martedì 24 aprile 2012

Pisa. La militarizzazione della vita sociale


Pisa. La militarizzazione della vita sociale
I Parà della Folgore come pedagoghi e uomini-immagine? La democrazia non è una missione di guerra all'estero. Una lettera aperta ai genitori, agli insegnanti e a tutti i cittadini di Pisa
Libertà dalla guerra

Nel sesto anniversario dell’«attentato di Nassiriya», in cui morì in Iraq il maggiore Nicola Ciardelli della Brigata Folgore, l’Associazione Nicola Ciardelli Onlus dedica la  «Giornata della Solidarietà» del prossimo 27 aprile al tema della Libertà.
Mentre negli anni precedenti la Giornata si è svolta alla Caserma Gamerra, quest’anno essa ha «come scenario tutta la città». Si cerca in tal modo di evitare la reazione di quanti, anzitutto genitori e insegnanti, hanno criticato il fatto che alunni 
delle scuole dell’infanzia, primarie e medie fossero portati in caserma. La sostanza però non cambia.
Quest’anno saranno i parà della Folgore ad andare tra gli alunni, ad esempio scortando i bambini della scuola dell’infanzia, facendo del Capar (Centro addestramento paracadutismo) punto di riferimento del percorso «Libertà e difesa della democrazia». Anche la Giornata di quest’anno, infatti, è imperniata sul concetto che tutte quelle svolte dalle forze armate italiane all’estero sono missioni di pace e solidarietà. Concetto che si vuole inculcare nelle menti soprattutto dei bambini e ragazzi. Tutto questo con il sostegno determinante del Comune, che mette a disposizione la sua macchina organizzativa e risorse economiche per la riuscita dell’operazione «didattica».  
Si cerca così di cancellare il fatto che l’Italia, negli ultimi due decenni, ha partecipato a cinque guerre – contro l’Iraq nel 1991, la Jugoslavia nel 1999, l’Afghanistan nel 2001, di nuovo l’Iraq nel 2003, la Libia nel 2011 – motivate dagli  interessi economici, politici e militari degli Stati uniti e delle altre potenze occidentali, dell'Italia stessa, per garantire spazi di mercato e furto di risorse per Finmeccanica, Eni, Fiat e altre grandi aziende tricolori. Si vuole far dimenticare che queste guerre hanno provocato e continuano a provocare la morte di milioni di civili, tra cui moltissimi bambini. Si vuole nascondere il fatto che queste guerre, e altre in preparazione, hanno bruciato e continuano a bruciare enormi quantità di denaro pubblico, che andrebbero invece destinate a fini sociali. La spesa militare italiana viene stimata dal Sipri, per il 2011, in 34,5 miliardi di dollari, pari a circa 26 miliardi di euro annui. L’equivalente di una grossa Finanziaria.All'assessore Marilù Chiofalo, la quale ha dichiarato che «per la Giornata della solidarietà la mappa di Pisa diventa una Costituzione vivente», 
ricordiamo che la nostra Costituzione, con l’Art. 11,  «ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». Ricordiamo che Pisa, ufficialmente «città per la pace», è stata coinvolta nelle guerre con le strutture militari presenti sul suo territorio: anzitutto la base Usa di Camp Darby, che l’anno scorso ha rifornito di bombe gli aerei Nato che attaccavano la Libia dalle basi meridionali; l’aeroporto militare di Pisa, che viene potenziato per svolgere la funzione di Hub aereo nazionale, da cui transiteranno tutte le forze e i materiali bellici per le missioni militari all’estero.
Libertà, dunque. Ma sia vera libertà ed etica della ricerca scientifica e delle applicazioni tecnologiche, perché esse non servano a fabbricare armi sempre più micidiali. Sia vera libertà e difesa della democrazia, basate sui principi fondamentali della Costituzione, in particolare l’Art. 11 sul ripudio della guerra.

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