martedì 26 marzo 2013

Pd, Bersani: "No a scambi per il Quirinale". Renzi non va: "Ma resto leale a Pierluigi"


 


Il sindaco di Firenze, come annunciato, non prende parte alla riunione perché "convocata all'ultimo momento". Ma ribadisce il suo sostegno nei confronti del segretario del partito. Apre i lavori Letta: "Responsabilità, ma solo per il cambiamento".

Pd, Bersani: "No a scambi per il Quirinale".  Renzi non va: "Ma resto leale a Pierluigi"repubblica.it ROMA - "Noi non chiediamo a nessuno l'impossibile". Lo ha chiarito Pierluigi Bersani, parlando alla direzione del Pd del tentativo di costruire una maggioranza di governo. "Noi - ha osservato - chiediamo a Scelta civica una intesa e agli altri di non impedire una soluzione". "Gli incontri con le parti sociali ci portano davvero a dire che questo Paese è veramente nei guai - ha proseguito - E tutte le leggerezze sono destituite di ogni fondamento: non ci sono dividendi dell'austerità. Nei prossimi mesi la situazione vede a giugno e luglio arrivare Imu, Iva e Tares e non ci sono gli ammortizzatori. Per non parlare dei Comuni e dei problemi del Mezzogiorno". "Il Pd si mette al servizio del Paese per dare un governo. E lo facciamo con tutta la buona volontà", ha insistito il segretario democratico.

Appello agli altri partiti. "Chiediamo a Pdl-Lega di uscire da ambiti che sono un cascame della campagna elettorale - ha detto ancora Bersani - e chiediamo al Movimento 5 Stelle, in un momento decisivo per il Paese, se vogliono essere una comunità segregata o una forza politica che si prende qualche responsabilità, nei limiti in cui può prenderserla. Per il Paese".

Nessuno scambio. Quanto alle pressioni arrivate in queste ore dal centrodestra sul tema della scelta per il Quirinale, con
la promessa di un via libera al governo in cambio di un candidato moderato ribadita anche oggi da Alfano, Bersani ha chiarito: "Non mescoliamo temi ultronei, non portiamo le nostre istituzioni a questo livello. Non mi si parli di scambi, siamo disponibili a ragionare, con assunzione comune di responsabilità". Il leader del Pd ha confermato quindi il suo no ad uno scambio ma il suo sì a un ragionamento comune, a una comune assunzione di responsabilità: "dipenderà anche dal fatto che ci possa essere un percorso, che non si fermi come è successo invece per le presidenze delle Camere. Lì poi abbiamo fatto una scelta di novità, ma il cambiamento può avvenire anche in una chiave più aperta", ha assicurato.

Eslcuse elezioni anticipate. La riunione, durata meno di un'ora in tutto, era iniziata con l'intervento del vicesegretario Enrico Letta.  Il risultato elettorale, ha spiegato Letta, ha dato un esito che "non è risolvibile come in Grecia", con un nuovo voto vista la legge elettorale. "Sappiamo che applicata a un sistema con tre forze politiche non darebbe la maggioranza a nessuno", ha aggiunto. "Se non c'è iniziativa politica - ha concluso - il sistema è in un cul de sac dal quale non si esce. Una soluzione dinamica è l'unica che può muovere un quadro bloccato, nuove elezioni non darebbero una soluzione".

Responsabilità, ma per cambiare. "Non c'è responsabilità senza cambiamento", ha avvertito ancora il vicesegretario. "Sappiamo che non possiamo essere incastrati in una logica di sola responsabilità senza cambiamento mentre intorno a noi c'è una irresponsabilità diffusa. L'iniziativa politica del governo Bersani ci ha fatto fare dei passi importanti perché si è detto che il Pd offre questa proposta. Giorgio Napolitano, nel dare il preicarico, lo ha motivato spiegando che il Pd è la forza maggioritaria nel Parlamento e Bersani, suo segretario, ha maggiori chance di allargare questa forza".

La sfida a Grillo. Se il Pd prende l'iniziativa e il  Movimento 5 Stelle è costretto a inseguire allora Beppe Grillo commette errori, ha sottolineato Letta. Il vicesegretario ha ricordato quindi l'elezione dei presidenti di Camera e Senato. "Solo il mettere in campo una nostra iniziativa e agire all'attacco è in grado di muovere il quadro e creare situazioni che si modifichino, altrimenti siamo nella situazione più scomoda", ha sottolineato.

Serve un partito unito. "Qualsiasi tentativo dopo questo (di Bersani, ndr) è peggiore per il Paese ed è peggiore per il Pd", ha avvisato ancora Letta. "Per questo - ha spiegato - chiederemo a tutti di assumersi le proprie responsabilità, anche con tecniche parlamentari che sappiamo poter essere anche molto fantasiose". Quello del segretario, ha proseguito, "è un "tentativo difficile, ma possibile. Diventa impossibile però senza unità del Pd".

La direzione si è conclusa quindi dopo meno di un'ora perché, come ha spiegato Franco Marini, "c'è un'impostazione politica di fondo che dobbiamo confermare: aprire un dibattito stasera sui contenuti è sbagliato, non lo possiamo fare oggi".

L'assenza di Renzi. Alla riunione non era presente Matteo Renzi. Nel corso di un'intervista all'emittente fiorentina Radio Toscana, il sindaco di Firenze aveva anticipato la sua decisione: "No, per un motivo molto semplice: è stata convocata all'ultimo momento, e io sto a Firenze a fare il sindaco". Ha auspicato però che il segretario del Pd ce la faccia, ribadendo la sua lealtà: "Bersani sta provando a formare un governo e io spero che, per il bene dell'Italia, ce la faccia - aveva detto - La mia serietà e la mia lealtà sono fuori discussione".

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