Secondo l'articolista del Sole, Lina Palmerini, il Capo dello stato potrebbe farsi forza di quanto sta scritto nell'attuale articolo 81 della nostra Costituzione. Il testo è stato modificato nel 2012, ai tempi del governo Monti e per iniziativa del Partito Democratico, quando è stato inserito il principio del pareggio di bilancio, pudicamente chiamato "equilibrio".
Una norma assurda, in quanto di colpo si escludeva un'intera teoria economica e una prassi, da Keynes in poi, che prevedeva la possibilità di finanziare interventi pubblici produttivi anche in deficit, in quanto capaci di incrementare il Pil e quindi ridurre il suo rapporto con il debito.
Del resto anche economisti di scuola non propriamente keynesiana hanno dimostrato che l'incremento della spesa pubblica, se bene allocata, senza sprechi e soprattutto in settori innovativi, è più efficace nel contenimento del debito pubblico che non la diminuzione della stessa. Il moltiplicatore keynesiano è molto più performativo che non le politiche di austerità. Basta guardare l'esperienza europea e italiana in particolare durante l'attuale crisi per rendersene conto.
L'attuale testo dell'articolo 81 prevede un certo limitato grado di flessibilità ma solo "al verificarsi di eventi eccezionali". Su questo corre il debole filo della trattativa con Bruxelles. Ma l'intervento di Moscovici e più indirettamente della Lagarde tendono a spezzare quel filo, costringendo il nostro paese nuovamente nel letto di Procuste dell'austerità.
Per tutte queste ragioni è necessario cancellare la modifica costituzionale introdotta nel 2012 e ribadire che le leggi di bilancio sono sottoposte alla soddisfazione dei diritti fondamentali delle persone e non viceversa. E è quanto si propone di fare una proposta di legge di iniziativa popolare lanciata dal Coordinamento per la democrazia costituzionale, sulla quale si stanno raccogliendo le 50mila firme necessarie per presentarla alle nuove camere. Da qui a luglio ogni persona può firmare.
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