Il
Presidente francese Macron è pronto ad accelerare il piano di
privatizzazioni di una larga parte delle società pubbliche o a
partecipazione pubblica.
Si tratta di un patrimonio ricco e variegato;
infatti, si contano 81 posizioni dello Stato in società che spaziano
dalla difesa (Safran) all’automobile (Renault) passando per il nucleare
(EDF), per un valore complessivo di circa 100 miliardi di euro.
Già
da ministro dell’Economia, Emmanuel Macron aveva varato alcune
privatizzazioni, come quella dell’aeroporto di Tolosa nel 2014 e quelli
di Nizza e Lione nel 2016. Da candidato alle presidenziali, pur
considerando necessario «uno Stato azionista forte nelle imprese
strategiche», aveva manifestato la volontà a cedere il «vendibile», pur
di fare cassa. Ora che è Presidente, tutti si aspettano le
privatizzazioni, la cui ondata potrebbe cominciare a partire da questa
primavera. Il nome che gira con più insistenza è quello di Aéroports de
Paris (50,6% nelle mani dello Stato), ma potrebbero essere collocate
pure quote del gruppo energetico Engie (28,65%, dopo che all’inizio del
2017 aveva già ceduto il 4,1%) e di Orange (primo operatore nel settore
delle telecomunicazioni in Francia e di cui lo Stato controlla il 23%).
Domenica
11 marzo 2018, Jean-Luc Mélenchon è stato ospite di Francis Letellier
alla trasmissione televisiva “Dimanche en politique”. Il presidente del
partito France Insoumise ha discusso a lungo della faccenda della
SNCF, denunciando la richiesta della Commissione Europea di aprire le
ferrovie alla concorrenza e affermando la necessità di fare un “bilancio
delle privatizzazioni”. Ha fatto un appello per le mobilitazioni del 22
marzo per i dipendenti della funzione pubblica e ha ricordato la sua
proposta per una manifestazione popolare in un giorno del fine
settimana, sabato o domenica.
- Traduzione a cura di Andrea Mencarelli dell’intervento (parziale) di Jean-Luc Mélenchon a “Dimanche en politique”. Qui l’intera intervista:
***
Questa
settimana è stata caratterizzata dalla discussione relativa al futuro
della società delle ferrovie SNCF [1], durante la quale il presidente
Guillaume Pepy è stato il primo a denunciare la “bastonata per i
ferrovieri”. Si tratta di un sostegno che viene accolto bene da parte
dei ferrovieri?
Forse,
ma diciamo pure che a loro non importa molto perché è stato proprio lui
a scatenare questa questione con il governo. Cominciamo intanto con il
dire che ora i francesi non hanno un parte capito la portata del
problema, perché tutti i media durante queste settimane hanno portato
avanti questo “bastonamento”, cioè hanno gettato fango sui ferrovieri
per maltrattarli, per farli passare per privilegiati, per sfaticati.
Tutto questo è stato veramente odioso e io personalmente vi domando di
tener conto di questo fatto, mettetevi nei panni di migliaia di persone
che di giorno in giorno si sono sentiti trattare in questa maniera, è
una violenza incredibile. Quello che vorrei dire in particolare a quelli
che ci ascoltano è che non c’è alcuna ragione o motivazione di fare
tutto ciò, se non che la Commissione Europea ha deciso di aprire alla
concorrenza il sistema ferroviario, e questo vuole dire che sulla stessa
linea ferroviaria bisogna far passare un treno privato, un treno
pubblico e un altro treno privato.
C’è
anche un’altra questione, quella di una eventuale privatizzazione della
SNCF. Lo stesso Guillaume Pepy ha detto “neanche per sogno”, il governo
ha assicurato che non ci sarà alcuna privatizzazione.
Sono
dei bugiardi e cerco di spiegarvi perché. Quando c’era ancora la GDF
[2] è stata la stessa cosa: si diceva che non sarebbe mai stata venduta.
A dire il vero, era incedibile e in effetti non è mai stata venduta, ma
concretamente hanno fatto una fusione tra GDF e Suez e, siccome Suez è
una compagnia più forte e importante, la nuova società è praticamente
privata. A quel tempo tutti dicevano che la privatizzazione avrebbe
fatto abbassare il prezzo, se non che dopo l’hanno aumentato del 49%
(per quanto riguarda il gas). Adesso è la stessa cosa, altrimenti perché
è stato modificato lo statuto: è soltanto per potere – a tempo debito –
privatizzarla, altrimenti non ci sarebbero spiegazioni per farlo.
A
proposito delle privatizzazioni, il governo ne ha annunciate delle
altre, come Aéroports de Paris, Française des Jeux [3] e Engie. Cosa è
che deve restare pubblico? È lo Stato che deve dirigere queste imprese?
Allora,
certo che è lo Stato che deve dirigere queste imprese. Anche se poi in
effetti lo Stato non le dirige in prima persona, perché quando c’è
un’impresa nazionalizzata vengono nominate delle persone che (si spera)
siano competenti e che fanno funzionare queste imprese. Più queste
rendono un servizio che spesso diventa un vero e proprio servizio
pubblico e più si rapportano allo Stato. Mi piacerebbe molto che un
giorno si potesse fare un bilancio di questo tipo: non pensate sia
curioso che nessuno abbia mai fatto un bilancio delle privatizzazioni?
Quali sono stati i costi e i benefici e quanto poi le imprese
privatizzate e quotate hanno fatturato?
Questo potrebbe essere un ruolo di controllo da parte dei parlamentari.
Questo
è esattamente quello che noi abbiamo fatto; infatti, nella discussione
della Legge di bilancio abbiamo presentato un emendamento, depositato
dal mio collega Coquerel [4], con la richiesta esplicita di fare un
bilancio della privatizzazione delle autostrade, uno degli scandali più
grandi tra le privatizzazioni degli ultimi dieci anni. Siamo riusciti a
far passare questo emendamento, pertanto il governo ci dovrà presentare
un rapporto in merito. Il giorno che governeremo questo paese, vi
garantisco che faremo un bilancio sulla totalità delle privatizzazioni
perché si tratta di un vero e proprio saccheggio. Spiegatemi perché
bisogna privatizzare un aeroporto: un aeroporto è una frontiera, non c’è
alcuna concorrenza possibile. Atterri a Roissy [5] ed è tutto, non è
che puoi atterrare a fianco. E allora perché si fa tutto questo? È
sempre la stessa storia: si crede che, come alcuni ideologi raccontano,
in questo modo tutto funzionerà meglio, nonostante poi le cose
funzionino peggio; poi, in seconda istanza, questo permette di fare
cassa.
Aspettiamo
di vedere come evolve la questione della SNCF, ci saranno delle
manifestazioni il 22 marzo e questa volta tutti i sindacati scenderanno
uniti in piazza, anche se voi li avete criticati al tempo della Loi Travail dicendo che erano frammentati. A vostro modo di vedere, è un modo per continuare l’attacco a Macron?
Sicuramente,
per i lavoratori e per i salariati è un’occasione in effetti per
riprendere il punto della questione, perché pure loro sono disgustati
dalla riforma del lavoro messa in atto e molte altre cose. Quindi, per
noi il 22 marzo è una grande mobilitazione; chiaramente le 5000
strutture di base de la France Insoumise sono preparate e faranno
tutto ciò che è necessario per portare in piazza quanta più gente
possibile e speriamo che sia così. Ma devo fare due critiche: la prima,
la divisione è ormai superata, e la seconda è la separazione tra
l’azione sociale e quella politica. Lo ripeto, la questione delle
ferrovie e della SNCF non riguarda soltanto i ferrovieri e i sindacati,
ma tutti quanti. Il 22 marzo, se non siete un ferroviere e non potete
scioperare, ma se lavorate nella funzione pubblica, in un’impresa di
pulizie, se siete disoccupati, se siete pensionati come fare a
partecipare? Per questo rilancio la mia proposta, che avevo messo sul
tavolo a settembre e che ha fatto il suo percorso [6], di fare una
mobilitazione generale – un sabato o una domenica – in cui chiamare alla
partecipazione tutte e tutti quanti. Rilancio l’idea di ritrovarci
tutti insieme, al fianco dei ferrovieri e degli impiegati della funzione
pubblica.
[1]
La Società Nazionale delle Ferrovie Francesi (SNCF) è la compagnia
ferroviaria nazionale di proprietà dello Stato francese, che gestisce il
traffico ferroviario nazionale del Paese (incluso Monaco), incluso il
TGV, la rete ferroviaria ad alta velocità della Francia.
[2]
Gaz de France (GDF) era un’azienda francese che produceva, trasportava e
vendeva gas naturale in tutto il mondo, soprattutto in Francia, il suo
mercato principale. La società era inoltre particolarmente attiva in
Belgio, nel Regno Unito, in Germania e in altri paesi europei. Tramite
la sua controllata belga SPE (Société productrice d’électricité) è stata
anche coinvolta nella produzione di energia nucleare. La società ha
condotto una fusione con i partner della società Suez nel 2008.
[3]
Française des Jeux (FDJ) è l’operatore dei giochi di lotteria nazionale
francesi, di proprietà e gestita dal governo francese. Oltre ai giochi
di lotteria, l’azienda offre anche giochi online e mercati di scommesse
sportive.
[4]
Éric Coquerel è stato eletto deputato per la prima circoscrizione di
Seine-Saint-Denis per la France Insoumise nelle elezioni parlamentari di
giugno 2017.
[5] Roissy, insieme a Orly, è uno degli scali aerei di proprietà di Aéroports de Paris.
[6]
Il riferimento è alla “Marche contre le coup d’État social” del 23
settembre 2017, contro le politiche del governo Macron, in particolare
contro la riforma del mercato del lavoro. Per un resoconto della
manifestazione, si rimanda al collegamento fatto con Radio Città Aperta:
http://www.radiocittaperta.it/loi-travail-la-francia-torna-in-piazza-no-al-colpo-di-stato-sociale
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