Firenze 25 marzo. Le battaglie storiche contro le grandi opere devastatrici come quella del sottoattraversamento di Firenze dell’alta velocità non trovano ancora sbocco politico nelle istituzioni – nonostante chi, come noi, ne aveva sempre sottolineato le lampanti criticità – ma giustizia nei tribunali, così come grandi vittorie come quella del referendum sull’acqua relativa alla cancellazione della remunerazione per legge del capitale investito fino ad oggi sono generalmente inapplicate, ma non dai tribunali amministrativi.
di Monica SgherriDi questi giorni la sentenza del Tar Toscana che annulla la decisione dell’Autorità Idrica dando così ragione al ricorso presentato dal Forum Toscano dei Movimenti per l’acqua contro le tariffe praticate dai gestori che, alla faccia del chiarissimo risultato referendario, continuavano a prevedere “la remunerazione del capitale investito”. Nuovamente in Toscana la pagina di giustizia è scritta da un tribunale.
L’autorità idrica Toscana, l’organo dei sindaci che dal 2012 aveva sostituito i vecchi Ato, aveva infatti deciso di soprassedere all’applicazione dell’esito referendario, e di soprassedere anche a quanto indicato dall’autorità per l’energia elettrica ed il gas nel metodo tariffario transitorio che preveda un fondo finalizzato alle detrazioni in bolletta, come se l’applicazione del referendum fosse un optional aleatorio. Addirittura il direttore generale dell’Autorità idrica invitata i cittadini a star tranquilli, garantendo come punto di vanto che non ci sarebbe stato alcun aumento nelle tariffe rispetto a quanto deliberato nel 2011. Come dire, nessuna diminuzione (leggasi cancellazione della remunerazione del capitale investito) ma in cambio nessun aumento!
Per il rispetto della volontà referendaria si era espresso anche il Consiglio Regionale approvando una risoluzione, di cui eravamo i firmatari. Ma gli uffici della Giunta, nella nota di attuazione della risoluzione, confermano la sostanziale mancanza di ruolo e di competenza della Regione nella definizione delle tariffe, in capo esclusivamente all’autorità idrica, e sul piano politico ribadiva invece il ruolo essenziale che avrebbe potuto svolgere il costituendo comitato per la qualità del servizio idrico integrato, voluto dal nostro Gruppo, proprio per seguire queste vertenze. Dunque in materia la Regione non ha potuto nulla!
Il presidente dell’autorità idrica toscana, il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi il quale è anche presidente dell’Anci Toscana asseriva, come possiamo leggere sulle cronache locali “ In una condizione ideale, con una rete idrica all’avanguardia potremmo sì pensare di destinare tale somma a nuovi sgravi in bolletta: questa non è però la condizione della Toscana che ha 5 mila chilometri di rete idrica che necessitano di continui e maggiori investimenti” Insomma il sindaco con questa motivazione ignorava completamente l’esito referendario, ma fortunatamente non il Tar!
Contro la decisione di congelamento della tariffa idrica prendeva posizione anche il presidente di Federconsumatori denunciando di far rientrare dalla finestra quanto uscito dalla porta e questo in un periodo di grave recessione economica dove tutti i giorni i gestori minacciano di chiudere l’acqua ad interi condomini, per l’insolvenza di qualche famiglia in seria difficoltà economica che non paga le bollette!
La sentenza del Tar è una sentenza storica, dichiarare illegittime le tariffe praticate dai gestori significa rispettare prima di tutto l’esito referendario, che era applicabile fin da subito, e soprattutto significa riaprire concretamente la strada della ripubblicizzazione del servizio idrico. Una pagina importante che difenderà tutti quei cittadini che, aderendo alla campagna di Obbedienza Civile promossa dal Forum dell’acqua, si sono autoridotti le bollette “obbedendo” agli esiti referendari. Dunque ridiventa attuale l’imperativo di rimborsate quanto dovuto.
E al presidente dell’autorità idrica, nonché presidente dell’Anci toscana diciamo: la rete idrica invecchia, lo sappiamo, le perdite di rete oggi al 39% sono destinate a salire fino al 50% proprio perché le risorse non bastano. Ma la risposta sta nel riportare i grandi investimenti plurigenerazionali nella fiscalità generale, come si fa per ospedali e scuole, liberando così la tariffa da spese insostenibili. Solo così si potrà far fronte alla manutenzione ordinaria, altro che disapplicare i referendum! “Cari sindaci avete toppato” scrive un comunicato territoriale del forum dell’acqua. E’ vero. Ora cari sindaci, adoperatevi per rispettare il referendum!
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