Cento perquisizioni in 11
Regioni. Tra le ipotesi di reato anche il voto di scambio. L'esponente
politico coinvolto è Luigi Meduri, componente del governo Prodi dal 2006
al 2008.
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Luigi Meduri |
Funzionari dell’Anas, imprenditori, anche un ex sottosegretario alle Infrastrutture. La Guardia di Finanza
sta eseguendo 10 ordinanze di custodia cautelare su ordine del
tribunale di Roma. A chiedere gli arresti la Procura dopo l’inchiesta
“Dama nera” che riguarda
appalti di opere pubbliche. I finanzieri hanno anche effettuato
circa 90 perquisizioni in
11 Regioni, dal
Friuli alla
Sicilia.
Le ipotesi di reato, secondo quanto emerso finora, vanno dalla corruzione al voto di scambio. I destinatari sono delle ordinanze di custodia sono
Antonella Accroianò, Oreste De Grossi, Sergio Lagrotteria, Giovanni Parlato, Antonino Ferrante, Eugenio Battaglia, Concetto Bosco Logiudice, Francesco Costanzo, Giuliano Vidoni e l’ex sottosegretario Luigi Meduri.
I reati contestati vanno dall
’associazione per delinquere alla
corruzione, dall’induzione indebita a dare o promettere utilità al voto
di scambio. Il gip ha disposto anche
un sequestro nei confronti di tutti
i dipendenti pubblici per 200mila euro. L’Autorità nazionale
anticorruzione ha già chiesto gli atti dell’inchiesta alla Procura. Il
procuratore capo di Roma
Giuseppe Pignatone ha parlato di “deprimente quotidianità della corruzione”. “La principale indagata (Accroglianò, ndr) va in ufficio tutti i giorni – spiega Pignatone – ma il suo principale lavoro
è gestire questo flusso di corruzione, trattar male chi ritarda i
pagamenti”. Un vero e proprio “ufficio mazzette che si incaricava delle
riscossioni” l’ha definito il procuratore capo. Pignatone ha
sottolineato che “ancora una volta che senza intercettazioni,
telefoniche e ambientali, processi per corruzione non se ne possono
fare”.
L’indagine, dice la Finanza, ha svelato uno scenario “disarmante” in cui la corruzione ed il pagamento di tangenti sono un “
sistema assolutamente strutturato e per nulla episodico”. Secondo gli uomini delle Fiamme Gialle in Anas c’era una vera e propria “
cellula criminale”
che aveva un “diffuso rapporto di connivenza in tutta Italia” e che
utilizzata, come nei contesti mafiosi, dei pizzini per scambiarsi le
informazioni tra gli imprenditori ed i funzionari pubblici corrotti, “in
modo da non lasciare traccia di quelli che erano gli accordi
corruttivi”. Insomma, “un sistema collaudato, tutt’altro che episodico”.
In questo contesto l’ex sottosegretario Meduri era “un
oscuro faccendiere” e interfaccia politica della “Dama nera”, il dirigente dell’Anas
Antonella Accroglianò,
considerata dagli investigatori al vertice dell’organizzazione. A casa
della madre della Accroglianò sono stati sequestrati 70mila euro in
contanti e gioielli. Secondo le ipotesi della Procura, Meduri veicolava
richieste corruttive legate all’assegnazione di appalti e richiedeva
assunzioni all’Anas garantendo voti al fratello della Accroglianò o
assicurando posti di lavoro alla Regione Calabria.
L’esponente politico coinvolto è
Luigi Meduri, 73 anni, che fu sottosegretario per due anni, nel secondo
governo Prodi, dal 2006 al 2008, in quota Margherita, con ministro
Antonio Di Pietro. Dal gennaio 1999 all’aprile 2000 Meduri, reggino, aveva ricoperto anche la carica di presidente della
Regione Calabria. Meduri
è stato deputato dal 2001 al 2006. Ma anche dopo la sua uscita dal
Parlamento continuava a frequentare a distanza di anni praticamente ogni
giorno il Transatlantico di Montecitorio. Fu tra gli ex popolari che
alle primarie del 2009 sostennero la candidatura a segretario del Pd di
Pierluigi Bersani e a quelle del 2013 appoggiarono
Gianni Cuperlo.
Meno di un mese fa in Toscana erano finiti ai domiciliari i vertici
di tutta l’Anas in un’altra inchiesta per corruzione, con 24 indagati:
la magistratura in quel caso aveva parlato di un “
collaudato sistema di corruzione“.
Il presidente di Anas
Gianni Vittorio Armani ha
espresso “piena fiducia nel lavoro della Procura di Roma, con l’auspicio
che possa arrivare velocemente a fare chiarezza sui fatti ed aiutare il
vertice dell’azienda a voltare pagina”. Anas sta “attivamente
collaborando alle indagini della Guardia di Finanza, dando il massimo
supporto anche in qualità di parte offesa dai fatti oggetto di indagine,
accaduti negli anni passati”. L’Anas, annuncia la società, si
costituirà in giudizio quale parte offesa. Anche “ho parlato col
presidente dell’Anas Gianni Vittorio Armani e ho detto di offrire
massima collaborazione”. Così il ministro delle Infrastrutture e
Trasporti, Graziano Delrio, a margine di un incontro all’Enel in cui ha
sottolineato: “La nostra linea è molto semplice, vogliamo assoluta
trasparenza e collaborazione con le forze dell’ordine e con la
magistratura”.
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