adiecenti il Sahara occidentale. A questo punto bisognerà vedere chi vorrà fa rispettare questa decisione. Ma intanto è importante incassare questo successo.

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