mercoledì 27 marzo 2013

Regione Lazio, M5S si taglia lo stipendio: «Finanzieremo progetti per i cittadini»

I consiglieri del movimento di Grillo chiedono le dimissioni dell'assessore Righini condannato in primo grado per turbativa d'asta che replica: non mi dimetto.

ROMA - Secondo giorno di seduta del consiglio regionale del Lazio che si è aperto con la notizia della condanna di un neoconsigliere per associazione a delinquere. Non è iniziata nel migliore dei modi l'avventura alla Pisana per Giancarlo Righini, unico eletto di Fratelli d'Italia, che è stato condannato dal Tribunale di Velletri in primo grado per turbativa d'asta.
La vicenda risale al 2005 quando Righini era assessore ai Lavori pubblici del comune alle porte di Roma: «Il processo si è concluso in un modo inaccettabile - ha commentato all'ANSA il neoletto - e visto che arriva proprio ora a distanza di otto anni non posso che pensare a una sentenza politica». E già annuncia che per ora non lascerà la sua poltrona: «Non è al momento prevista questa possibilita».

Righini è stato pure interdetto dai pubblici uffici e nel caso dovesse abbandonare il suo seggio alla Pisana a lui dovrebbe subentrare il candidato di Fratelli d'Italia con più preferenze: Fabrizio Ghera, attualmente assessore ai Lavori Pubblici di Roma Capitale. La notizia del collega condannato ha rimbalzato tra gli scranni del consiglio e subito il Movimento 5 Stelle ha chiesto le sue dimissioni.

In nome della trasparenza i consiglieri M5S hanno anche chiesto di verificare il doppio incarico dell'assessore regionale Fabio Refrigeri (attualmente anche sindaco di Poggio Mirteto, ndr).

M5S si taglia lo stipendio. «Prenderemo 2.500 euro netti. Il resto lo destineremo ad un fondo, sulla scia del modello Sicilia, per aiutare ad esempio le imprese con il microcredito o altre iniziative dei cittadini» ha dichiarato il consigliere regionale del Lazio M5S Barillari. «Ridurremo parte dello stipendio per finanziare progetti dei cittadini» ha aggiunto. Risponde a M5s Francesco Storace: «Loro facciano quello che vogliono. Noi abbiamo già ridotto i nostri stipendi».

Poi l'attacco di M5S si è nuovamente spostato sulla mancata loro presenza nell'ufficio di presidenza: «Siamo sette ma non siamo soli - ha ricordato durante il suo primo intervento in aula Barillari - Accanto a noi centinaia di persone sono pronte a far sentire le loro voci. I cittadini sono stanchi di essere considerati solo durante le elezioni. Ora serve trasparenza. Noi siamo qui per aprire porte e finestre e portare aria nuova».

Poi rivolgono uno sguardo anche al futuro e si preoccupano di restare fuori dai giochi per quanto riguarda le presidenze delle commissioni - «Ieri Storace si è avvicinato per parlare di commissioni - ha raccontato Barillari parlando nei corridoi della Pisana - Questo è già un modo per fare una trattativa. Non scendiamo a compromessi». Per poi ammettere «la presidenza di vigilanza e controllo è quella interessante e forse più adatta a noi. Siamo qui per controllare».

A rispondere al M5S è stato proprio il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, che ha preso parola al termine della seduta: «Non c'è stato nessun passo indietro nella strada dell'innovazione e della trasparenza della politica» - ha detto respingendo poi l'accusa di inciucio - «Casomai è vero l'opposto. Proprio perché non c'è stato accordo ognuno ha votato i suoi rappresentati nel rispetto dello Statuto».

Poi il neogovernatore ha rivendicato la sua scelta di una giunta tutta di esterni - «è più competitiva, un investimento per lavorare meglio» - e infine ha ammonito: «La prima grande sfida che dovrà affrontare la politica è come rilegittimare la sua azione. La buona politica non va solo citata durante le campagne elettorali ma va praticata».

Nessun commento:

Posta un commento