"La sentenza di primo grado è stata un’operazione notarile. Adesso invece va riconosciuto che il Mondo di Mezzo è mafia e il capo dell’organizzazione era l'ex Nar", ha detto procuratore generale di Roma, Pietro Catalani. Alla sbarra ci sono 43 persone, per 19 dei quali la procura di Roma contesta l’associazione di stampo mafioso, accusa non riconosciuta nel processo di primo grado.
Alla sbarra ci sono 43 persone, per 19 dei quali la procura di Roma contesta l’associazione di stampo mafioso, accusa non riconosciuta nel processo di primo grado. In totale le condanne emesse dalla X sezione penale del tribunale capitolino ammontavano a 287 anni di carcere per 41 imputati. Cinque persone furono assolte. Vent’anni la condanna per Carminati, diciannome per il ras delle cooperative, Salvatore Buzzi. Secondo i giudici del primo grado, infatti, erano i vertici di due diverse associazioni a delinquere semplici.
La requisitoria dei pm durerà almeno altre due udienze nelle quali si alterneranno i pg Catalani e Antonio Sensale e il pm di Roma, Luca Tescaroli che insieme al procuratore Giuseppe Pignatone e agli aggiunti Paolo Ielo e Giuseppe Cascini ha condotto le indagini e rappresentato l’accusa nel processo di primo grado. Durante una delle scorse udienze dell’appello, invece, Giosuè Naso, legale di Carminati, è tornato a minacciare il giornalista dell’Espresso Lirio Abbate. “Ripeto ciò che ho già detto in primo grado: questo è un processetto, mediaticamente costruito in una certa maniera per condizionarvi, anche con le inchieste del giornalista Lirio Abbate, che io ribattezzato Delirio Abbate“, ha detto il difensore del Cecato.
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