venerdì 29 marzo 2013

L’affondo di Hollande: Italia populista

«Attenzione agli egoismi nazionali» Il troppo rigore rischia di far esplodere l’Europa, innescando pericolose derive populiste, «coma sta succedendo in Italia». Francois Hollande lancia l’allarme sulla linea di eccessiva austerity imposta in Europa dalla cancelliera Angela Merkel e usa la carta della «fragilità» di alcuni Paesi - tra i quali inserisce l’Italia - per rilanciare la necessità di spingere sulla crescita. In Francia e in tutta Europa.

lastampa.it
In 45 minuti di intervista fiume alla tv nazionale, Hollande ha provato a ribaltare dieci mesi fallimentari: la missione si è però rivelata impossibile per il presidente, che in diretta ha ammesso stasera di aver «non aver saputo capire in anticipo che la crisi sarebbe stata così lunga». Lui si è presentato combattivo, difendendo il suo operato e chiedendo tempo di fronte a sondaggi sempre più negativi. Ma ha dovuto riconoscere che uno dei simboli della sua campagna elettorale, la «tassa sui ricchi», è fallita ed ha fatto un’apertura sull’età pensionabile.


«Sapevo che c’era questa crisi - ha esordito Hollande - ma non avevamo previsto che sarebbe durata così a lungo. Ho varato una politica, gli strumenti ormai sono in campo ma bisogna utilizzarli pienamente». Il presidente ha sostenuto che la crisi dell’euro «è risolta», anche se resta la crisi di «paesi piccoli» come Cipro, e un’Italia «sempre fragile». Ma ha subito aggiunto che il suo «obiettivo numero uno è invertire la curva della disoccupazione entro il 2013», aggiungendo che «non si tratta di un pronostico, ma di una battaglia».
La sua presidenza mantiene la rotta di puntare «alla crescita», perché - ha detto - «è in discussione la produzione nazionale, vedo i dipendenti senza lavoro che non capiscono e ho il dovere di riportare la crescita e la competitività». Hollande ha affermato di aver mantenuto la promessa di battersi da subito in Europa per la fine dell’austerità, che significherebbe «condannare l’Ue all’esplosione», avvertendo che già «montano i populismi»: «guardate l’Italia, la Grecia...», ha rimarcato.

Il capo dell’Eliseo ha ammesso che la sua «tassa sui ricchi» è tramontata per una decisione del Consiglio costituzionale, «che rispetto», ha precisato. Al suo posto, proverà a varare un provvedimento per la «trasparenza nelle remunerazioni delle grandi imprese. Quando superano un milione di euro, saranno le imprese a pagare un contributo che, in totale, arriverà al 75%». Per la prima volta, ha poi aperto sull’età della pensione, affermando che «chi ha cominciato a lavorare presto» deve poter lasciare al momento giusto, ma «visto che la speranza di vita è aumentata, bisogna versare più contributi».

L’intervento in tv, il primo da quando Hollande fece i tradizionali auguri di fine anno ai francesi, si era reso indispensabile negli ultimi giorni, con una contestazione e un’impopolarità che salgono a vista d’occhio, nelle cifre dei sondaggi, nelle piazze in subbuglio, davanti alle fabbriche che chiudono. Tante promesse e, per ora, resta in piedi soltanto la contestatissima legge sulle nozze gay, simbolo di politica progressista ma non automaticamente popolare fra la gente attanagliata dalla crisi. Sul tema, bollente più che mai viste anche le centinaia di manifestanti contrari che lo hanno contestato all’arrivo negli studi televisivi, è rimasto fermo, pur confermando l’esclusione della procreazione assistita per i gay e aggiungendo di «comprendere» il disaccordo di una parte della società.

Giorno dopo giorno, non c’è pace per il presidente: alla fine di tutti i mesi piovono le cifre dell’immancabile nuovo record dei disoccupati (3,2 milioni il triste primato di due giorni fa), l’obiettivo di riportare il deficit al 3% del Pil nel 2013 è già fallito, la sua tassa sui ricchi è naufragata fra bocciature della Corte costituzionale e fughe eccellenti dal paese (i `paperoni´ Arnault in Belgio e Depardieu in Russia, su tutti), il potere d’acquisto è in picchiata inarrestabile. Hollande è fra i più impopolari della storia dei presidenti dopo 10 mesi di Eliseo (il 51% lo ritiene un cattivo capo dello stato, solo il 22% ne ha un giudizio positivo). 

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