Disguidi per milioni di internauti. Alla base dei disagi, lo scontro tra un gruppo anti-spam e un provider olandese. L'escalation dopo l'innalzamento dei controlli, con la rete congestionata da messaggi indesiderati e dall'inasprirsi della battaglia tra gli spammer e i sorveglianti. Nessun sito italiano colpito.
repubblica.itUNO dei più grandi attacchi al web della storia, che sta mettendo in seria difficoltà la rete, congestionata come non mai da una vera e propria invasione di spam. Alla base dei disguidi per milioni di internauti c'è lo scontro tra un gruppo che si occupa di combattere gli spam, Spamhaus, e un provider olandese, la Cyberbunker. Una storia che il New York Times porta alle cronache, lanciando l'allarme: "Internet potrebbe crollare sotto il peso di questa cyberguerra". Ma per ora non si registrano siti italiani travolti dall'onda.
Spamhaus ha registrato attacchi web di portata mai raggiunta finora. Sono milioni gli utenti internet che hanno riscontrato rallentamenti nella navigazione e nell'uso di servizi di streaming. Secondo ingegneri che monitorizzano lo stato della Rete, gli attacchi dventano sempre più intensi e si ripercuotono sulla Rete mondiale. Il timore è che si possa arrivare a un punto in cui gli utenti non riescano più a raggiungere servizi di base e ormai essenziali come la posta elettronica e l'e-banking.
Il conflitto tra Spamhaus e Cyberbunker ha conosciuto un'escalation negli ultimi tempi. Cyberbunker è un'azienda olandese con sede all'interno di un bosco. La struttura che ospita i server è un vero e proprio bunker, inaccessibile e nascosto. E a questa azienda si affidano molti "imprenditori" del web per inviare spam a milioni di utenti internet in tutto il mondo. Spamhaus ha aggiunto Cyberbunker alla lista nera degli spammatori e dal 19 marzo gli attacchi si sono intensificati. La mossa ha generato una particolare attenzione verso Cyberbunker da parte di Spamhaus, che compila gli elenchi degli spammer nel mondo. E descrivono gli olandesi come "Matti". "Pensano di avere il diritto di spammare", dice Patrick Gilmore di Akamai Networks. Dal canto suo Cyberbunker offre servizi web a tutti, ma non ospita siti di informazione terroristica e pedopornografia, per "scelta aziendale". E da SpamHaus pensano che il nome dietro alle aggressioni informatiche sia collegabile a Cyberbunker.
Dati incredibili. L'attacco informatico verso Spamhaus è stimato in 300 miliard di bit al secondo, che ne fa il più potente assalto informatico di ogni tempo per un'aggressione del tipo Distributed Denial of Service, ovvero Ddos. Gli attacchi di Spamhaus sono generati dalle classiche reti di "botnet", e i flussi di dati che queste riescono a convogliare sono più ampi di quelli generati dalle connessioni internet di intere nazioni. Così, nasce lo squilibrio. Gilmore fa un esempio: "E' come se sparassero con una mitraglia sulla folla solo per uccidere una persona". Gli attacchi sono stati rivelati per la prima volta da Cloudflare, un'azienda di sicurezza IT della Silicon Valley. Solo per aver segnalato il problema, sono diventati oggetto di una campagna di spam. "Sono bombe atomiche digitali", diche Matthew Prince di Cloudflare: "Possono causare facilmente danni incredibili". Come ad esempio il crollo di tutta la Rete. Uno scenario un tempo da romanzo fantascientifico. E oggi così vicino alla realtà. (27 marzo 2013)
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