Realizzato un dispositivo in grado di assorbire il calore solare e di
usarlo per trasformare acqua liquida in vapore a una temperatura
superiore a 100 gradi Celsius. L'apparecchiatura potrebbe essere utile
per sterilizzazioni di strumenti medici o per ottenere acqua potabile in
aree in cui l'accesso a fonti tradizionali di energia è complicato o
impossibile.
lescienze.it
Assorbire il calore del Sole e produrre vapore superriscaldato, con una
temperatura superiore a 100 gradi Celsius, senza l’ausilio di ottiche
costose. È quanto permette di fare un dispositivo messo a punto da
ricercatori del Massachusetts Institute of Technology guidati da Gang
Chen e descritto su “Nature Communications”.
Le applicazioni di questo sistema di riscaldamento passivo sono diverse:
in una giornata soleggiata potrebbe consentire di sterilizzare
strumenti chirurgici o dentistici, oppure potrebbe cuocere cibi. Ma gli
autori già pensano ad applicazioni industriali come per esempio la
desalinizzazione dell’acqua. In generale, questo sistema, potrebbe
essere utile in tante applicazioni in aree in cui l'accesso a fonti
tradizionali di energia è complicato o impossibile.
Il gruppo di Chen studia da anni il processo di conversione del calore solare in una forma utilizzabile a fini pratici.
Nel 2014, ha dato la prima dimostrazione di un generatore di vapore a
energia solare costituito da una schiuma di carbonio ricoperta di
grafite che galleggiava sull’acqua. La struttura assorbiva e concentrava
sulla superficie dell’acqua il calore che altrimenti sarebbe penetrato
più in profondità. Dopo vari tentativi di sviluppo del dispositivo con
strutture e materiali differenti, i ricercatori hanno però concluso che
qualunque dispositivo galleggiante avrebbe dovuto affrontare il problema
della contaminazione da parte di sale o di altre sostanze presenti
nell’acqua.
Si sono quindi decisi a cambiare la struttura dell’apparato, progettando
un dispositivo che rimane sospeso al di sopra del pelo dell'acqua.
Esposto alla radiazione solare, ne assorbe la componente a lunghezza
d'onda corta, grazie all’azione di uno strato in materiale composito di
ceramica e metallo che è un assorbitore solare altamente efficiente.
L’energia così assorbita è poi ceduta all’acqua sottostante a lunghezze
d'onda più lunghe, cioè come radiazione infrarossa. Queste lunghezze
d'onda sono facilmente assorbite dall'acqua, al contrario di ciò che
avviene con quelle della luce visibile che la attraversano.
Una volta che l'acqua raggiunge il punto di ebollizione (100 °C), libera
vapore che risale nel dispositivo, dove viene incanalato attraverso lo
strato centrale di schiuma di carbonio che riscalda ulteriormente il
vapore sopra il punto di ebollizione, prima che prenda la via di un
singolo tubo, da cui può essere facilmente raccolto.
"Questa ingegnerizzazione di diversi materiali e il modo in cui sono
organizzati ci permette di raggiungere efficienze ragionevolmente
elevate con questa disposizione senza contatto", ha spiegato Thomas
Cooper che ha guidato la ricerca. "È un sistema completamente passivo
che si può lasciare all’aperto, esposto alla luce solare, per produrre
vapore: potrebbe costituire la base per apparecchiature più grandi da
utilizzare in zone remote del pianeta, per generare abbastanza acqua
potabile per il sostentamento di una famiglia, oppure per sterilizzare
attrezzature per una sala operatoria".
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martedì 1 gennaio 2019
Scienza. Energie Rinnovabili. Da acqua a vapore sfruttando l'energia solare
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