Anche se il capitale naturale dell'Italia è la
principale fonte della nostra ricchezza e del nostro benessere, è stato
particolarmente assente anche nella campagna elettorale che si sta
chiudendo.
Edo Ronchi
Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile
In
ogni caso, pur sapendo che chi sottolinea la stranezza dei più rischia
di essere lui considerato strano, mi pare importante parlarne proprio
ora, approfittando della interessante pubblicazione, a cura del Comitato
Capitale Naturale, del
Secondo Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia, 2018, Roma.
In questo Rapporto, oltre al tema degli
stock
di capitale naturale nelle eco-regioni marine con un progetto
sperimentale finalizzato ad un sistema di contabilità ambientale per le
aree marine protette italiane, vengono approfonditi alcuni dei
principali elementi di pressione sugli
asset del nostro
capitale naturale: il consumo di suolo e la frammentazione degli
ecosistemi naturali e semi-naturali, che ne mettono a rischio lo stato
di conservazione e le funzionalità; l'impatto dei cambiamenti climatici
sulla capacità degli ecosistemi di continuare a garantire servizi
eco-sistemici, con approfondimenti su due importanti criticità: gli
incendi e la siccità.
Questo
secondo Rapporto compie una prima applicazione sperimentale dei sistemi
di contabilità economico-ambientale di alcuni servizi eco-sistemici
come l'impollinazione agricola, i servizi ricreativi, la purificazione
delle acque, oltre che valutazioni economiche della qualità degli
habitat e dell'importante servizio di mitigazione dell'erosione del
suolo.
I
valori monetari ottenuti confermano la grande importanza del capitale
naturale per la ricchezza del Paese. Questo Rapporto presenta inoltre un
primo studio, riferito a 5 Parchi nazionali, su alcuni servizi
eco-sistemici poco studiati: quelli culturali e ricreativi che vanno dal
turismo all'educazione ambientale, dalla ricerca scientifica alla
identità dei luoghi, ai valori storici e artistici dei paesaggi fino a
valori estetici,spirituali e religiosi .
Il
Rapporto si conclude con proposte per integrare il capitale naturale
nelle politiche economiche come quella di riorientare il sistema fiscale
per ridurre le pressioni sul capitale naturale e attuare il principio
"c
hi-Inquina-paga" in modo da internalizzare nei prezzi i costi ambientali.
E
anche, per integrare il capitale naturale nella pianificazione
territoriale, di approvare una legge nazionale per azzerare la crescita
del consumo di suolo, di privilegiare, in sede di pianificazione
territoriale e di valutazioni di piani, programmi e progetti, le opzioni
"in armonia con la natura" (
Nature-Based Solutions, Green Infrastructures) rispetto a quelle infrastrutturali tradizionali (
Grey Infrastructures).
Il
Rapporto propone di perseguire anche in ambito urbano con efficacia una
maggiore resilienza del territorio, una migliore qualità dell'ambiente e
di attuare il
censimento delle infrastrutture verdi nelle
città, corredato di adeguati incentivi economici e semplificazioni
autorizzative, nonchè di favorire politiche di gestione delle acque che
promuovano l'uso razionale, il riciclo e il riuso, anche in
considerazione dell'intensificarsi di gravi siccità prodotte dai
cambiamenti climatici.
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