controlacrisi -fabio sebastiani
Dal
punto di vista dell'orientamento politico l'Italia va per la sua
strada. Chi pensava, come chi scrive, che il Movimento Cinque Stelle
rimanesse quanto meno scalfito dalla sua incapacità a governare, oppure
perdesse voti a causa delle divisioni, o risultasse indigesto a sinistra
per le sue posizioni anti-migranti dovrà ricredersi. Gli italiani
votano in ordnie sparso, sembra di capire. Stanno saltando le famiglie
politiche. Ma non salta la rabbia contro chi ha prodotto il disastro che
tutti abbiamo sotto gli occhi. E quindi pur di esprimere questa rabbia
va bene tutto anche la Lega di Salvini e il Movimento Cinque Stelle. Il
Meridione ci ha dato un bell'esempio. Il dato socio-politico di questo
appuntamento elettorale credo sia questo.
La sconfitta di
Berlusconi e Renzi non sorprende più di tanto. Anzi, ci racconta di un
popolo che ha cominciato a togliersi i lustrini dagli occhi; ha smesso
di vedere la realtà con lo specchio deformante della televisione. E
questo, diciamocelo, non può fare che del bene. Nel caso di Renzi, a
sorprendere è un Partito democratico che l'ho ha seguito fino a un
secondo prima del disastro, assolutamente incapace di cogliere quello
che stava succedendo. Chi se ne è accorto, come D'Alema, ha interpretato
male questa intuizione, perché no ha capito che il segno rimaneva
quello di un Bel Paese che non ne poteva davvero più. E quindi non si
poteva restare nel segno del Pd. Chi tocca i fili muore verrebbe da
dire. E la vicenda Grasso lo ha dimostrato ampiamente. Ora, molto
dipende da come verrà gestito il lutto. Il tempo degli infingimenti però
è davvero terminato.
Potere al popolo paga lo scotto del
noviziato. Non credo obiettivamente ci siano altre ragioni. In questi
mesi hanno lavorato tutti pancia a terra. Dove è stato possibile, come
nel caso di Macerata, si è lanciato un messaggio politico sostanziale.
Certo, quasi nessun radicamente sociale, scarsa dimestichezza con i mass
media, gigantismo del compito, pochi accenti realmente innovatori agli
occhi di quel popolo che si diceva di voler coprire politicamente: i
fattori di una performance che forse ci si aspettava leggermente
superiore ai risultati ottenuti sono un po' questi.
Comunque, la
botta sembra essere già stata assorbita.. Ed ora si va verso
l'assemblea nazionale con qualche informazoine in più sul reale profilo
di questa compagine politica e delle sue possibilità. Aver arrestato il
trend di framamentazione è un bomus che va comunque speso. E questo vuol
dire che il tempo della riflessione non dovrà essere speso per
improbabili "conti interni" ma per studiare e applicarsi sul proprio
futuro. All'ordine del giorno non c'è più il mix tra esperienze
politiche senior e junior ma l'interpretazione di una fase politica
completamente cambiata rispetto alla pagina precedente.
Innovare
conservando: è in fondo questa la grande sfida. E Potere al popolo ha
tutta la possibilità di farlo, sia per quanto riguarda l'assetto interno
sia per i programmi che intende portare avanti.
La parola "popolo"
dopo il passaggio di ieri alle urne ha assunto un valore del tutto
nuovo. Sta ora alla grande tradizione della sinistra antagonista saperla
interpretare. Il "sogno" pentastellata presto mostrerà la corda. E se
l'antagonismo autentico avrà lavorato bene il campo sarà sgombro per
porre all'attenzione del Paese il programma politico di chi si batte per
un cambiamento reale e non solo di classe dirigente.
Dal
punto di vista dell'orientamento politico l'Italia va per la sua
strada. Chi pensava, come chi scrive, che il Movimento Cinque Stelle
rimanesse quanto meno scalfito dalla sua incapacità a governare, oppure
perdesse voti a causa delle divisioni, o risultasse indigesto a sinistra
per le sue posizioni anti-migranti dovrà ricredersi. Gli italiani
votano in ordnie sparso, sembra di capire. Stanno saltando le famiglie
politiche. Ma non salta la rabbia contro chi ha prodotto il disastro che
tutti abbiamo sotto gli occhi. E quindi pur di esprimere questa rabbia
va bene tutto anche la Lega di Salvini e il Movimento Cinque Stelle. Il
Meridione ci ha dato un bell'esempio. Il dato socio-politico di questo
appuntamento elettorale credo sia questo.
La sconfitta di
Berlusconi e Renzi non sorprende più di tanto. Anzi, ci racconta di un
popolo che ha cominciato a togliersi i lustrini dagli occhi; ha smesso
di vedere la realtà con lo specchio deformante della televisione. E
questo, diciamocelo, non può fare che del bene. Nel caso di Renzi, a
sorprendere è un Partito democratico che l'ho ha seguito fino a un
secondo prima del disastro, assolutamente incapace di cogliere quello
che stava succedendo. Chi se ne è accorto, come D'Alema, ha interpretato
male questa intuizione, perché no ha capito che il segno rimaneva
quello di un Bel Paese che non ne poteva davvero più. E quindi non si
poteva restare nel segno del Pd. Chi tocca i fili muore verrebbe da
dire. E la vicenda Grasso lo ha dimostrato ampiamente. Ora, molto
dipende da come verrà gestito il lutto. Il tempo degli infingimenti però
è davvero terminato.
Potere al popolo paga lo scotto del
noviziato. Non credo obiettivamente ci siano altre ragioni. In questi
mesi hanno lavorato tutti pancia a terra. Dove è stato possibile, come
nel caso di Macerata, si è lanciato un messaggio politico sostanziale.
Certo, quasi nessun radicamente sociale, scarsa dimestichezza con i mass
media, gigantismo del compito, pochi accenti realmente innovatori agli
occhi di quel popolo che si diceva di voler coprire politicamente: i
fattori di una performance che forse ci si aspettava leggermente
superiore ai risultati ottenuti sono un po' questi.
Comunque, la
botta sembra essere già stata assorbita.. Ed ora si va verso
l'assemblea nazionale con qualche informazoine in più sul reale profilo
di questa compagine politica e delle sue possibilità. Aver arrestato il
trend di framamentazione è un bomus che va comunque speso. E questo vuol
dire che il tempo della riflessione non dovrà essere speso per
improbabili "conti interni" ma per studiare e applicarsi sul proprio
futuro. All'ordine del giorno non c'è più il mix tra esperienze
politiche senior e junior ma l'interpretazione di una fase politica
completamente cambiata rispetto alla pagina precedente.
Innovare
conservando: è in fondo questa la grande sfida. E Potere al popolo ha
tutta la possibilità di farlo, sia per quanto riguarda l'assetto interno
sia per i programmi che intende portare avanti.
La parola "popolo"
dopo il passaggio di ieri alle urne ha assunto un valore del tutto
nuovo. Sta ora alla grande tradizione della sinistra antagonista saperla
interpretare. Il "sogno" pentastellata presto mostrerà la corda. E se
l'antagonismo autentico avrà lavorato bene il campo sarà sgombro per
porre all'attenzione del Paese il programma politico di chi si batte per
un cambiamento reale e non solo di classe dirigente.
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lunedì 5 marzo 2018
Continuiamo per la nostra strada. Ora che la sinistra ha eliminato il veleno saprà meglio interpretare le sue responsabilità
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