domenica 11 marzo 2018

Eurostop. “Facciamo crescere Potere al Popolo”.

Documento approvato al Coordinamento Nazionale di Eurostop del 10 marzo
Eurostop rivendica come positiva la decisione di partecipazione al percorso di Potere al Popolo e intende agire affinché il percorso avviato in occasione delle elezioni prosegua e si rafforzi.


Il prossimo 18 marzo Potere al Popolo ha convocato la sua assemblea nazionale per discutere come andare avanti dopo questa prima esperienza. Eurostop porterà in questa assemblea il proprio contributo leale e propositivo sul come proseguire.
I risultati elettorali per Potere al Popolo sono evidenti. Anche se consapevoli che l’obiettivo del superamento del quorum non era alla portata di una esperienza nata solo quattro mesi fa, qualche aspettativa su un risultato migliore di quello ottenuto era nella testa di molti, soprattutto per l’entusiasmo con cui centinaia di attivisti politici o singole persone si sono attivati in tutta Italia intorno al percorso di Potere al Popolo nella scadenza elettorale.
Si tratta di un patrimonio umano e politico che non va assolutamente disperso ma che adesso non può che misurarsi concretamente con la realtà sociale del paese, con il nodo irrisolto della rappresentanza politica di un blocco sociale, e con il dato materiale che ha visto la parte di società a noi più vicina (lavoratori, disoccupati, ceti popolari) affidare il suo voto di protesta soprattutto al M5S e, in alcuni settori, alla Lega.
Dobbiamo dirci che Potere al Popolo ancora non è riuscito – come da noi auspicato – ad esprimersi al di fuori dal perimetro e dal linguaggio della sinistra. Ma i dati elettorali affermano definitivamente che questo perimetro è ormai residuo, residuale e limitato, anche quantitativamente (il pessimo risultato di LeU lo conferma) e che la maggioranza del “popolo” ritiene ormai che la sinistra sia parte del problema e non della soluzione.
Occorre quindi che una alternativa popolare e anticapitalista impari a fare i conti con una composizione sociale “spuria” delle classi subalterne nel nostro paese, con una sua identità altrettanto spuria e con la necessità di indicare un nemico. Il nesso tra le politiche antipopolari connaturate all’Unione Europea e la società del rancore, era la contraddizione che andava colta e agita a tutto campo.

Il voto a PaP mostra che dove ci sono un insediamento e una pratica  sociale i risultati sono più alti e siamo contenti che le compagne ed i compagni di Eurostop abbiano contribuito a questi risultati migliori, soprattutto nelle periferie e nei quartieri popolari di diverse aree metropolitane. Del resto è difficile continuare a negare che più del 50% dei voti espressi sono andati a formazioni politiche percepite come “euroscettiche e populiste” con gradazioni variamente articolate.
Una prima verifica di questa contraddizione l’avremo già nei prossimi mesi con la manovra finanziaria aggiuntiva imposta dall’Unione Europea che l’Italia dovrà fare a primavera. Poi c’è l’ipoteca del Fiscal Compact da approvare entro l’anno.
In questo senso ed in questa prospettiva di incremento del conflitto di classe, Eurostop sostiene tutte quelle esperienze sindacali e sociali che fanno della indipendenza di lotta ed di organizzazione dalle politiche della UE, dei governi e dei sindacati complici l’asse strategico della propria crescita.
Sulla stessa formazione del nuovo governo – una impresa resa difficile dai risultati elettorali – incombe pesantemente lo spettro del “pilota automatico” dell’Unione Europea e i ricatti dovuti al vincolo esterno. La discussione su questo snodo dentro Potere al Popolo non può più essere rinviata ed Eurostop agirà affinché con questo snodo si cominci a fare i conti liberandosi dalla “sinistra della paura”, anche in previsione delle elezioni europee del prossimo anno.
Riteniamo che Potere al Popolo debba proseguire e crescere come esperienza collettiva e debba costituirsi come soggetto politico-elettorale. Le forme organizzative e decisionali di cui dotarsi saranno decisive. A nessuno può essere richiesto di sciogliersi, ciò non significa che non sia possibile sperimentare forme di organizzazione che tengano assieme forze politiche, associazioni, reti sociali e le moltissime soggettività individuali che hanno reso possibile l’esperienza di Potere al Popolo. Le condizioni per un passaggio in tal senso ci sono tutte e sono una aspettativa diffusa.
Infine, sta assumendo rilevanza la proposta di una area euromediterranea come alternativa all’Unione Europea. Su questa ipotesi cominciano a convergere e discutere forze progressiste e popolari e significative in Francia, Grecia, Spagna. Approfondire questa proposta e agirla sia a livello di massa che dentro l’agenda politica, rafforza e indica una prospettiva generale credibile. Per questo si è anche deciso di produrre un opuscolo in cui concretizzare la proposta sull’area euromediterranea.
Nei prossimi mesi Eurostop intende, sia insieme a Potere al Popolo che con la propria autonomia, avviare la campagna per le Leggi di Iniziativa Popolare contro l’art.81 in Costituzione e per i referendum in materia di Trattati Europei con una prima iniziativa di Assemblea Nazionale da tenersi sabato 24 marzo a Bologna, ritornando così nei territori dove abbiamo agito con la campagna elettorale con queste ed altre proposte di lotta per rafforzare il confronto e l’interlocuzione con i settori popolari che, per ora, hanno affidato ad altre forze il loro “voto per vendetta” che avremmo dovuto e forse potuto intercettare.
Infine si invitano le strutture Eurostop a convocare per la settimana prima dl 18 marzo, ovviamente laddove è possibile, gli attivi locali per riprendere la discussione avuta nel coordinamento nazionale e per preparare l’assemblea nazionale di Potere al Popolo.
10 Marzo 2018                          
Il documento è stato messo in votazione. E’ stato approvato con 51 voti a favore e 3 contrari (Russo, Boghetta, Regolini)

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