martedì 22 agosto 2017

I motivi geofisici del terremoto di Ischia.

L’isola di Ischia è un’isola vulcanica, ma della sua storia geologica si sente parlare molto poco. 

it.businessinsider.com Luigi Bignami
Eppure l’isola ha avuto un passato estremamente turbolento, vissuto in parte sotto il livello del mare e in parte al di sopra. Insieme a Vivara, Procida e Monte di Procida, Ischia costituisce in realtà un allineamento di complesse strutture vulcaniche.
Insieme ai Campi Flegrei e al Vesuvio Ischia si trova sul bordo del Tirreno meridionale, dove l’attività geologica legata all’apertura del Mar Tirreno (sembra infatti che l’area meridionale del Mar Tirreno si comporti come un oceano in espansione) ha portato alla formazione di innalzamenti e abbassamenti della crosta marina. Tali innalzamenti si chiamano “horst”, mentre gli abbassamenti “graben”. Essi presentano una direzione nordovest-sudest e nordest-sudovest.
Per avere un’idea si immagini una serie di blocchi di crosta in parte innalzata e in parte abbassata. Tra un blocco e l’altro le fratture hanno permesso da un lato la formazione di magma e dall’altro la sua risalita. Tali fratture, chiamate faglie, hanno interessato profondamente l’isola di Ischia e la maggior parte hanno un andamento con direzione nordest-sudovest; molte si estendono fino all’isola di Procida e ai Campi Flegrei.

La carta geologica di Ischia.
E proprio lungo la direzione di queste faglie vi sono diversi “duomi vulcanici” (ossia risalite di magma), come quello di Campagnano, il Monte di Vezzi, il Monte Barano e Punta della Signora.
A sudovest dell’isola però c’è un’importante faglia con direzione nordovest-sudest.
Il cuore dell’isola invece è caratterizzata da una depressione che è il risultato di una caldera che si formò nel corso di una delle eruzioni più importanti che interessarono Ischia: quella denominata del Tufo Verde del Monte Epomeo e che si verificò 55.000 anni fa. Al termine di quell’eruzione il mare si impossessò della caldera e di altre aree emerse che ritorneranno in superficie con il trascorrere del tempo grazie a spinte geologiche e a un abbassamento del mare. L’eruzione del Monte Epomeo mise un po’ di pace a un’attività molto violenta che iniziò molto probabilmente circa 150.000 anni fa e che vide numerose eruzioni esplosive di energia molto variabile.
I tre periodi
Da allora le eruzioni non sono terminate, ma possono essere suddivise in tre periodi abbastanza ben delineati.
Il primo periodo si protrasse da 55.000 anni fa a 33.000 anni or sono e vide una serie di eruzioni in parte sottomarine e in parte in superficie.
Durante il secondo periodo che si ebbe tra 28.000 e 18.000 anni fa l’attività vulcanica iniziò con l’eruzione di Grotta di Terra alla quale si succedettero varie eruzioni in parte esplosive e in parte effusive.
L’ultimo periodo è iniziato circa 10.000 anni fa ed è terminato nel 1302 dopo Cristo.
Tra 18.000 e 10.000 anni or sono ci fu un lungo periodo di stasi che si spense con l’inizio di una serie di eruzioni effusive che si sono alternate ad eruzioni esplosive, l’ultima delle quali avvenne nel 1302, dando origine alla colata lavica dell’Arso. La maggior parte dei centri eruttivi di questo periodo sono situati ad est del Monte Epomeo.
Oggi l’isola si erge per 787 metri sul livello del mare e ad essi vanno aggiunti altri 130 metri circa che si trovano al di sotto della superficie marina. Il terremoto che ha interessato l’isola il 21 agosto e che stando alle coordinate dell’Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia si è verificato in mare a circa 3 chilometri a nord dall’isola è da inquadrare in questa complessa situazione geologica e nonostante la relativa bassa intensità (Magnitudo 4) è stato particolarmente sentito perché molto superficiale in quanto l’ipocentro è stato localizzato a soli 5 chilometri di profondità.
Va anche segnalato un altro terremoto tristemente famoso, quello di Casamicciola del 1883 che uccise oltre 2mila persone e fece crollare l’80% delle case. Tra le vittime la famiglia di quello che sarebbe diventato il filosofo Benedetto Croce che, all’epoca 17enne, si salvò fortunosamente.

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