È il
commento a caldo che Gino Strada (nella foto), un chirurgo che
l’Afghanistan ce l’ha nel cuore, affida a il manifesto .
Ma c’è soprattutto il disprezzo per la
guerra in sé nel cuore e nelle parole del fondatore di Emergency,
e il primo italiano ad aver appena vinto per la sua attività
umanitaria il Right Livelihood Award del Parlamento svedese (il
cosiddetto Nobel alternativo).
«Sì – aggiunge — pura crudeltà: un
ospedale viene bombardato dalle forze Nato in Afghanistan. Per
errore, certo, come per errore in questi anni sono stati uccisi più di
19 mila civili! In realtà – dice Strada riferendosi al recente caso di
Msf a Kunduz — non esistono convenzioni e non esiste diritto
umanitario che possa impedire alla guerra di rivelarsi per quello
che è: un massacro di civili, donne, bambini, medici e infermieri.
Nessuno viene risparmiato. Il bombardamento di un ospedale
è l’evidenza stessa della brutalità della guerra».
Quando gli chiediamo se ritenga che il
bombardamento dell’ospedale di Medici senza frontiere a Kunduz sia
o meno un atto deliberato, risponde così: «Non voglio nemmeno entrare
in considerazioni di questo tipo per un fatto che è comunque
inaccettabile: se poi si è trattato di un atto deliberato o se
invece è stato un errore, se si è trattato di una scelta fatta
a tavolino da un gruppo di idioti o se è invece stato uno sbaglio,
tutto questo mi sembra totalmente irrilevante quanto
inaccettabile. Tutto – conclude – è già nella guerra ed è inutile
stupirsi. È inutile svegliarsi improvvisamente per una cosa che
è sempre successa, succede e succederà se c’è una guerra. La guerra
non si può umanizzare, si può solo abolire».
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