21-22 aprile,presso l'ex Cinema Palazzo/sala Vittorio Arrigoni Convegno a cura del Centro Studi per l'Alternativa Comune in collaborazione con l'Associazione Lavoro e Libertà
Con l'ingresso nella scena di Monti, l'approvazione del Fiscal
Compact e della seconda tranche di aiuti per la Grecia, sembrava essersi
placata la tempesta che si era abbattuta, a partire dalla primavera del
2010, sull'Europa e i suoi Stati più indebitati, i cosiddetti PIIGS
(Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna). Niente di più falso! Il
pericolo insolvenza dalla Grecia, che continua a differire un default
ormai certo, si è spostato in Portogallo e in Spagna, ma avvisaglie
persistenti continuano a mettere in guardia anche l'Italia. Il motivo è
semplice: le politiche di austerità imposte dalla Bundesbank e dalla Bce
non possono far altro che determinare pesantissimi crolli recessivi. È
possibile, infatti, curare con politiche pro-cicliche (deflattive) la
seconda Grande Contrazione (dopo quella del '29) esplosa a partire
dall'agosto del 2007? Evidentemente no e i dati lo dimostrano in termini
inequivocabili. Il Fiscal compact, in assenza
di politiche monetarie espansive e la costruzione di un nuovo welfare
comunitario, non fa altro che incrementare la crisi dei debiti sovrani,
estendendola anche a Paesi che sembravano granitici, come la Francia e
la Germania. Che l'euro continui ad essere a rischio lo segnalano figure
autorevoli come George Soros che, sulla fine dell'euro, al pari di
altri gestori di hedge fund americani, sta da diversi anni
scommettendo e facendo affari. Profezia che si auto-avvera? Probabile.
Ma il punto decisivo è che l'Europa non sta facendo nulla affinché il
disastro sia respinto.
Alla miopia delle politiche economiche si aggiunge la crisi
democratica. Non esistono istituzioni democratiche europee, esiste
piuttosto un'Europa intergovernativa, completamente dominata dall'Europa
della moneta, della Bundesbank e della Bce. A dispetto delle buone
intenzioni della Carta di Nizza (2000), non esiste un'Europa dei diritti
e del welfare, mentre l'Europa dei cittadini, in qualche modo
valorizzata dal Trattato di Lisbona (la possibilità di fare le ICE,
Iniziative dei cittadini europei, referendum propositivi da sottoporre
direttamente alla Commissione), continua a non avere alcuna peso
effettivo nella gestione della crisi economica.
E se l'austerità dirige le scelte di bilancio degli Stati europei, è
la precarizzazione del lavoro a farla da padrone un po' ovunque. Dal
violento riformismo rosso-verde dei programmi Hartz in Germania, alle
riforme del mercato del lavoro di Rajoy e di Monti: fare in pezzi il
diritto del lavoro in nome degli interessi d'impresa è ciò che,
trasversalmente, contraddistingue le politiche sociali di tutti i
governi europei. Meno diritti, maggiore precarietà e, soprattutto, meno
salario. L'attacco ai salari reali, oltre a quelli differiti con il
welfare, è il processo che sta mettendo in ginocchio un'intera
generazione, definendo un impoverimento aspro e repentino. È il modello
sociale europeo, un modello fatto di diritti e di welfare, di inclusione
e di cittadinanza, ad essere messo radicalmente in discussione dalle
ricette neoliberali, ricette che usano la benzina usata negli ultimi
vent'anni per spegnere il fuoco ormai già imponente.
La costruzione di un movimento europeo che sappia contrapporsi a
tutto questo è il tema all'ordine del giorno per chi è indisponibile a
soccombere sotto la scure delle politiche neoliberali. Ridefinire le
tracce di un pensiero critico che sappia cogliere questa sfida, anche
sul terreno dell'analisi, è quanto propone il seminario a cura del Centro studi per l'Alternativa comune e in collaborazione con l'Associazione Lavoro e Libertà.
E questo anche in vista della mobilitazione di Francoforte del 17-19
maggio promossa da una ampio spettro di forze di movimento, sindacali e
politiche tedesche, per rendere visibile l'opposizione nei confronti
delle politiche di austerità imposte dalla Bce.
Programma:21.04 h 10
Introduzione generale ai lavori: Francesco Raparelli
21.04 h 10:15
1. L'euro sotto assedio
Introduce: Luca Casarini
Relazioni di: Christian Marazzi, Klaus Busch, Riccardo Bellofiore
21.04 h 14:30
2. Lavoro senza diritti e reddito minimo garantito
Introduce: Gianni Rinaldini
Relazioni di: Francesco Garibaldo, Antonio Lettieri, Papi Bronzini
22.04 h 10
3. Democrazia, diritti fondamentali e modello sociale europeo
Introduce: Roberto Musacchio
Relazioni di: Richard Hyman, Anna Simone, Federica Giardini
22.04 h 12:30
Per concludere: da Francoforte all'ICE sul reddito
Interventi di: Shendi Veli (Anomalia Sapienza/UniCommon), Lorenzo Marsili (European Alternatives)
Informazioni e contatti: Centri Studi Alternativa Comune
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