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diplomatici russi sono stati costretti a lasciare i paesi occidentali
nella guerra scoppiata sull’avvelenamento dell’ex agente Skripal e di
sua figlia in Gran Bretagna. E’ successo negli Stati Uniti, in Francia
ed il Germania.
Si sono poi aggiunti l’Italia(!), l’Albania, l’Ucraina,
il Giappone, l’Australia, la Moldavia ed altri. La Russia continua a
confermare che presto risponderà «con adeguate contromisure». Il
ministro degli Esteri Lavrov ha poi accusato tutti questi paesi di agire
sotto «pressioni e ricatti colossali di Washington».
Che
Putin abbia o meno fatto avvelenare la sua ex spia credo non abbia
nessuna rilevanza nella decisione presa da USA e figuranti al seguito di
espellere tutti quei diplomatici russi e se anche fossero vere le
accuse di Theresa May nei confronti di Putin, non credo proprio che si
tratterebbe di una novità dal momento che le spie che tradiscono vengono
automaticamente condannate a morte da tutti gli stati della terra. E’
un regola terribile, ma tant’è. In ogni caso prima si fanno le indagini e
se poi si trovano le prove, si emette la sentenza. Qui è successo
esattamente il contrario. Alle accuse sono seguite le massicce immediate
espulsioni dei diplomatici russi. Nessuna indagine, nessuna prova,
nulla di nulla. D’altronde né la Gran Bretagna né alcuna delle altre
potenze occidentali, nemmeno le Nazioni Unite, sono in grado, non
vogliono o non possono, condurre un’indagine onesta e indipendente.
E
poi mi pare che gli USA che guidano il fronte antirusso non temano
concorrenza in fatto di costruzione di false prove ed avversione
indagini indipendenti. Proprio gli USA, ad esempio, non riconoscono la
Corte Penale Internazionale che però va benissimo quando giudica gli
africani, o qualche nemico dell’Occidente, tipo Milošević ” Un’impunità
che gli Stati Uniti, si sono procurati da sé l’immunità dai
procedimenti legali: quando nel 1946 aderirono alla Corte internazionale
di giustizia lo fecero con la riserva di non essere giudicati in base
ai trattati internazionali, ossia la Carta delle Nazioni Unite, lo
Statuto dell’Organizzazione degli Stati americani e le Convenzioni di
Ginevra. In questo modo si garantivano l’immunità dai processi di
competenza di quegli organismi. Così ad esempio, quando il Nicaragua
denunciò gli Stati Uniti presso la Corte internazionale di giustizia per
le loro attività terroristiche nel suo territorio, la maggior parte
delle accuse furono fatte decadere perché gli Stati Uniti non erano
soggetti – secondo quanto approvato dalla Corte medesima – allo Statuto
dell’Organizzazione degli Stati americani, al quale i nicaraguensi si
erano appellati e che vieta espressamente qualsiasi tipo di intervento.
Stesso copione quando la Jugoslavia denunciò la NATO dinanzi alla Corte
internazionale di giustizia per i bombardamenti. Gli Stati Uniti si
chiamarono fuori, con il consenso della Corte, perché nella denuncia
figurava anche l’accusa di genocidio: quando gli Stati Uniti aderirono
alla Convenzione sul genocidio – quarant’anni dopo la sua istituzione –
fu inclusa una clausola per cui quella convenzione era “inapplicabile
agli Stati Uniti” [1]
E allora perché tutto questo accanimento antirusso?
Da
troppo tempo, ormai si sta soffiando sempre più insistentemente, sul
fuoco di una pericolosa “russofobia”, un fenomeno che il giornalista
Fulvio Scaglione, a proposito della vicenda Skipral descrive in questi
termini: “ Quella
che spinge la russofobia imperante è ormai una vera mitologia.
Prendiamo le ultime rivelazioni. Per esempio il “caso Skripal”. Si parla
di un vecchio arnese dello spionaggio, un doppiogiochista fuori dai
giochi da vent’anni che si arrabattava con un po’ di consulenze. Già è
curioso che di colpo Vladimir Putin (perché gli inglesi hanno detto che
l’ordine veniva dal Cremlino) si ricordi di Skripal. Ancor più curioso
che gli venga di colpo voglia di ucciderlo. Straordinariamente curioso,
poi, è che si pensi di ammazzarlo con gas nervino. Il buon vecchio colpo
alla testa non è più di moda? Oppure si vuole lasciare un’impronta così
grossa da far gridare a tutti “aiuto, arrivano i russi!”? E poi si
parla di gas nella valigia, ma forse non è più vero. E poi si scopre che
Skripal padre e figlia avevano spento per quattro ore i rilevatori
satellitari dei cellulari, e chissà che avevano fatto in quelle ore. E
chissà come stanno i due Skripal, che non sono morti ma nemmeno
riapparsi: non una foto, una notizia, un bollettino medico. Tutto
questo, per dirlo con la filosofia di Theresa May, è “highly likely”,
altamente probabile? Se ve lo raccontasse un collega di un suo amico ci
credereste?” [2]
Vladimir
Putin è stato appena rieletto a presidente della Federazione Russa con
oltre il 70% dei consensi. Molti commentatori autorevoli e super partes
segnalano che questo risultato così schiacciante non è solo la
conseguenza della sovrapposizione tra il partito nazionalista “Russia
Unita”, lo stato russo e le grandi oligarchie ma è anche il risultato
della pochezza di un’opposizione che non ha né grandi idee
sull’alternativa possibile al neonazionalismo confessionale di Putin né
possiede un radicamento di massa. Tuttavia c’è un dato che contrasta con
la narrazione che vede Putin come un dittatore assoluto: il candidato
del Partito Comunista della Federazione Russa, Grudinin ha preso più del
12% e non si tratta affatto di un ascaro di Putin. Insomma, che la
Russia Attuale non sia un faro di democrazia è fuor di dubbio ma che
questa accusa venga mossa dagli USA in cui appena 1/3 della popolazione
vota dei ricchi sfondati o dei politici a libro paga delle grandi lobbies oppure
da quell’Unione Europea che non ha votato nessuno ma che sostiene e
finanzia i nazisti ucraini, regala miliardi al dittatorie turco Erdogan e
fa affari con il regime egiziano di Al Sisi, ecco, appare, quanto meno,
paradossale.
Evo Morales, Presidente della Bolivia ha commentato così il risultato di Putin: “Salutiamo
la contundente vittoria del fratello Presidente della Russia, Vladimir
Putin, rieletto con più del 70% di appoggio del suo popolo nelle urne.
La Russia rispetta la dignità dei popoli e garantisce l’equilibrio
geopolitico e la pace mondiale di fronte all’attacco dell’imperialismo”.
Insomma, appare evidente che si sia voluto costruire da parte delle
cancellerie e dai media occidentali una narrazione filo-atlantista e
filo-NATO che tende a descrivere il presidente russo Vladimir Putin come
un pericolo per la pace mondiale. Tutto ciò che, con la rappresaglia
contro i diplomatici russi, Washington e i suoi alleati sembra vogliano
fare è aumentare ed espandere le sanzioni economiche e finanziarie
contro la Russia usando una vicenda tutta da chiarire come quella
Skripal come scusa. Gli USA impongono da anni sanzioni contro la Russia
ai paesi europei e quest’ultimi si sono adeguati obtorto collo e
contro i propri stessi interessi per evitare rappresaglie. D’altronde
l’Ucraina è stata destabilizzata nel 2014 dagli USA per messo di una “rivoluzione colorata” proprio per creare una spaccatura tra Unione Europea e Russia.
Alla
Russia non si perdonano, di certo, i successi in Siria contro l’ISIS(
sostenuti dalle petromonarchie) e contro i “ribelli jhadisti “ siriani
pagati e supportati dagli USA. Alla Russia non si perdonano i buoni
rapporti con l’Iran con il movimento di resistenza libanese Hezbollah. Alla Russia non si perdonano anche gli ottimi rapporti con Venezuela e con Cuba. Last but not least,
alla Russia non si perdonano soprattutto i buoni rapporti con l’India e
con la Cina. A proposito, qualche mese fa Xi Jinping e Putin hanno
firmato una dichiarazione congiunta della Federazione Russa e della
Repubblica Popolare Cinese sulla comune intenzione di approfondire
ulteriormente il partenariato strategico globale di cooperazione e una
dichiarazione congiunta della Federazione Russa e della Repubblica
Popolare Cinese sulla situazione attuale nel mondo e sulle principali
questioni internazionali. Inoltre, è stato approvato un piano d’azione
per attuare le disposizioni del trattato di buon vicinato, amicizia e
cooperazione per il triennio 2017-2020.
In
conclusione, la vicenda Skripal ha tutta l’aria di essere una colossale
montatura ai danni della Russia cui non si perdona l’indubbio
protagonismo internazionale degli ultimi anni che contrasta apertamente
sia con i piani di dominio assoluto sul mondo dei paesi che aderiscono
alla NATO guidata dagli USA, sia con i nuovi poli imperialisti
emergenti, Europa ed Emirati Arabi in testa.
[1] Intervista sul Terrorismo Occidentale con Noam Chomsky ed Andrè Vltchek , da Internazionale.it dell’ 8.10.2015
[2] Fulvio Scaglione: “Il caso Skripal è una grande fake news. La guerra contro la Russia è terribilmente vera”, da Linkiesta de 29.03.2018
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