lunedì 5 marzo 2018

Continuiamo per la nostra strada. Ora che la sinistra ha eliminato il veleno saprà meglio interpretare le sue responsabilità

controlacrisi -fabio sebastiani
 Dal punto di vista dell'orientamento politico l'Italia va per la sua strada. Chi pensava, come chi scrive, che il Movimento Cinque Stelle rimanesse quanto meno scalfito dalla sua incapacità a governare, oppure perdesse voti a causa delle divisioni, o risultasse indigesto a sinistra per le sue posizioni anti-migranti dovrà ricredersi. Gli italiani votano in ordnie sparso, sembra di capire. Stanno saltando le famiglie politiche. Ma non salta la rabbia contro chi ha prodotto il disastro che tutti abbiamo sotto gli occhi. E quindi pur di esprimere questa rabbia va bene tutto anche la Lega di Salvini e il Movimento Cinque Stelle. Il Meridione ci ha dato un bell'esempio. Il dato socio-politico di questo appuntamento elettorale credo sia questo. 


La sconfitta di Berlusconi e Renzi non sorprende più di tanto. Anzi, ci racconta di un popolo che ha cominciato a togliersi i lustrini dagli occhi; ha smesso di vedere la realtà con lo specchio deformante della televisione. E questo, diciamocelo, non può fare che del bene. Nel caso di Renzi, a sorprendere è un Partito democratico che l'ho ha seguito fino a un secondo prima del disastro, assolutamente incapace di cogliere quello che stava succedendo. Chi se ne è accorto, come D'Alema, ha interpretato male questa intuizione, perché no ha capito che il segno rimaneva quello di un Bel Paese che non ne poteva davvero più. E quindi non si poteva restare nel segno del Pd. Chi tocca i fili muore verrebbe da dire. E la vicenda Grasso lo ha dimostrato ampiamente. Ora, molto dipende da come verrà gestito il lutto. Il tempo degli infingimenti però è davvero terminato.

Potere al popolo paga lo scotto del noviziato. Non credo obiettivamente ci siano altre ragioni. In questi mesi hanno lavorato tutti pancia a terra. Dove è stato possibile, come nel caso di Macerata, si è lanciato un messaggio politico sostanziale. Certo, quasi nessun radicamente sociale, scarsa dimestichezza con i mass media, gigantismo del compito, pochi accenti realmente innovatori agli occhi di quel popolo che si diceva di voler coprire politicamente: i fattori di una performance che forse ci si aspettava leggermente superiore ai risultati ottenuti sono un po' questi.

Comunque, la botta sembra essere già stata assorbita.. Ed ora si va verso l'assemblea nazionale con qualche informazoine in più sul reale profilo di questa compagine politica e delle sue possibilità. Aver arrestato il trend di framamentazione è un bomus che va comunque speso. E questo vuol dire che il tempo della riflessione non dovrà essere speso per improbabili "conti interni" ma per studiare e applicarsi sul proprio futuro. All'ordine del giorno non c'è più il mix tra esperienze politiche senior e junior ma l'interpretazione di una fase politica completamente cambiata rispetto alla pagina precedente.

Innovare conservando: è in fondo questa la grande sfida. E Potere al popolo ha tutta la possibilità di farlo, sia per quanto riguarda l'assetto interno sia per i programmi che intende portare avanti.
La parola "popolo" dopo il passaggio di ieri alle urne ha assunto un valore del tutto nuovo. Sta ora alla grande tradizione della sinistra antagonista saperla interpretare. Il "sogno" pentastellata presto mostrerà la corda. E se l'antagonismo autentico avrà lavorato bene il campo sarà sgombro per porre all'attenzione del Paese il programma politico di chi si batte per un cambiamento reale e non solo di classe dirigente.
Dal punto di vista dell'orientamento politico l'Italia va per la sua strada. Chi pensava, come chi scrive, che il Movimento Cinque Stelle rimanesse quanto meno scalfito dalla sua incapacità a governare, oppure perdesse voti a causa delle divisioni, o risultasse indigesto a sinistra per le sue posizioni anti-migranti dovrà ricredersi. Gli italiani votano in ordnie sparso, sembra di capire. Stanno saltando le famiglie politiche. Ma non salta la rabbia contro chi ha prodotto il disastro che tutti abbiamo sotto gli occhi. E quindi pur di esprimere questa rabbia va bene tutto anche la Lega di Salvini e il Movimento Cinque Stelle. Il Meridione ci ha dato un bell'esempio. Il dato socio-politico di questo appuntamento elettorale credo sia questo.

La sconfitta di Berlusconi e Renzi non sorprende più di tanto. Anzi, ci racconta di un popolo che ha cominciato a togliersi i lustrini dagli occhi; ha smesso di vedere la realtà con lo specchio deformante della televisione. E questo, diciamocelo, non può fare che del bene. Nel caso di Renzi, a sorprendere è un Partito democratico che l'ho ha seguito fino a un secondo prima del disastro, assolutamente incapace di cogliere quello che stava succedendo. Chi se ne è accorto, come D'Alema, ha interpretato male questa intuizione, perché no ha capito che il segno rimaneva quello di un Bel Paese che non ne poteva davvero più. E quindi non si poteva restare nel segno del Pd. Chi tocca i fili muore verrebbe da dire. E la vicenda Grasso lo ha dimostrato ampiamente. Ora, molto dipende da come verrà gestito il lutto. Il tempo degli infingimenti però è davvero terminato.

Potere al popolo paga lo scotto del noviziato. Non credo obiettivamente ci siano altre ragioni. In questi mesi hanno lavorato tutti pancia a terra. Dove è stato possibile, come nel caso di Macerata, si è lanciato un messaggio politico sostanziale. Certo, quasi nessun radicamente sociale, scarsa dimestichezza con i mass media, gigantismo del compito, pochi accenti realmente innovatori agli occhi di quel popolo che si diceva di voler coprire politicamente: i fattori di una performance che forse ci si aspettava leggermente superiore ai risultati ottenuti sono un po' questi.

Comunque, la botta sembra essere già stata assorbita.. Ed ora si va verso l'assemblea nazionale con qualche informazoine in più sul reale profilo di questa compagine politica e delle sue possibilità. Aver arrestato il trend di framamentazione è un bomus che va comunque speso. E questo vuol dire che il tempo della riflessione non dovrà essere speso per improbabili "conti interni" ma per studiare e applicarsi sul proprio futuro. All'ordine del giorno non c'è più il mix tra esperienze politiche senior e junior ma l'interpretazione di una fase politica completamente cambiata rispetto alla pagina precedente.

Innovare conservando: è in fondo questa la grande sfida. E Potere al popolo ha tutta la possibilità di farlo, sia per quanto riguarda l'assetto interno sia per i programmi che intende portare avanti.
La parola "popolo" dopo il passaggio di ieri alle urne ha assunto un valore del tutto nuovo. Sta ora alla grande tradizione della sinistra antagonista saperla interpretare. Il "sogno" pentastellata presto mostrerà la corda. E se l'antagonismo autentico avrà lavorato bene il campo sarà sgombro per porre all'attenzione del Paese il programma politico di chi si batte per un cambiamento reale e non solo di classe dirigente.

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