giovedì 19 aprile 2012

Marcenaro (Senatore PD): "Necessario introdurre reato tortura"


C'E' VUOTO LEGGE. 67 MILA DETENUTI,AL TOP LOMBARDIA E CAMPANIA (ANSA) - ROMA, 06 MAR - Pur avendo ratificato la convenzione dell'Onu contro la tortura e i trattamenti inumani e degradanti 28 anni fa, l'Italia non ha mai proceduto a inserire nei propri codici un reato specifico e 'l'argomento che le diverse fattispecie di reato gia' previste nel nostro ordinamento sono di per se' sufficienti a coprire ogni ipotesi di tortura si e' gia' in numerose occasioni dimostrato non convincente'. E' la commissione Diritti Umani a sollevare l'opportunita' di riprendere la discussione. E nelle conclusioni al 'Rapporto sullo stato dei diritti umani negli istituti penitenziari e nei centri di accoglienza e trattenimento per migranti in Italia', approvato oggi dalla stessa commissione, riunita a Palazzo Madama, chiedono una discussione parlamentare per aggiungere il reato al codice penale.
Nel Rapporto si da' conto della sentenza recente del Tribunale di Asti che ha assolto agenti della polizia penitenziaria responsabili 'senza alcuna possibilita' di dubbio di torture su detenuti per mancanza della norma necessaria'. La sentenza, hanno convenuto i commissari nelle conclusioni stilate dal presidente della Commissione, Pietro Marcenaro, 'dimostra in modo incontrovertibile l'esistenza di un vuoto al quale e' necessario rimediare immediatamente'. Si tratterebbe 'non solo di un atto di civilta' giuridica e di difesa dei diritti umani delle persone private di liberta' ma anche di tutela e di salvaguardia dei diritti, della dignita' e dell'onore delle forze di sicurezza e degli agenti della Polizia Penitenziaria che non possono essere ingiustamente coinvolte nelle responsabilita' di piccolissime minoranze'.
I senatori propongono dunque di unificare i disegni di legge in materia presentati in passato e dare vita a un unico testo comune, chiedendo che venga quanto prima messo all'ordine del giorno, discusso e approvato.
Il Rapporto, stilato sulla base di una serie di audizioni, si concentra su quattro punti critici: la custodia cautelare in carcere; gli effetti sul sistema penitenziario della legislazione sulla immigrazione irregolare; la carcerazione di detenuti tossicodipendenti o di imputati o condannati per i reati previsti dal Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti; l'impatto della ex- Cirielli del 2005 che ha previsto inasprimenti di pena e un forte irrigidimento delle possibilita' di ottenere misure alternative.
Dai dati del dipartimento del Dap aggiornati al 31 dicembre 2011, si evince che i detenuti in Italia sono 66.897, mentre la capienza regolamentare dei 206 istituti di pena che e' di 45.700 posti. La regione con piu' detenuti e' la Lombardia (9.360 a fronte di 5.416 posti regolamentari in 19 istituti), cui segue la Campania (7.922, nonostante la capienza prevista si fermi a 5.766 posti divisi in 17 case circondariali). Si registra il progressivo aumento dei detenuti stranieri, che superano il 30% della popolazione totale, e l'aumento delle persone ristrette in attesa di giudizio definitivo, la cui percentuale raggiunge il 42% della popolazione detenuta: al 9 febbraio 2012, 27.230 detenuti erano 'non definitivi' e di questi 13.756 in attesa di primo giudizio.
In riferimento alla recidiva il rapporto registra che al 30 giugno 2011 erano 12.462 i soggetti rientrati in carcere dopo aver beneficiato dell'indulto su 36.741, di cui 3.060 stranieri.
Ma il dato del 33,92% relativo al tasso di recidiva dei beneficiari del provvedimento di indulto, dopo 5 anni dall'approvazione della legge, risulta notevolmente inferiore al 68,45 relativo alla recidiva registrato nel 2005.

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