Nei giorni scorsi è stato dato molto
rilievo al fatto che 16 paesi latinoamericani (filo USA) aderenti al
“Gruppo di Lima” abbiano riconosciuto il governo golpista di Guaidò in
Venezuela. Ma ieri è arrivata una brutta sorpresa dalla riunione
dell’OSA (Organizzazione degli Stati Americani).
L’incontro presso l’OSA – che ha sede a Washington – ha avuto la sopresa di veder arrivare il Segretario di Stato USA Mike Pompeo che ha chiesto atutti i paesi in questo emisfero di aggiuingersi al riconoscimento del golpista Guaidó come “presidente” del Venezuela.
“È giunto il momento per l’OSA, in quanto istituzione, di allinearsi con la democrazia e lo stato di diritto e riconoscere il suo nuovo presidente, il tempo per il dibattito è passato”, ha detto il Segretario di Stato USA.
Il problema è insorto perchè Gustavo Tarre, che è stato nominato come ambasciatore presso l’OSA dal governo autoproclamato di Guaidó, non può prendere il seggio dell’attuale governo venezuelano nè rappresentare il paese in questo forum.
In effetti, la mancanza di un sostegno a maggioranza al governo golpista ha consentito al Venezuela di qualificare il comunicato dei “16 paesi del Gruppo di Lima” come un semplice “opuscolo” senza conseguenze legali.
Secondo Asbina Ixchel, rappresentante del Venezuela, solo i paesi membri qualificati riuniti in un’assemblea generale straordinaria hanno il potere di revocare il seggio ad un governo e darlo ad un altro.
Nel suo discorso davanti al Consiglio, Pompeo ha chiesto perentoriamente ai paesi dell’OSA di riconoscere Guaidó come presidente legittimo.
In questo contesto, Pompeo ha chiesto che l’ Assemblea dei Ministri degli Esteri venga convocata al più presto per discutere di questo problema e ha annunciato un nuovo aiuto di 20 milioni di dollari “per aiutare i venezuelani che stanno soffrendo la crisi”.
Molti dei partecipanti alla riunione dell’OSA di ieri sono stati in qualche modo sorpresi dall’elevata e intensa pressione che gli Stati Uniti hanno deciso di imprimere sul tema del Venezuela.
E ‘molto strano, infatti, che il Segretario di Stato statunitense decida di visitare l’OSA per incontrarsi con gli ambasciatori, anche se la sua sede è a pochi isolati di distanza dal Dipartimento di Stato.
Ma nonostante questa pressione, lo stesso incontro di giovedì ha chiarito che dentro l’Organizzazione degli Stati Americani non c’è ancora una maggioranza decisa a seguire gli USA e sostenere Guaidò.
Innanzitutto, per poter convocare un’Assemblea straordinaria dei ministri degli Esteri, è necessario il voto di maggioranza semplice. Ovvero, 18 paesi e il conteggio di giovedì hanno mostrato solo 16 sono disponibili.
In secondo luogo perché anche se ottengono i 18 voti per convocare i ministri degli esteri, l’unico modo per accogliere il governo di Guaidó nell’OSA e ignorare il governo di Maduro come rappresentante ufficiale dello Stato venezuelano, è attraverso un voto dove partecipano i due terzi, o almeno 24 dei suoi paesi membri.
Per questo motivo Gustavo Torre nominato “ambasciatore” del governo golpista, non può insediarsi sul seggio del Venezuela. Secondo l’attuale rappresentante del Venezuela presso l’OSA, Asbina Ixchel, solo una maggioranza qualificata dei paesi membri convocata in una Assemblea Generale o Straordinaria ha il potere di disconoscere un governo e assegnare il seggio ad un altro.
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