sabato 21 aprile 2012

Occhi puntati sulla Francia domani il primo turno

Il favorito - da quasi tutti i sondaggi, ma così tanti, più di 400 - è il socialista Hollande. Che però resta cauto e continua a appellarsi al voto "utile". Sarkozy non molla e ancora spera.
Anna Maria Merlo Fonte www.ilmanifesto.it 
A mezzanotte di ieri la campagna presidenziale per il primo turno si è fermata. Dieci candidati, divisi equamente tra destra e sinistra, saranno di fronte al voto dei francesi domenica. I due principali prenderanno tra il 25 e il 30% dei voti previsti, seguiti da un gruppo tra il 10 e il 15-16%, e in coda i «piccoli». Tre donne e sette uomini, la più anziana è la verde Eva Joly, 69 anni, la più giovane, Nathalie Arthaud di Lutte ouvrière, nata nel '70.
La battaglia sarà Sarkozy contro Hollande in testa, seguita dalla sfida per il terzo posto tra Mélenchon e Marine Le Pen, che il centrista Bayrou spera di tallonare. Seguirà il plotone dei piccoli, di cui fa parte la verde Eva Joly, che non è mai decollata e resta inchiodata a uno score intorno al 2%. Il sovranista Nicolas Dupont-Aignan, i due trotzkisti concorrenti Nathalie Arthaud di Lutte ouvrière e Phlippe Poutou del Nuovo partito anticapitalista, si troveranno a combattere contro il misterioso Jacques Cheminade, che compare solo alla presidenziali e che vuole portare i francesi su Marte.

Sono stati fatti più di 400 sondaggi negli ultimi mesi e il risultato sembra scontato, anche se resta fino all'ultimo l'incognita dell'astensione, che si annuncia elevata sia per la disaffezione dalla politica che per le vacanze (in tutte le tre zone in cui è divisa la Francia le scuole sono chiuse, a Parigi e Bordeaux si è a metà vacanze, Marsiglia è appena partita, Lille appena tornata): il socialista François Hollande dovrebbe succedere a Nicolas Sarkozy il 6 maggio. Sarebbe la seconda volta, dopo il doppio mandato di François Mitterrand tra l'81 e il '95 (allora era di sette anni), che la sinistra porta un suo rappresentante all'Eliseo nella V Repubblica.
Al primo turno, la sfida tra il presidente uscente e il candidato del Ps sarà concentrata su chi arriva in testa. Sarkozy vuole ancora crederci: se riesce ad arrivare al primo posto, potrebbe «creare una dinamica» che lo porterà alla riconferma. Hollande, malgrado il susseguirsi di sondaggi favorevoli, non dimentica di appellarsi al «voto utile» per essere in posizione di forza per il 6 maggio. Tra i candidati della seconda fila, tutti promettono che sarà «una sorpresa»: Marine Le Pen spera di poter ripetere l'exploit del padre nel 2002 ed essere al ballottaggio, mentre François Bayrou non si rassegna alla perdita di voti del MoDem. Nel 2007, era stato il «terzo uomo», con il 18,5% dei voti. Mélenchon ha ripetuto ancora ieri che non entrerà in un governo socialista, ma resta l'incognita dei suoi principali alleati della coalizione del Front de gauche: cosa farà il Pcf? Con il primo governo di Mitterrand, il Pcf aveva dei ministri.
Sarkozy si è ancora piegato ieri alla cerimonia delle «scuse» per essere stato poco «solenne» soprattutto all'inizio del mandato. «Non si ripeterà» ha promesso. Hollande ha affermato che adotterà «il comportamento che converrà» in caso di vittoria. Hollande attende l'appoggio, tra i due turni, del Front de Gauche e dei Verdi, mentre Sarkozy non ha alleati di riserva: l'unica sua speranza è di convincere gli elettori di estrema destra, ma Marine Le Pen non appoggerà ufficialmente il presidente.

Nathalie Arthaud
42 anni, ha avuto il difficile compito di succedere a Arlette Laguiller, eterna candidata di Lutte ouvrière, d'ispirazione trotzkista. Per settembre 2012, sogna lo sciopero generale, che permetterà le espropriazioni e la realizzazione degli Stati uniti socialisti d'Europa, primo passo verso l'internazionalizzazione. La proibizione dei licenziamenti è uno dei punti importanti del suo programma.
François Bayrou
Ex ministro, 61 anni, era stato il «terzo uomo» nel 2007, con il 18,5%. Ora è l'ombra di se stesso. Il centro, in posizione molto difficile alle presidenziali, è andato in frantumi. Bayrou, candidato del MoDem, grida contro i deficit, accusa Sarkozy e Hollande di essere irresponsabili, deplora le mancanze morali e politiche del momento. Era europeista, adesso dice «comprate francese». Non dovrebbe schierarsi per il ballottaggio.

Jacques Cheminade
71 anni, è un mistero: compare solo alle presidenziali e poi sparisce. Era già stato candidato nel '95, ricompare oggi con Solidarietà e progresso affermando di essere stato l'unico a prevedere la crisi finanziaria. È visto con sospetto per i suoi legami con l'americano Lyndon LaRouche, fondatore di un partitino che si avvicina a una setta. L'idea principale di Cheminade: andare su Marte.

Nicolas Dupont-Aignan
51 anni, è deputato eletto con l'Ump, ma nel 2007, in polemica con Sarkozy, ha fondato Début la République. È sovranista, vuole rimettere le frontiere. Il suo credo è il protezionismo europeo se possibile, francese se gli altri paesi rifiutano. Non propone più l'uscita dalla Ue, ma lotta per «ricostruire l'Europa su basi sane», con alla base gli stati nazionali. Si presenta come «il piccolo candidato che difende i piccoli».

Philippe Poutou
44 anni, operaio alla Ford, è stato la rivelazione della campagna: il successore di Olivier Besancenot nell'Npa (Nuovo partito anticapitalista), grazie al tempo di parola eguale per tutti i candidati in radio e tv ha comunicato il suo progetto di rivoluzione con allegria. Alcuni all'Npa l'hanno abbandonato per sostenere Mélenchon. Lui difende le nazionalizzazioni e la scuola senza selezione.

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