I membri dell’associazione
Anguillara in Movimento hanno partecipato, insieme al Deputato del
Movimento Cinque Stelle Luca Frusone e il suo entourage, ad un incontro
con la SoGiN.
osservatorelaziale.it di Silvia Silvestri
I più informati sapranno senz’altro cosa si intende per “Deposito Nazionale Unico dei Rifiuti Radioattivi”. Di questo argomento se ne parla ormai da anni, nel 1990 il Cipe deliberò la messa in custodia di tutti gli impianti nucleari, aboliti tre anni dopo dal referendum popolare; nel 1998 la Commissione Grandi Rischi presentò un progetto per la “sistemazione dei rifiuti radioattivi”, l’anno seguente il ministro dell’industria Pierluigi Bersani stabilì le strategie italiane (linee guida diventate operative dal 2001) in materia di trattamento delle scorie radioattive bloccandone il trasferimento all’estero. In attesa della creazione di un sito unico di stoccaggio, fu affidato all’Enel il compito del trattamento e della conservazione in contenitori di sicurezza delle sostanze nucleari.
Per svolgere il decommissioning, azioni di trattamento e stoccaggio dei rifiuti radioattivi e attività di “demolizione” di un impianto nucleare con la rimozione di ogni vincolo dovuto alla presenza di materiali radioattivi ed alla restituzione del sito per altri usi, l’Enel creò nel 1999 la So.Gi.N.
Nel 2003 ci fu un primo tentativo del governo per individuare la località idonea alla realizzazione del deposito nazionale. Il progetto venne accantonato per il forte contrasto che ci fu tra i cittadini di Scanzano Jonico, luogo deputato a sito nazionale, e lo Stato.
Dopo un lungo silenzio, nei quali il governo Berlusconi aveva addirittura tentato di riprendere il discorso sulle centrali nucleari, nel 2010 esce il D.lgs numero 31 (Disciplina della localizzazione, della realizzazione e dell’esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché misure compensative e campagne informative al pubblico) e nel 2011 l’Unione Europea introduce una direttiva per la “gestione responsabile e sicura” del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi.
La direttiva Europea ha procurato l’effetto di risvegliare dal torpore che sull’argomento affliggeva i nostri politici è stata quindi riavviata la procedure per individuare il sito dove verrà insediato il Deposito Nazionale e, attraverso il D.lgs 45/14 ha recepito la Direttiva EURATOM che prevede che a capo dell'Isin siano scelte persone di indiscussa moralità e indipendenza, di comprovata e documentata esperienza e professionalità ed elevata qualificazione e competenza nei settori della sicurezza nucleare, della radioprotezione, della tutela dell'ambiente e sulla valutazione di progetti complessi e di difesa contro gli eventi estremi naturali o incidentali.
I ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente hanno incaricato la Società Gestione Impianti Nucleari (Sogin) e l’Istituto superiore per la protezione ambientale (Ispra) di effettuare gli approfondimenti tecnici che serviranno per la pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti nucleari, cioè la lista dei luoghi tra i quali verrà scelto il sito che ospiterà la più indesiderata discarica d’Italia.
A che punto siamo? Che genere di materiali verranno stoccati nel Depositato Nazionale? Come sarà fatto il deposito? Come verrà selezionata la zona dove sorgerà la nuova struttura? Quali pericoli si potrebbero correre? Che ruolo ha la struttura della Casaccia gestita da Enea?
Per avere risposte a queste domande il giorno 2 ottobre, presso l’Enea Casaccia, membri dell’associazione Anguillara in Movimento hanno partecipato, insieme al Deputato del Movimento Cinque Stelle Luca Frusone e il suo entourage, ad un incontro con la SoGiN.
Considerando che la regione Lazio, in base alle linee guida dell’ISPA, potrebbe essere tra quelle adatte ad ospitare la struttura di stoccaggio e che fino ad ora il centro di ricerca di Enea Casaccia è sembrato come una scatola chiusa, come cittadini di Anguillara ma soprattutto come Movimento riteniamo indispensabile che su un argomento delicato come quello dei rifiuti radioattivi e della loro gestione ci sia la massima informazione e trasparenza e condivisione.
L’incontro con il personale della SoGiN è stato molto cordiale e i rappresentanti della società hanno risposto alle nostre domande per quanto di loro competenza.
SoGiN, il 2 gennaio di quest’anno, ha presentato la prima versione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) che contiene la mappa dei potenziali siti dove potrebbe sorgere l’impianto. A seguito delle richieste di ulteriori verifiche da parte dei Ministeri (Ambiente e Sviluppo Economico) dell’ISPRA e della IAEA nel mese di luglio è stata prodotta una nuova versione del documento.
Considerata la classificazione di riservatezza di tale documento i rappresentanti della SoGiN non hanno potuto rivelarne il contenuto.
Il documento sarà reso pubblico solo dopo il nulla osta che sarà rilasciato dai Ministeri, atto che sarebbe dovuto pervenire dopo 30 giorni dalla data di consegna del CNAPI.
Dopo la fase di Pubblicazione della Carta ci sarà una fase di informazione e consultazione. Entro 60 giorni la Sogin S.p.A. dovrà promuovere un Seminario nazionale con gli stakeholder (soggetti interessati). Si proseguirà poi con una serie di passaggi rigidamente predefiniti alla negoziazione con gli enti locali fino all’individuazione dei soggetti che si dichiareranno favorevoli alla presenza del sito sul proprio territorio.
In caso di assenza di manifestazioni di interesse o del raggiungimento di un’intesa, il Governo deciderà unilateralmente e autoritativamente in quale sito dovrà essere realizzato il Deposito Nazionale.
Per capire meglio i tipi di materiale e la struttura del Deposito Nazionale bisogna stabilire i criteri di classificazione dei materiali, tale criterio è basato sul contenuto di radioattività, in quanto determina il livello di protezione richiesto durante le diverse fasi di gestione, e il tempo di dimezzamento dei radionuclidi, in quanto definisce il periodo di tempo durante il quale il rifiuto continua a rappresentare un rischio potenziale e quindi determina le modalità di smaltimento finale.
Considerando questo criterio di classificazione sono individuate tre classi di rifiuti:
Rifiuti ad alta attività (HLW)
Rifiuti a media attività (ILW)
Rifiuti a bassa attività (LLW)
Sulla base del tempo di dimezzamento si possono discriminare due principali classi e le relative ipotesi di smaltimento:
Rifiuti a vita breve-media (≤ 300 anni) Depositi superficiali o a bassa profondità
Rifiuti a vita lunga (> 300 anni) Formazioni geologiche a grande profondità
Considerando la classificazione il Deposito Nazionale sarà destinato a titolo definitivo allo smaltimento dei rifiuti radioattivi a bassa e media attività', derivanti da attività di ricerca (12.000 metri cubi) e medico-sanitarie e industriali (19.000 metri cubi) e dalla pregressa gestione di impianti nucleari per la produzione di energia elettrica (44.000 metri cubi), e all'immagazzinamento, a titolo provvisorio di lunga durata, dei rifiuti ad alta attività e del combustibile irraggiato provenienti dalla pregressa gestione di impianti nucleari (15.000 metri cubi).
Il Deposito Nazionale sarà costituito, oltre che da strutture tecnologiche di supporto, da una serie di costruzioni in calcestruzzo armato che conterranno moduli in calcestruzzo speciale. All’interno dei moduli verranno posizionati dei contenitori metallici con i rifiuti radioattivi già condizionati. Una volta completato il riempimento, le costruzioni saranno impermeabilizzate con una copertura di materiali inerti e impermeabili.
In un altra area del deposito, sarà realizzato un complesso di edifici idoneo allo stoccaggio di circa 15.000 metri cubi di rifiuti ad alta attività, che resteranno al Deposito per un massimo di 50 anni per poi essere sistemati definitivamente in un deposito geologico di profondità.
La SoGiN, per quanto riguarda il futuro deposito geologico, considerato il volume abbastanza limitato dei rifiuti ad alta attività e lunga vita, confida nell’individuazione di un sito comune per tutta l’Unione Europea.
Per stimolare l’interesse al progetto dei soggetti coinvolti, assieme al Deposito Nazionale, sarà realizzato un Parco Tecnologico. Tali parco avrà il duplice obiettivo di stimolare l’innovazione scientifica e tecnologica dell’industria nazionale e costituirà un polo di attrazione per occupazione qualificata nella zona interessata al sito.
Un altro argomento trattato durante l’incontro con il personale della SoGiN ha riguardato le attività che si effettuano all’interno delle strutture di Enea Casaccia ed è stato posto l’accento sulla questione sicurezza e sulle attività di prevenzione e informazione che il centro attua sia esternamente che nei confronti degli abitanti che vivono nelle vicinanze che internamente per i lavoratori del centro.
Come cittadini di Anguillara siamo preoccupati della poca trasparenza che fino ad oggi ha caratterizzato le attività che si svolgono all’interno del centro di ricerche, la preoccupazione è aumentata dopo aver letto la determina dirigenziale R.U. 127 della Provincia di Roma del 14 Gennaio 2013.
Nella determina la Provincia di Roma autorizza la Nucleco (altra società partecipata SoGiN che opera all’interno del centro) alla costruzione di un nuovo impianto di trattamento e stoccaggio rifiuti radioattivi.
Alle nostre domande su quale sarà l’obiettivo di questo nuovo impianto e quale tipologia di materiale verrà trattato al suo interno i dipendenti della SoGiN hanno dichiarato la questione non di loro competenza offrendosi di organizzare un nuovo incontro al quale parteciperanno anche i responsabili della Nucleco.
Come gruppo Anguillara in Movimento nell’Aprile 2014 abbiamo collaborato con i nostri rappresentanti alla Camera dei Deputati alla stesura dell’Interrogazione a Risposta Scritta per avere chiarimenti da parte dei Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico sulle attività Nucleco ed in particolare sui motivi della costruzione di un nuovo impianto.
Come spesso avviene in Italia la burocrazia (o la poca voglia di trasparenza) fa da padrone e ad oggi la risposta non è ancora stata scritta.
Per quanto riguarda la sicurezza dei cittadini esiste un Piano, di competenza del Prefetto, delle attività da porre in essere in caso di emergenze radiologiche. Nel documento sono definiti i ruoli degli enti preposti alla tutela della popolazione e prevede l’insieme coordinato delle misure e degli interventi qualora un evento incidentale provochi emissioni e dispersione di radionuclidi, determinando contaminazione dell’aria e del suolo in zone esterne al perimetro dell’installazione.
Da quanto abbiamo potuto leggere da un documento trovato in rete, tra le autorità pubbliche coinvolte alla direzione e al coordinamento delle azioni previste dal Piano non è menzionato il Comune di Anguillara. Considerata la poca distanza che intercorre tra il complesso della Casaccia e il territorio del nostro Comune l’esclusione dal Piano ci lascia dubbiosi e per questo motivo chiederemo chiarimenti al Prefetto.
Al termine dell’incontro siamo stati invitati a visionare alcuni reparti dedicati allo smaltimento delle “Camere a Guanti” (strutture utilizzate per il trattamento delle polveri tossiche, nocive e cancerogene). Abbiamo constatato come la rigida procedura di controllo sia in entrata che in uscita a cui vengono sottoposti i lavoratori che operano in questa struttura sia di livello elevato.
In conclusione, nonostante le cordiali e qualificate risposte avute dal personale della SoGiN, ci rimangono ancora molti dubbi sulla loro gestione poco trasparente (commissariamento dell’appalto Cemex, implicazione nell’indagini Expo 2015), sui ritardi nei cronoprogrammi di smantellamento e sicurezza (centro Trisaia) e sull’ incremento dei costi sostenuti dal consumatore in bolletta.
Non capiamo come un Deposito che dovrebbe essere progettato per offrire le massime condizioni di sicurezza per le scorie di bassa e media radioattività (che costituiscono un problema per 300 anni) ospiterà "temporaneamente" anche le scorie ad alta radioattività che restano pericolose per decine o centinaia di migliaia di anni.
Le nostre perplessità aumentano anche per le difficoltà nel definire i ruoli e gli incarichi direzionali dell’ente deputato al controllo (Ispettorato per la Scurezza Nucleare) anche considerando che, contrariamente a quanto indicato nel D.lgs 45/14, la proposta del governo prevede di nominare direttore dell’ISiN una persona che non ha esperienze nel settore.
Come Anguillara in Movimento continueremo a vigilare sul processo decisionale affinché vengano effettuate scelte trasparenti, nell’ambito del rispetto delle norme per la tutela della salute e dell’ambiente, parteciperemo attivamente al processo decisionale con proprie osservazioni e
monitoreremo sulle attività di smantellamento del centro di ricerca della Casaccia.
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