contropiano
Sotto la pressione della destra interna, Corbyn apre alla discussione parlamentare sul tema.
Svolta nella posizione del Partito Laburista sulla Brexit: per la prima volta (in un documento presentato lunedì, in occasione della
nuova dichiarazione di intenti del governo per le negoziazioni con
l’UE), la principale formazione dell’opposizione a Theresa May si è
espressa in favore di un voto parlamentare sull’opportunità di
un secondo referendum.
È la prima volta che il Labour chiede ai
parlamentari di prendere formalmente in considerazione una seconda
consultazione, sebbene l’emendamento non impegni in alcun modo la
leadership del partito a sostenere l’opzione referendaria, qualora tale
voto dovesse effettivamente aver luogo alla Camera dei Comuni.
Il
documento chiede al Governo May che il parlamento possa esprimere il
proprio parere su due ulteriori opzioni: il piano alternativo per
l’uscita dall’Unione Europea formulato dal Labour (che prevede la
permanenza del Regno Unito nell’Unione Doganale) e, appunto,
l’effettuazione di un secondo referendum.
Tutto
ciò avviene mentre esplodono le contraddizioni interne tra Jeremy
Corbyn (affiancato da molti dei suoi più stretti alleati), notoriamente
scettico rispetto all’idea di un secondo referendum, ed una crescente
fronda interna di euro-entusiasti, che include il ministro-ombra per la
Brexit, Keir Starmer, e una settantina di parlamentari della destra
laburista.
Il
piano del Labour, che Corbyn vorrebbe fosse posto al voto in
parlamento, propone che, a valle della Brexit, il Regno Unito rimanga in
un’unione doganale con l’Unione Europea e preservi una forte relazione
con il mercato unico, conservando, inoltre, il grosso della legislazione
di matrice europea su materie quali ambiente, lavoro, diritti dei
consumatori.
Corbyn
ha dichiarato: “Si dovrebbe consentire al parlamento di votare su più
opzioni, per trovare una soluzione condivisa, porre fine a questa
situazione di stallo e prevenire il caos di una uscita senza accordo con
l’UE. È tempo che il piano alternativo proposto dal Labour possa essere
discusso, mantenendo, nel frattempo, aperte altre strade, compresa
quella di una ulteriore consultazione pubblica”.
Il
parlamentare della destra laburista ed esplicito sostenitore del
secondo referendum David Lammy ha affermato che l’apertura ad una
discussione parlamentare sul secondo referendum rappresenta “un grande
passo in avanti”.
Al
contempo, il piano alternativo laburista è stato aspramente criticato, e
bollato come “irrealistico” dalla campagna europeista “People’s Vote”
(che vanta tra i suoi finanziatori George Soros). “Si tratta di un
piano”, ha aggiunto l’analisi, “che ha molti punti in comune con la
campagna pro-Leave del 2016: tante promesse, di cui poche effettivamente
realizzabili”. Voci critiche, da sinistra, pongono invece l’accento
sulle difficoltà
che potrebbero derivare dalla partecipazione ad una unione doganale
senza aver alcun diritto di influenzarne le politiche commerciali.
Nessun commento:
Posta un commento