"I nostri torturatori sono ai vertici della polizia, come possiamo chiedere all’Egitto di consegnarci i loro torturatori?", aveva domandato martedì sera parlando del ricercatore friulano durante un dibattito sulla difesa dei diritti internazionali all’Ordine degli avvocati di Genova. Il capo della polizia: "Chiediamo rispetto in nome di chi ha dato il sangue".
“In nome di chi ha dato il sangue, di chi ha dato la vita chiediamo rispetto“, ha detto Gabrielli a un’iniziativa ad Agrigento in ricordo di Beppe Montana, il capo della Catturandi di Palermo ucciso dalla mafia nel 1985, definendo “oltraggiose” “le parole di chi non più tardi di ieri ha detto che ai vertici della polizia ci sono dei torturatori“. “Noi facciamo i conti con la nostra storia ogni giorno, noi sappiamo riconoscere i nostri errori. Noi, al contrario di altri, sappiamo pesare i comportamenti. Ma al contrario di altri – ha concluso tra gli applausi – ogni giorno i nostri uomini e le nostre donne, su tutto il territorio nazionale, garantiscono la serenità, la sicurezza e la tranquillità. Ed in nome di chi ha dato il sangue, di chi ha dato la vita, chiediamo rispetto, e gli arditi parallelismi e le infamanti accuse, qualificano soltanto chi li proferisce”.
Ora le frasi pronunciate dal sostituto procuratore finiscono sotto la lente della Cassazione: il procuratore generale Riccardo Fuzio ha avviato accertamenti preliminari sul pubblico ministero e acquisirà tutti gli elementi conoscitivi sulle dichiarazioni rese ieri dal magistrato sui casi giudiziari del G8 e sulla morte del ricercatore friulano avvenuta sulla superstrada che collega il Cairo ad Alessandria d’Egitto tra il gennaio e il febbraio del 2016.
Quella di Zucca “è stata una dichiarazione impegnativa con qualche parola inappropriata“, ha commentato il vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura Giovanni Legnini, che in apertura del plenum ha anche espresso “stima e fiducia ai vertici delle forze di polizia”.
Nella serata di martedì si rincorrevano voci sulla volontà del ministero della Giustizia di acquisire sia gli atti cartacei che, se disponibili, eventuali video relativi all’intervento del pm. Che già in passato, e più volte, aveva duramente criticato l’operato della Polizia con riferimento ai fatti di Genova: in particolare, in un dibattito pubblico aveva parlato di una “totale rimozione” delle vicende del G8 e del rifiuto per anni da parte della polizia italiana, diversamente da quella straniere, di “leggere se stessa” per “evitare il ripetersi” di errori. Immediata era stata la reazione dell’allora capo della polizia Alessandro Pansa che, d’intesa col ministro dell’Interno dell’epoca Angelino Alfano, aveva lamentato la lesione dell’onorabilità della polizia, chiedendo al guardasigilli Andrea Orlando l’avvio di un’azione disciplinare nei confronti.
Nessun commento:
Posta un commento