mercoledì 2 agosto 2017

Canapa. Canavì, nelle Marche il primo vino alla cannabis italiano ed europeo.

Una bottiglia di Canavì – foto Luca Giampaolini
Per adesso è un prodotto di nicchia, sulle 1.200 bottiglie prodotte e appena andate in distribuzione. Ne danno notizia sia WineNews che Ancona Today. Tecnicamente e per dettami di legge non si può etichettare il Canavì come vino, ma come bevanda aromatizzata con una base di vino Verdicchio e di canapa.
Sempre secondo la norma nazionale il prodotto è ampiamente sotto la soglia di THC consentita (massimo lo 0,6 per cento) visto che le analisi sulle infiorescenze utilizzate hanno dato come valore lo 0,4 per cento. Prossima produzione di bottiglie alla successiva raccolta della canapa: viene utilizzato solo prodotto fresco.

“Al momento lo abbiamo fatto degustare ad alcune enoteche che sono rimaste soddisfatte e lo hanno ordinato – spiega Alessio Amatori – un esperimento ben riuscito che al momento non è replicabile visto che usiamo infiorescenze fresche e il raccolto annuale si fa a luglio. L’idea mi è venuta prendendo spunto dagli Stati Uniti dove già hanno iniziato a produrre questo tipo di prodotto. Conoscendo Andrea Pieralisi gliel’ho proposto. Lui ne ha parlato con il suo enologo, l’idea è piaciuta ed è nato Canavì”.

Fino a ora l’utilizzo della canapa in campo alimentare ha visto nascere una vasta gamma di prodotti grazie a farina e olio derivati dai semi della pianta, quindi dalle pizze ai biscotti e alla pasta, solo per fare un brevissimo esempio. Poi le creme spalmabili di canapa, l’unione con il cioccolato, dal bianco al fondente, per farne tavolette dal gusto unico. Senza dimenticare le tante birre artigianali vista la “parentela della canapa con il luppolo.
Adesso tocca al vino e quale migliore tradizione vinicola se non quella di Monte Schiavo (anche pagina Facebook) Fra i migliori secondo la guida francese internazionale Gilbert et Gaillard edizione 2017, i suoi “Le Giuncare 2015”, un Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Riserva Classico, il “Pallio di San Floriano 2016”, un Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Superiore o il “Coste del Molino 2016” Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico. Solo per citare un trio di opere d’arte del vino.
Monte Schiavo, panoramica di alcuni suoi vigneti – foto dal sito aziendale
Alessio Amatori ha messo di suo circa 30 ettari e le infiorescenze delle piante lì coltivate nella sua Canapa Verde (anche pagina Facebook), azienda Bio dedita alla canapicoltura e alla produzione alimentare: cinque tipi diversi di pasta (con semola di grano duro integrale macinata a pietra coltivata nelle Marche con aggiunta di 5 per cento di farina di canapa – essiccatura lenta a bassa temperatura), piadine sfogliate con farina di canapa al 5 per cento, poi olio vergine da semi di canapa, farine, sapone vegetale all’olio di canapa.

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