La Corte dei Conti di Palermo sanziona l'ex presidente Cuffaro e i suoi ex assessori tra cui Casco, Granata e Pistorio. Alla vigilia delle elezioni del 2006 il numero delle ambulanze era passato da 167 a 280. Per la magistratura contabile l'operazione fu guidata da "logiche clientelari".
ilfattoquotidiano.it di Giuseppe Pipitone | 28 febbraio 2013
Oltre cinquecento autisti di ambulanza assunti secondo logiche clientelari alla vigilia delle elezioni regionali del 2006. Assunzioni inutili che avrebbero provocato un danno di dodici milioni di euro alle casse della Regione Sicilia. Almeno secondo i giudici la Corte dei Conti di Palermo che hanno condannato i 17 esponenti politici portati in giudizio dal procuratore regionale Guido Carlino e del pubblico ministero Gianluca Albo. Molti sono ex assessori della giunta guidata dall’ex governatore Salvatore Cuffaro, attualmente detenuto nel carcere romano di Rebibbia dove sta scontando sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra. Oltre allo stesso ex presidente i giudici contabili hanno quindi condannato i suoi ex assessori Innocenzo Leontini, Antonio D’Aquino, Francesco Scoma e Francesco Cascio del Pdl, Fabio Granata di Futuro e Libertà, Michele Cimino, prima fedelissimo di Gianfranco Miccichè e ora nel Megafono di Rosario Crocetta, Mario Parlavecchio e Giovanni Pistorio dell’Udc e Carmelo Lo Monte, primo dei non eletti alla Camera nella lista di Bruno Tabacci.
La Corte dei Conti ha condannato anche i componenti della commissione Sanità dell’Assemblea regionale siciliana che avrebbero avallato l’assunzione degli oltre 500 nuovi dipendenti del servizio 118, ovvero i deputati dell’Udc Nino Dina e David Costa, Giuseppe Basile del Movimento per l’Autonomia e i berlusconiani Giuseppe Arcidiacono, Giancarlo Confalone, Angelo Stefano Moschetto e Santi Formica. Tutti e 17 dovranno versare nelle casse della Regione i 12 milioni di euro di danno erariale che avrebbero provocato con quelle assunzioni inutili. In pratica dovranno scucire di tasca propria circa 730 mila euro a testa. La richiesta della procura era anche maggiore.
Gli inquirenti della corte dei conti avevano contestato ai politici un danno erariale addirittura di 37 milioni di euro soltanto nel biennio 2006-2008. I giudici, dopo l’assoluzione in primo grado, hanno optato per una condanna in appello, seppur “scontata” di 25 milioni di euro. La sentenza sarebbe esecutiva. Il condizionale infatti è d’obbligo. I politici probabilmente faranno ricorso in Cassazione chiedendo la sospensione dell’esecutività della sentenza. Per le condanne della Corte dei Conti però, gli ermellini possono esprimersi soltanto a livello giurisdizionale, ovvero senza entrare nel merito della sentenza. La suprema corte dovrà dunque valutare se la competenza spettasse davvero alla corte dei conti. In caso contrario i 17 esponenti politici dovevano essere processati da un ordinario tribunale civile.
Durante il governo Cuffaro, la Regione Sicilia aveva affidato ad una società, la Sise, la gestione del servizio di emergenza ospedaliera, ovvero il 118. La convenzione era scaduta nel 2005, ma alla vigilia delle elezioni regionali l’ex governatore Cuffaro, gli assessori e i deputati della commissione sanità avevano deciso di potenziare il servizio. Il numero delle ambulanze era passato da 167 a 280, mentre l’orario settimanale di servizio degli autisti era stato diminuito da 36 ore settimanali a 30, per consentire quindi l’assunzione di 512 nuovi dipendenti. Assunzioni considerate oggi completamente inutili. Se non per scopi che i magistrati della corte dei conti valutano con due semplici parole: “Logiche clientelari”.
Nessun commento:
Posta un commento