Gli attivisti dovranno rispondere di vari reati. L'irruzione all'allevamento Green Hill di Montichiari è avvenuta ieri in occasione della giornata mondiali per gli animali nei laboratori. La Regione Lombardia: "Per chiudere la struttura bisogna cambiare la legge"
Dodici arrestati in flagranza di reato, otto donne e quattro uomini; una minorenne denunciata a piede libero. E’ il bilancio del blitz animalista del pomeriggio di ieri contro Green Hill, l’allevamento di cani beagle per la vivisezione di Montichiari (in provincia di Brescia). Gli arrestati arrivano da Emilia Romagna, Toscana, Torino, Treviso, Roma e Milano.
Prime stime non ufficiali parlano di danni per circa 250 mila euro all’allevamento di proprietà della multinazionale Marshall.
Gli arrestati dovranno rispondere di accuse che vanno, a vario titolo, dalla rapina in propria, al furto pluriaggravato, violazione di domicilio, invasione di terreni ed edifici, e danneggiamento aggravato alla resistenza e violenza a pubblico ufficiale.
Decine di persone erano entrate nell’allevamento e sono riuscite ad aprire alcune gabbie liberando dei cuccioli di beagle. I cani sono destinati alla vivisezione.La giornata di ieri. Il blitz è stato organizzato in occasione della giornata mondiale per gli animali nei laboratori. Per la prima volta, dopo cortei organizzati per molti anni, l’irruzione all’interno della struttura è riuscita e alcuni cani sono stati sottratti al loro futuro di cavie da laboratorio. Dopo aver aggirato il cordone di sicurezza passando per stradine di campagna insieme ad un gruppo di circa quattrocento persone, intorno alle 16 alcuni manifestanti hanno scavalcato la recinzione dal lato degli uffici della Marshall, la multinazionale proprietaria di Green Hill, dirigendosi di corsa verso i capannoni dove ci sono le gabbie dei beagle. Pochi minuti più tardi l’offensiva si è spostata dal lato dei capannoni, una zona che è stata risistemata e recintata solo di recente. E qui è stato il parapiglia: tanti, forse decine di manifestanti sono riusciti ad entrare nell’allevamento, nonostante il cordone di sicurezza formato da polizia e carabinieri. Per ogni persona che riusciva a scavalcare la recinzione era un applauso. Una gioia per i manifestanti, un senso di liberazione che è diventato commozione con tanto di lacrime versate da qualche attivista quando da uno dei capannoni ragazzi e ragazze hanno cominciato a portare fuori i cani.
Cuccioli di pochi mesi ma anche femmine in dolce attesa. I circa venticinque animali sottratti all’allevamento sono stati fatti sparire nel giro di pochi minuti, portati sui pullman e sulle auto dei manifestanti. Polizia, carabinieri e polizia locale di Montichiari sono al lavoro per recuperarne il più possibile. Non sono mancati momenti di tensione a suon di grida e spintoni tra manifestanti e forze dell’ordine, che hanno tentato di tenere le persone lontano da rete di recinzione e filo spinato.
Le reazioni politiche. Sul futuro di Green Hill la Regione Lombardia ha ribadito che per chiudere la struttura serve eventualmente una legge nazionale. E dall’ex ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, che oggi ha visitato in carcere gli attivisti arrestati, parte un appello ai senatori per approvare la norma che vieta di allevare in Italia cani, gatti e primati destinati alla sperimentazione. ”La manifestazione di Montichiari – ha commentato Paolo Cento, di Sel – richiede un’immediata risposta da parte del governo con la sospensione di ogni forma di vivisezione sugli esseri viventi”.
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 29 aprile 2012
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