venerdì 23 ottobre 2015

Legge di stabilità. Altra retromarcia di Renzi: stavolta sulle sale gioco. Scontro con le Regioni sulle tasse.

RENZIPrima di partire per la trasferta di una settimana in America Latina, Matteo Renzi ha voluto rivedere punto per punto la legge di stabilità varata la settimana scorsa dal consiglio dei ministri. Tutto passato al setaccio, insieme alla sua squadra di consiglieri a Palazzo Chigi. Obiettivo: tentare di sedare le critiche piovute sulla manovra di bilancio anche a costo di cambiarla. Ed eccola la nuova retromarcia del premier, spiegata nella ‘enews’ diffusa nel tardo pomeriggio, mentre al Quirinale Sergio Mattarella ancora aspetta il testo della legge. Il nuovo dietrofront è sull’apertura delle nuove sale gioco, punto preso di mira dal M5s, ormai unico avversario vero del Pd renziano.

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“Con il nostro governo saranno ridotti a quindicimila i punti gioco. E segnatamente i bar con le macchinette verranno ridotti: da seimila potranno essere al massimo mille”, scrive Renzi, alle prese anche con il ‘fuoco amico’ delle Regioni, che chiedono chiarimenti su tasse e sanità. Con loro lo scontro è aperto.
Sui giochi interviene la ‘sforbiciata’ di Renzi, a fronte degli attacchi dei cinquestelle ma anche delle associazioni dei consumatori. Nei giorni scorsi, il governo aveva precisato che la legge di stabilità non intende aprire 22mila nuove sale gioco (come emerso su alcuni media) bensì confermare i 22mila punti esistenti, per un introito di 500 milioni con l’imposta sui giochi e altri 500 milioni di euro con le “nuove gare”, come recitava la tabella presentata a corredo della manovra di bilancio. Ora la novità, ma il premier non ammette che sia tale, sta nel fatto che Renzi le riduce a 15mila. E ci aggiunge anche la riduzione dei bar con le macchinette: “Da seimila a mille al massimo”.

E’ la seconda retromarcia del premier, dopo quella sulle grandi ville e i castelli ora non più esenti dal pagamento delle tasse sulla prima abitazione, al contrario di quanto previsto inizialmente. Una decisione presa da Renzi – nonostante le resistenze del Tesoro – per controbattere all’agguerritissima artiglieria pentastellata. Non è un caso che nella e-news il premier si rivolga più volte direttamente all’avversario Beppe Grillo. “La verità – scrive Renzi – è semplice: noi stiamo riducendo i punti gioco in Italia e combattendo così l'azzardo. Chi dice il contrario mente. E non è che se lo dice il Blog dell'Elevato (in arte Beppe Grillo) diventa vero. La realtà è più forte delle balle a cinque stelle". Ma tutto questo non basta a sopire l’altro scontro diretto scoppiato oggi: con le Regioni.
Sergio Chiamparino, che si è dimesso dalla presidenza della Conferenza Stato-Regioni per i conti in rosso della Regione Piemonte e non per le critiche alla manovra, ha riunito oggi gli altri governatori. Il messaggio al premier è chiaro. Per i presidenti di Regione “non è possibile” per il governo vietare alle amministrazioni locali di alzare le tasse, come ha detto ieri il premier a ‘Otto e mezzo’. “Non è possibile – dice Chiamparino – al massimo può arrivare una moral suasion. Di certo, nessuno di noi vuole aumentarle…”. Ma, chiarisce il coordinatore degli assessori regionali al Bilancio Massimo Garavaglia, nelle regioni con la sanità in rosso è previsto un aumento automatico di addizionali Irpef e Irap e le Regioni possono anche scegliere di agire sui ticket. Il bello è che le Regioni confermano questa posizione anche dopo la e-news di Renzi, laddove il premier insiste: “E a chi dice che aumenteremo altre tasse, dico che nel 2016 nessun comune o regione le potrà alzare rispetto al 2015, per legge!”.
Il premier vola via dall’Italia per una settimana. Cile, Perù, Colombia e Cuba. Al suo ritorno, terrà gli incontri con i gruppi del Pd per lenire le resistenze interne. Alternativa: porre la questione di fiducia sulla manovra. “A quella parte del Pd che contesta sempre, a prescindere, vorrei domandare: cosa è più di sinistra? Litigare su mille euro di contante o mettere finalmente le risorse sul sociale e sulla povertà?", attacca il premier, "l'anima della legge di stabilità non sono le tasse ma l'investimento nel sociale". Intanto, a sera, l’arrivo della legge di stabilità rivista e corretta viene preannunciato al Colle: l’esame accurato del presidente della Repubblica comincerà domani e durerà 24 ore o molto più probabilmente 48.

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