Pierfranco Pellizzetti Saggista
Mal me ne incolse, vista l’onda anomala di melma sotto forma di commenti da cui sono stato sommerso. E se non vi sono annegato è solo per l’inveterato masochismo di non volermi allineare al luogo comune dilagante. E sì. Perché buona parte dei commenti ripetevano, in varie tonalità insultanti, lo stesso concetto: “Prenditeli in casa tua, questi immigrati!”. Non di rado specificando trattarsi di esponenti della media borghesia africana, spinta dal fancazzismo a farsi mantenere qui da noi.
Al di là del momentaneo orrore per questi spurghi di odio, trovo una continuità, almeno da alcuni decenni, in queste insorgenze mentali di massa; che ogni volta individuano il mostro contro cui indirizzare ondate di risentimento. Guarda caso, ripetendo pappagallescamente lessici e metafore dei loro aizzatori: se oggi la canea attizzata dal trio Salvini-Di Maio-Minniti (con Matteo Renzi all’inseguimento) ripete l’identico rosario di invettive contro gli immigrati traghettati dai taxi del mare e ospitati al Grand Hotel, gli adepti della setta grillesca scimmiottavano il Guru con un florilegio di “onestà” contro cui andranno a sbattere i “rosiconi”.
La trasformazione dell’opinione pubblica in un gregge facilmente capace di imbizzarrirsi si è acuita nella Seconda Repubblica: abbiamo assistito alla parabola discendente di Mani Pulite e dei suoi magistrati, prima acclamati come paladini della giustizia e poi trasformati in killer della legalità; se avanzavi sospetti sull’essenza dipietrista di Italia dei Valori (già incubatore fanatizzante di biografie grilline, ma anche shopping center per campagne acquisto berlusconiano di parlamentari con il cartellino del prezzo) venivi crocefisso in effige dagli adepti; quando giunse la stagione dei mercatisti liberisti – da Mario Monti a Michele Boldrin – e timidamente si diceva che le loro ricette pro-establishment (dal salvataggio delle banche come priorità, al buono-scuola per favorire quelle religiose private) avrebbero fatto dilagare la disuguaglianza, i loro supporters, economisti immaginari, ti zittivano sbattendoti in faccia i palmares scientifici dei loro eroi (per una breve stagione). Poi è arrivata l’Europa e l’Euro, un tempo àncora di salvezza italica, trasformati nevroticamente nella summa di ogni peccato. Però ora, stante che criticare Bruxelles presenta qualche pericolo per chi aspira a Palazzo Chigi, il mirino si sposta sui dannati della terra e su chi vorrebbe salvarli da morte certa.
Chiamasi “distrazione di massa”. Quanto questo dipende da un sistema mediatico degenerato, al servizio permanente del “pensiero pensabile”? Quanto dipende da un potere che sentendosi minacciato produce diversivi a ripetizione?
Comunque: italiani brava gente? Ma per favore…
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