È il terzo nel ruolo in 14 mesi. Il presidente irritato per "differenze di stile e personalità". Il nuovo consigliere favorevole alla guerra con Corea e Iran.
Donald Trump continua il rimpasto della
sua amministrazione annunciando licenziamenti e sostituzioni via
Twitter: dopo il segretario di Stato Rex Tillerson, rimpiazzato con il
capo della Cia Mike Pompeo, questa volta è toccato al consigliere per la
Sicurezza Nazionale H.R. McMaster, sostituito con l'ex ambasciatore Usa
all'Onu John Bolt.
"Ho il piacere di annunciare che, dal 9 aprile, l'ambasciatore John
Bolton sarà il mio nuovo consigliere per la Sicurezza Nazionale. Sono
molto grato per il servizio del generale H.R. McMaster che ha fatto uno
straordinario lavoro e resterà sempre mio amico. Ci sarà un passaggio di
consegne ufficiale il 9 aprile", ha cinguettato proprio mentre la Cnn
si apprestava a trasmettere una intervista in esclusiva all'ex modella
di Playboy Karen McDougal che voleva parlare della relazione che ha
avuto con lui. Bolton sarà il terzo consigliere per la Sicurezza
nazionale nei 14 mesi della presidenza Trump.
Il primo era stato Michael Flynn, licenziato sullo sfondo del Russiagate.
Trump si era scontrato varie volte con McMaster, un rispettato generale a tre stelle favorevole ad una linea tradizionale filo atlantica e ad un approccio diplomatico alle varie crisi. Trump avrebbe espresso irritazione verso di lui per "differenze di stile e personalità", secondo una alta fonte repubblicana. I due non sarebbero mai andati d'accordo e il tycoon continuava ad essere infastidito dal comportamento del generale quando gli forniva i suoi briefing, con toni burberi e paternalistici, dandogli anche le notizie che Trump non avrebbe voluto sentire.
L'ultimo rimprovero pubblico del commander in chief era stato su
Twitter, dove nei giorni scorsi aveva scritto che "il generale McMaster
ha dimenticato di dire che i risultati delle elezioni 2016 non sono
stati influenzati o cambiati dai russi e che l'unica collusione è stata
tra la Russia e la corrotta Hillary i democratici".
Le voci di una sua uscita giravano da tempo, con l'ipotesi di un
rientro nell'esercito con una promozione a generale a quattro stelle.
Ora è arrivata all'indomani della fuga di notizie sul Wp secondo cui il
tycoon ha ignorato il monito formale del suo team per la Sicurezza
Nazionale a non congratularsi con Vladimir Putin per la sua rielezione
al Cremlino. Una rivelazione che ha fatto andare su tutte le furie il
presidente, aprendo la caccia alla talpa.
"Non mi aspettavo alcun annuncio questo pomeriggio" ha commentato John Bolton alla Fox. Prima di essere nominato aveva detto che gli Usa avrebbero dovuto dichiarare guerra alla Corea del Nord e all'Iran. "Durante la mia carriera ho scritto non so quanti articoli ed editoriali - ha affermato nella stessa intervista a Fox - ho tenuto innumerevoli discorsi, ho rilasciato infinite interviste...non sono mai stato timido su quello che è il mio punto di vista" ma ora "quello che ho detto da privato cittadino è alle mie spalle. La cosa importante è quello che dice il presidente e i consigli che gli offro". Incalzato sulla guerra all'Iran e alla Corea, Bolton ha glissato.
Chi è John Bolton. 70 anni, conservatore, è un avvocato e un ex diplomatico che ha servito in varie posizioni sotto amministrazioni repubblicane, in particolare con i Bush, prima come sottosegretario di Stato per il controllo delle armi e la Sicurezza Internazionale (dal 2001) e poi come ambasciatore americano all'Onu (2005-2006). E' membro di vari think tank e istituti politici conservatori e legato alla Nra, la potente lobby delle armi.
Look da sceriffo, fortemente filo-israeliano, è stato uno dei più ferventi fautori dell'invasione dell'Iraq nel 2013 decisa da George W. Bush che nel 2005 lo aveva nominato ambasciatore Usa al Palazzo di Vetro, un'istituzione che Bolton ha apertamente criticato arrivando a metterne in discussione la legittimità. Fu protagonista di duri scontri verbali con le controparti cubane e iraniane. E' arrivato a proporre un attacco preventivo contro le centrali atomiche di Teheran. All'Onu ha resistito solo un anno perchè il Congresso gli ha negato un secondo mandato. E' stato consigliere per la politica estera dell'ex candidato repubblicano alla Casa Bianca, Mitt Romney, battutto da Barack Obama nel 2012. Nel 2015 Bolton suggerì di risolvere la crisi mediorientale con la creazione di uno stato tra Siria e Iraq: il Sunnistan. Alle presidenziali del 2016 è saltato sul carro di Trump ed è stato preso in considerazione come possibile ministro degli Esteri. Entrerà formalmente in carica alla Casa Bianca il 9 aprile.
Trump si era scontrato varie volte con McMaster, un rispettato generale a tre stelle favorevole ad una linea tradizionale filo atlantica e ad un approccio diplomatico alle varie crisi. Trump avrebbe espresso irritazione verso di lui per "differenze di stile e personalità", secondo una alta fonte repubblicana. I due non sarebbero mai andati d'accordo e il tycoon continuava ad essere infastidito dal comportamento del generale quando gli forniva i suoi briefing, con toni burberi e paternalistici, dandogli anche le notizie che Trump non avrebbe voluto sentire.
"Non mi aspettavo alcun annuncio questo pomeriggio" ha commentato John Bolton alla Fox. Prima di essere nominato aveva detto che gli Usa avrebbero dovuto dichiarare guerra alla Corea del Nord e all'Iran. "Durante la mia carriera ho scritto non so quanti articoli ed editoriali - ha affermato nella stessa intervista a Fox - ho tenuto innumerevoli discorsi, ho rilasciato infinite interviste...non sono mai stato timido su quello che è il mio punto di vista" ma ora "quello che ho detto da privato cittadino è alle mie spalle. La cosa importante è quello che dice il presidente e i consigli che gli offro". Incalzato sulla guerra all'Iran e alla Corea, Bolton ha glissato.
Chi è John Bolton. 70 anni, conservatore, è un avvocato e un ex diplomatico che ha servito in varie posizioni sotto amministrazioni repubblicane, in particolare con i Bush, prima come sottosegretario di Stato per il controllo delle armi e la Sicurezza Internazionale (dal 2001) e poi come ambasciatore americano all'Onu (2005-2006). E' membro di vari think tank e istituti politici conservatori e legato alla Nra, la potente lobby delle armi.
Look da sceriffo, fortemente filo-israeliano, è stato uno dei più ferventi fautori dell'invasione dell'Iraq nel 2013 decisa da George W. Bush che nel 2005 lo aveva nominato ambasciatore Usa al Palazzo di Vetro, un'istituzione che Bolton ha apertamente criticato arrivando a metterne in discussione la legittimità. Fu protagonista di duri scontri verbali con le controparti cubane e iraniane. E' arrivato a proporre un attacco preventivo contro le centrali atomiche di Teheran. All'Onu ha resistito solo un anno perchè il Congresso gli ha negato un secondo mandato. E' stato consigliere per la politica estera dell'ex candidato repubblicano alla Casa Bianca, Mitt Romney, battutto da Barack Obama nel 2012. Nel 2015 Bolton suggerì di risolvere la crisi mediorientale con la creazione di uno stato tra Siria e Iraq: il Sunnistan. Alle presidenziali del 2016 è saltato sul carro di Trump ed è stato preso in considerazione come possibile ministro degli Esteri. Entrerà formalmente in carica alla Casa Bianca il 9 aprile.
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