Questo post è a cura del dott. Bruno
Carli, socio della Classe di Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali
dell'Accademia dei Lincei e rappresentante italiano nel Panel Ambiente
di Easac (European Academies Science Advisory Council).
Accademia dei Lincei
Easac
ha pubblicato un aggiornamento del rapporto sugli eventi estremi che
colpiscono l'Europa. Easac è l'associazione delle accademie europee che
fornisce alla politica informazione indipendente su temi scientifici di
rilevanza sociale. Per l'Italia partecipa all'associazione l'Accademia
Nazionale dei Lincei.
Gli
eventi estremi sono un problema molto dibattuto per le gravi
conseguenze economiche e sociali e per l'ancora incerta attribuzione al
cambiamento climatico. La manifestazione più significativa del
cambiamento climatico è l'aumento del valor medio della temperatura
della superficie terrestre,
il così detto riscaldamento globale, che è
ormai un fatto accertato con gravi conseguenze come lo scioglimento dei
ghiacciai, l'innalzamento del livello del mare e una maggiore diffusione
della desertificazione. Sappiamo anche che
la causa principale del
riscaldamento globale è l'attività umana con l'uso di combustibili
fossili e con le pratiche intensive di coltivazione ed allevamento.
Il
discorso è più complicato quando si parla di eventi estremi quali
siccità e alluvioni, gelate e ondate di caldo. È ragionevole pensare che
con il riscaldamento globale ci sia più energia e vapore acqueo
nell'atmosfera e gli eventi estremi siano favoriti, ma la fluidodinamica
del sistema meteorologico implica meccanismi complessi di circolazione
atmosferica che rendono difficile avere certezze scientifiche su questi
fenomeni.
Lo
studio di Easac, di cui già cinque anni fa erano state pubblicate delle
prime considerazioni, parte dall'osservazione di un sintomo: il calcolo
dei danni causati da alcuni eventi estremi in Europa negli ultimi anni.
L'aumento dei danni non può essere dimostrazione dell'aumento delle
cause perché anche altri processi, quale una maggiore antropizzazione e
cattiva o virtuosa gestione del territorio, possono contribuire alla
quantificazione degli effetti. Tuttavia
per tutti gli eventi
meteorologici presi in considerazione osserviamo nel tempo un
sistematico aumento dei danni, mentre lo stesso non avviene per eventi
estremi geofisici come i vulcani e i terremoti.
Nel
recente aggiornamento, Easac mette in evidenza che i dati raccolti
negli ultimi anni confermano e rafforzano l'evidenza presentata nel
rapporto originale e segnala alcuni importanti sviluppi nella
comprensione scientifica degli eventi estremi.
Tangibili cambiamenti
sono stati osservati in alcuni fenomeni che sono direttamente collegati
agli eventi estremi, quali un indebolimento dei processi che concorrono
alla corrente del Golfo e una diretta relazione fra il riscaldamento
della zona Artica e gli eventi di freddo estremo invernale che
colpiscono l'Europa e il Nord America. Anche le capacità di previsione
dei modelli stanno facendo dei progressi ed esistono risultati che
indicano, sebbene non ancora in modo del tutto concorde, un aumento di
alcuni eventi estremi come effetto del riscaldamento globale in corso.
L'aumento
storico dei danni e le prime evidenze scientifiche di un aumento della
frequenza e dell'intensità degli eventi estremi a causa del
riscaldamento globale (del quale è ormai certa un'ulteriore crescita nei
prossimi anni)
portano a concludere che siamo esposti ad un rischio
crescente di eventi estremi ed è necessario adottare idonee misure
preventive di adattamento.
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