Gli agenti del Coisp a Ferrara per il congresso regionale sostano provocatoriamente sotto la finestra dove lavora Patrizia Moretti: "La legge non è uguale per tutti". Il sindaco Tagliani prova a farli spostare e viene allontanato. Poi la donna scende e mostra la foto del figlio morto.
Per questo lo stesso sindaco Tiziano Tagliani è sceso in strada per incontrare i manifestanti e chiedere di spostare il sit-in di qualche decina di metri. “Vorrei solo evitare delle letture strumentali”, ha detto il primo cittadino al segretario generale Franco Maccanti, che per tutta risposta gli ha detto di non aver “mai visto in tutta Italia un sindaco comportarsi come lei. Non avrebbe fatto questa discesa con nessuno. L’ha fatto con noi perché noi siamo corretti”. A gettare benzina sul fuoco si è aggiunto l’europarlamentare ex Pdl e poi Fli Salato (famoso per aver chiesto aerei diretti tra Strasburgo e le capitali europee: “a volte siamo costretti a cambiare tre aerei”): “Lei è il sindaco? Bene, se ne può andare”. Il clima si accende e Tagliani: “mi mandano via nella mia città, quando ho solo chiesto di spostarsi di qualche metro. Sono anni che cerco di riappacificare il clima tra le gente e le forze dell’ordine. Prima c’era il sospetto, ora c’è la certezza che si trattava di una strumentalizzazione”.
A quel punto, andato via sdegnato Tagliani, è arrivata la Moretti, che ha srotolato la foto del figlio davanti ai manifestanti. Con quell’immagine è rimasta qualche istante di fronte alle bandiere del Coisp. Davanti all’esposizione dell’immagine del diciottenne privo di vita i manifestanti hanno voltato le spalle. Poi, dopo qualche minuto, se ne sono andati verso il Circolo dei Negozianti, per partecipare al dibattito “Poliziotti in carcere, criminali fuori, la legge è uguale per tutti?”. E nel corso del dibattito Maccanti non ha perso l’occasione per chiarire i pensieri del Coisp di fronte a una “stampa vigliacca e penosa che ha pubblicato cose ignobili, compreso il non voler prendere atto che la foto di stamattina non è stata ammessa in tribunale perché non veritiera”. A onor di cronaca proprio riferendosi a quella foto il pm Nicola Proto, in sede di requisitoria, chiese la condanna degli agenti: “la foto di Federico parlano al posto suo, lui non può più”.
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