Sono imprenditori che lavorano in Slovacchia. La polizia ha condotto raid in case e aziende legate a Vadalà, di origine calabrese, a Michalovce e Trebisov, nell’est del Paese, tutte “persone nominate a più riprese dalla stampa, tra cui nell’ultimo articolo di Kuciak” ha fatto sapere il capo della polizia slovacca, Tibor Gaspar. La pista principale delle indagini è proprio quella “italiana“, con al centro la ‘ndrangheta: Gaspar ha reso noto che nel corso delle perquisizioni sono state arrestate complessivamente una decina di persone.
Un’ipotesi avvalorata anche dal procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, che ai microfoni di Radio 1 ha detto: “È ovvio che la ‘ndrangheta è capace di fare queste cose. È radicata, non infiltrata, non solo in tutta Italia ma anche nei paesi europei come Germania, Svizzera ma anche nell’est europeo, oltre che in Slovacchia anche in Bulgaria e in Romania. La ‘ndrangheta si sta estendendo verso l’Est. Va dove c’è da gestire potere e denaro e dove ci sono da gestire opportunità. Le mafie stanno acquistando latifondi per piantare vigneti, per piantare colture, il cui fine è quello di arrivare ai contributi europei“.
“Hanno cominciato a svolgere attività imprenditoriali qui e sfruttare i fondi europei, ma soprattutto a costruire rapporti con importanti persone degli ambienti politici, fino all’ufficio del Governo della Repubblica slovacca”, ha scritto Kuciak. Il giornalista raccontava i legami d’affari di Maria Troskova, l’assistente di Fico, e di Villiam Jasan, ex deputato dello Smer, partito del premier e attuale segretario del Consiglio di sicurezza con un imprenditore italiano di una delle quattro famiglie citate. “Vuol dire che due soggetti dell’entourage della persona arrivata in Slovacchia, denunciato in un caso di mafia in Italia, sono ogni giorno in contatto con il premier: le ha scelte Robert Fico in persona”, ha scritto il giornalista. Ieri Marek Madaric, ministro slovacco della Cultura, ha rassegnato le dimissioni pur non essendo citato nell’articolo. Passo indietro anche per Troskova e Jasan.
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