Al Corriere mettono in evidenza le contraddizioni della strategia italiana: "Ci chiede di disattendere regole che ha sottoscritto a livello internazionale".
"Le Ong sono presenti nel nostro Paese da decenni, hanno vinto premi Nobel e godono del supporto attivo di milioni di persone in Italia e nel mondo. Difendono i diritti dei cittadini, proteggono le persone vulnerabili, assistono le vittime di guerre e disastri, lottano contro la povertà e l'esclusione sociale. Sono un patrimonio della nostra società di cui essere fieri"Quanto accade in Italia in queste settimane però non dimostra questa fierezza.
"Se oggi la società civile che aiuta e protegge viene criminalizzata e intimidita si finisce con il produrre un danno grave per tutti. Un'irresponsabile campagna di ostilità, opportunisticamente alimentata da tanti esponenti politici e opinionisti, dovrebbe trovare nelle Istituzioni una ferma opposizione, non un inaccettabile avallo".Le Ong segnalano la contraddizione che emerge dalla strategia italiana.
"Le organizzazioni umanitarie operano in base a rigorose norme concordate sul piano globale che sono state avallate dagli Stati sottoscrivendo convenzioni internazionali vincolanti in materia di diritti umani e diritto umanitario, riconosciute in sede Onu, riprese dall'Ue e nelle leggi nazionali. Questi reciproci impegni sono la garanzia di un aiuto umanitario efficace e imparziale" [...] "Oggi lo Stato Italiano chiede a queste organizzazioni di disattendere alle norme che esso stesso ha sottoscritto in sede internazionale. Con l'unico effetto di comprometterne la credibilità, pregiudicare la loro possibilità di fornire aiuti in contesti difficili, e renderne difficile o impossibile l'azione dove è più necessaria per il bene di tutti. Crediamo sia doveroso chiedere allo Stato di rispettare le regole internazionali che ha sottoscritto nell'interesse di tutti".
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