Crocetta ha deciso per lo stop definitivo al sistema di comunicazione militare Usa a Niscemi, il Muos. Le colossali antenne erano già in costruzione nel cuore di una riserva naturale. Anche il governo Monti d'accordo.
l'espresso di Giovanni Tizian
Divieto di Muos. Lo stop definitivo all'istallazione del sistema di
comunicazione satellitare militare targato Usa è stato annunciato
dal presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta. «Abbiamo
chiesto agli americani di portarci studi seri sull'impatto
ambientale e i rischi per la salute fatti da organismi super partes
e riconosciuti come l'Organizzazione mondiale per la Sanità. Su
questo abbiamo trovato una sponda anche nel governo Monti»,
dichiara a "l'Espresso" il presidente siciliano.
Accordo con Monti trovato solo successivamente alle dichiarazioni del ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri che all'annuncio di revoca delle autorizzazioni da parte di Crocetta aveva risposto che il Muos si sarebbe comunque fatto in quanto "sito di interesse strategico per la difesa nazionale".
Le antenne colossali, fulcro della rete satellitare del Pentagono, sono in costruzione nel comune siciliano di Niscemi, nel cuore di una riserva naturale dove già da venti anni è attiva una centrale di trasmissione dell'Us Navy. Per Washington si tratta di un'installazione fondamentale, destinata a collegare tutte le forze armate, e la diplomazia americana non ha nascosto la preoccupazione per come il vuoto di potere in Italia possa influire sul destino della base.
Ma Crocetta ha decretato la «revoca definitiva di tutte le autorizzazioni» concesse dal suo predecessore Raffaele Lombardo. Una dichiarazione shock che ha sorpreso i giornalisti presenti all'incontro tra lui e il presidente del Senato Pietro Grasso.
A confermare quella che sembrava una trovata estemporanea per raffreddare gli animi in vista della manifestazione "No Muos" di domani a Niscemi, l'intervento dell'assessore al Territorio e Ambiente Mariella Lo Bello: «Considerato che la Marina militare degli Stati Uniti non ha ancora sospeso i lavori sussistono motivi di interesse pubblico, visto che ad oggi mancano indagini preliminari sulle interferenze del Muos rispetto alla navigazione aerea relativa all'aeroporto di Comiso e studi in materia di tutela della salute, l'assessorato regionale Territorio e Ambiente ha disposto la revoca della autorizzazione con prescrizioni all'istallazione del sistema di comunicazione satellitare Muos».
In altre parole, «in accordo anche con il governo sospendiamo i lavori perché mancano studi seri sull'impatto ambientale e sulla salute dei cittadini», spiega a "l'Espresso" il presidente Crocetta.
Il niet della Giunta, che su questo punto trova l'accordo del Movimento 5 stelle, arriva dopo un lungo percorso di protesta dei comitati cittadini nati a Niscemi nel periodo in cui sulla poltrona di sindaco sedeva Giovanni Di Martino. Sindaco che per lungo tempo è rimasto inascoltato anche dal suo stesso partito quando nell'era Lombardo divideva la guida della Regione con il Movimento per l'Autonomia di Lombardo.
Crocetta ha fatto sua la battaglia, e interviene a qualche giorno di distanza dalla pronuncia della Cassazione che ha dichiarato inammissibile - senza però entrare nel merito della questione- il ricorso sul dissequestro dei cantieri fatto dalla Procura di Caltagirone. Per i pm guidati da Francesco Paolo Giordano il cantiere dell'antenna americana è abusivo e aveva ordinato di mettere i sigilli alle opere. Una decisione smentita dalla Suprema Corte. Ma i pubblici ministeri intendono proseguire nelle indagini, per capire se le irregolarità riscontrate nelle procedure di autorizzazione al Muos sono frutto di errore o nascondano qualcosa di più grave, fino a configurare reati penali.
Uno scenario che adesso viene complicato dal provvedimento di Crocetta, che rende di fatto il cantiere abusivo.«Credo che difficilmente possano continuare i lavori che allo stato sono sospesi, visto che anche il Governo è d'accordo sugli accertamenti richiesti agli Usa», precisa Crocetta.
Da quanto appreso da "l'Espresso" i militari ora possono appellarsi al Tribunale amministrativo. Nel caso dovessero perdere tutti i ricorsi, la legge è chiara: un'opera senza autorizzazioni deve essere smantellata. E dunque sarà necessario ristabilire le condizioni precedenti all'inizio lavori. In questo caso non mancherebbero le penali da pagare alle aziende coinvolte nella realizzazione del Muos. E si parla di cifre enormi.
Su un aspetto non c'è dubbio: gli Usa devono rispettare la
decisione della Regione. Altrimenti ci sarebbero gli estremi
affinché la Procura di Caltagirone apra un nuovo fascicolo e
proceda per far rispettare la legge italiana. Perché la base, e
questo lo spiegano bene gli inquirenti nella richiesta di
sequestro, è sotto la giurisdizione nazionale, a differenza di
quanto pensano i militari americani. Se non rispettano la decisione
quindi potrebbe iniziare un'indagine che andrebbe a colpire i
vertici dell'Aeronautica militare di Sigonella, in quanto, secondo
fonti de "l'Espresso" sarebbero loro i responsabili italiani della
base di Niscemi. Accordo con Monti trovato solo successivamente alle dichiarazioni del ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri che all'annuncio di revoca delle autorizzazioni da parte di Crocetta aveva risposto che il Muos si sarebbe comunque fatto in quanto "sito di interesse strategico per la difesa nazionale".
Le antenne colossali, fulcro della rete satellitare del Pentagono, sono in costruzione nel comune siciliano di Niscemi, nel cuore di una riserva naturale dove già da venti anni è attiva una centrale di trasmissione dell'Us Navy. Per Washington si tratta di un'installazione fondamentale, destinata a collegare tutte le forze armate, e la diplomazia americana non ha nascosto la preoccupazione per come il vuoto di potere in Italia possa influire sul destino della base.
Ma Crocetta ha decretato la «revoca definitiva di tutte le autorizzazioni» concesse dal suo predecessore Raffaele Lombardo. Una dichiarazione shock che ha sorpreso i giornalisti presenti all'incontro tra lui e il presidente del Senato Pietro Grasso.
A confermare quella che sembrava una trovata estemporanea per raffreddare gli animi in vista della manifestazione "No Muos" di domani a Niscemi, l'intervento dell'assessore al Territorio e Ambiente Mariella Lo Bello: «Considerato che la Marina militare degli Stati Uniti non ha ancora sospeso i lavori sussistono motivi di interesse pubblico, visto che ad oggi mancano indagini preliminari sulle interferenze del Muos rispetto alla navigazione aerea relativa all'aeroporto di Comiso e studi in materia di tutela della salute, l'assessorato regionale Territorio e Ambiente ha disposto la revoca della autorizzazione con prescrizioni all'istallazione del sistema di comunicazione satellitare Muos».
In altre parole, «in accordo anche con il governo sospendiamo i lavori perché mancano studi seri sull'impatto ambientale e sulla salute dei cittadini», spiega a "l'Espresso" il presidente Crocetta.
Il niet della Giunta, che su questo punto trova l'accordo del Movimento 5 stelle, arriva dopo un lungo percorso di protesta dei comitati cittadini nati a Niscemi nel periodo in cui sulla poltrona di sindaco sedeva Giovanni Di Martino. Sindaco che per lungo tempo è rimasto inascoltato anche dal suo stesso partito quando nell'era Lombardo divideva la guida della Regione con il Movimento per l'Autonomia di Lombardo.
Crocetta ha fatto sua la battaglia, e interviene a qualche giorno di distanza dalla pronuncia della Cassazione che ha dichiarato inammissibile - senza però entrare nel merito della questione- il ricorso sul dissequestro dei cantieri fatto dalla Procura di Caltagirone. Per i pm guidati da Francesco Paolo Giordano il cantiere dell'antenna americana è abusivo e aveva ordinato di mettere i sigilli alle opere. Una decisione smentita dalla Suprema Corte. Ma i pubblici ministeri intendono proseguire nelle indagini, per capire se le irregolarità riscontrate nelle procedure di autorizzazione al Muos sono frutto di errore o nascondano qualcosa di più grave, fino a configurare reati penali.
Uno scenario che adesso viene complicato dal provvedimento di Crocetta, che rende di fatto il cantiere abusivo.«Credo che difficilmente possano continuare i lavori che allo stato sono sospesi, visto che anche il Governo è d'accordo sugli accertamenti richiesti agli Usa», precisa Crocetta.
Da quanto appreso da "l'Espresso" i militari ora possono appellarsi al Tribunale amministrativo. Nel caso dovessero perdere tutti i ricorsi, la legge è chiara: un'opera senza autorizzazioni deve essere smantellata. E dunque sarà necessario ristabilire le condizioni precedenti all'inizio lavori. In questo caso non mancherebbero le penali da pagare alle aziende coinvolte nella realizzazione del Muos. E si parla di cifre enormi.
Insomma la partita è più che aperta, in gioco ci sono interessi locali, nazionali e internazionali.
Al centro del match una comunità, Niscemi. Stretta tra i fumi tossici della vicina Enichem di Gela, a soli dieci chilometri, e le radiazioni delle onde elettromagnetiche emanate dalle 46 antenne della stazione radio americana dove il Muos prende forma, che dista dal centro cittadino solo 3 chilometri. Anche questa è un anomalia. Sono attive già tre antenne nel mondo come quella in costruzione in Sicilia, ma sono piazzate in zone desertiche e isolate.
In Sicilia il sole sa già di estate. E riscalda gli animi. Sabato il popolo No Muos si è dato appuntamento davanti alla base niscemese di Contrado Ulmo. Sono attese 10 mila persone da tutta Italia. In Sicilia arriveranno anche alcuni esponenti dei No Tav, degli autonomi dei centi sociali di Torino e Roma. Tra le forze dell'ordine la preoccupazione è massima. In questi giorni gli investigatori hanno ritrovato lungo il percorso cui si snoderà il corteo sacchi con sassi e assi di legno chiodati artigianalmente. Il timore che la protesta a cui parteciperanno famiglie e cittadini di Niscemi, possa trasformarsi in una guerriglia urbana in stile Val di Susa, agita la vigilia di questa calda giornata di primavera. «Sabato il governo regionale parteciperà alla manifestazione», afferma il presidente. E sul pericolo scontri? «Sarebbe un danno enorme per il movimento: c'è la revoca e l'accordo del governo italiano», conclude.
Nessun commento:
Posta un commento