martedì 27 marzo 2018

Pseudo -Sinistra, per chi fosse interessato. Si rompe l'intesa tra LeU e Zingaretti nel Lazio.

Liberi e Uguali non trova l'accordo al suo interno sull'assessore da proporre e chiede al Governatore di scegliere. Ma lui si chiama fuori...

La fumata nera nell'accordo su un nome unitario da proporre al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, per completare l'ultima casella della giunta con la delega al Lavoro. E' stato questo il motivo della rottura tra Leu e il governatore Pd, sancita con un comunicato in cui i vertici laziali di Liberi e Uguali sostengono che "non ci sono le condizioni politiche per la partecipazione alla giunta regionale".
In sostanza, a Zingaretti è stata sottoposta una shortlist di due nomi, quello di Piero Latino, coordinatore di Mdp Roma, e quello di Paolo Cento, membro dirigente di SI, lasciando al governatore il compito e la responsabilità di sceglierne uno vista l'incapacità di trovare un accordo. Onere che è stato respinto dal presidente, non intenzionato a mettere il naso nelle beghe interne di un altro partito, causando le ire dei vertici di LeU ma sapendo al contempo di poter contare in chiave pisana sull'appoggio 'personale' dell'unico consigliere eletto dalla lista di Grasso, Daniele Ognibene.

"Zingaretti ha fatto la giunta senza parlarne con noi, senza un confronto neanche sulle deleghe, e quando gli abbiamo proposto una rosa di due nomi dicendogli che chiunque avesse scelto LeU lo avrebbe sostenuto non ha voluto scegliere. Per noi il segnale è che ha voluto rompere con la coalizione, per noi c'è una rottura", ha spiegato all'agenzia Dire un esponente di rilievo di LeU. "Tutto è recuperabile in politica, ma è chiaro che se non discuti delle deleghe e del profilo politico, ci lasci fuori da tutto e poi quando ti diamo i nomi neanche rispondi, vuol dire che hai voluto rompere tu".
Quale sarebbe il motivo della rottura? "L'unico motivo plausibile- sostiene lo stesso dirigente- è che abbia voluto rompere con noi per offrire la testa di LeU al centrodestra per non avere problemi in Consiglio Regionale". Per quanto riguarda il comportamento di LeU alla pisana, "Zingaretti ha un rapporto forte con Ognibene, deciderà il consigliere in autonomia cosa fare. Ricordo comunque che la nostra lista è stata decisiva per vincere, e che per questo motivo se avessimo tenuto solo alle poltrone avremmo potuto e dovuto chiederne due. Il comportamento del presidente è inspiegabile, avrebbe potuto anche chiederci di trovare un terzo nome dicendoci se trovava Cento e Latino troppo ingombranti o non adeguati".
Anche Piero Latino ha spiegato, sempre all'agenzia Dire, che "abbiamo fatto a Zingaretti una proposta formale, ha detto che ci avrebbe riflettuto ma che c'era anche un tema di rapporto con Ognibene che avanzava un'altra proposta (Claudio Di Berardino, ndr): l'accordo però l'ha fatto con il partito che ha preso 88mila voti, prima che con il consigliere che ha preso 2.700 referenze". Zingaretti, ha precisato Latino, "ci ha detto che ora continuerà a valutare la proposta, ma per noi la risposta doveva arrivare prima della prima riunione di giunta. Ci ha detto che in queste condizioni non era in grado di scegliere, ora vediamo cosa intende fare, se vuole fare qualcosa per riallacciare i rapporti".
Leu però non ha intenzione di fare passi indietro: "La nostra proposta è quella e non la modifichiamo, non cambierà e quindi non credo che ci saranno sviluppi a breve, ma mi auguro che da parte sua si produca una riflessione e capisca che il tema è il rapporto politico con Liberi e Uguali, che lo ha sostenuto - ha chiosato il coordinatore romano di Mdp- se invece la questione è solo di consiglio ne prendiamo atto. Detto questo noi lo abbiamo fatto vincere, senza di noi farebbe il consigliere regionale di opposizione a Parisi".

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